OBIETTIVO 2016 – Scommesse, l’11 marzo a Roma convegno “Non giochiamo coi giochi”

OBIETTIVO 2016 – Scommesse, l’11 marzo a Roma convegno “Non giochiamo coi giochi”

SCOMMESSE, L'11 MARZO A ROMA CONVEGNO "NON GIOCHIAMO COI GIOCHI"

Il futuro della rete dei giochi ed in particolare per quella delle scommesse, saranno al centro di un dibattito/convegno che si terrà a Roma il prossimo 11 marzo. L'evento è stato fortemente voluto da Obiettivo 2016, associazione che da tempo si batte per una rete di raccolta con regole certe e che garantisca il giocatore. Il forum vedrà come protagoniste le più importanti società italiane impegnate nel settore delle scommesse e con le maggiori reti sul territorio. Tra gli invitati Snai, Sisal, Lottomatica, Intralot, Eurobet, Planetwin365 ed alcune associazioni di categoria. A condurre l'evento, che si terrà alle ore 11,00 presso il Salone Margherita a via Due Macelli 75, Roma, sarà il giornalista Rai Franco Di Mare. L'evento è stato anche annunciato oggi su alcuni dei più importanti quotidiani italiani, annuncio nel quale viene "riservata" una poltrona anche per il premier Renzi. lp/AGIMEG

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RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Giochi, ecco il testo integrale dell’audizione di Baretta sul decreto giochi della Delega Fiscale

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Giochi, ecco il testo integrale dell’audizione di Baretta sul decreto giochi della Delega Fiscale

Giochi, ecco il testo integrale dell'audizione di Baretta sul decreto giochi della Delega Fiscale

Ecco di seguito l'audizione integrale del sottosegretario del Mef Baretta, durante la quale questa mattina ha presentato in Commissione Finanze della Camera il decreto attuativo sui giochi della Delega Fiscale.

"Ringrazio i Presidenti e i componenti delle Commissioni Finanze di Camera e Senato per questa prima occasione di confronto.

Gli obiettivi che il Governo intende perseguire, nell'applicare l'art. 14 della delega fiscale, sono: 

  • la tutela della salute pubblica, a cominciare dalle persone più deboli e dai minori. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad una diffusione massiccia e disorganica dell'offerta di gioco nel territorio; ciò ha riguardato, in particolare, gli apparecchi (Awp e Vlt). Questa scelta dello Stato, motivata dalla esigenza di contrastare la crescita esponenziale del gioco illegale, ha, però, provocato fenomeni sociali allarmanti di dipendenza che hanno stimolato una nuova coscienza civica della quale il regolatore deve tenere conto, a fronte della quale, molte comunità locali hanno reagito con ordinanze restrittive, proprio perché in assenza di un quadro coerente con tale nuova sensibilità,
  • La lotta alla illegalità. L'Italia ha conseguito nell'ultimo decennio risultati importanti di contrasto alla illegalità, diventando un modello di riferimento internazionale, il cui ultimo successo è la sentenza della corte europea del Gennaio 2015. Questa vera e propria guerra può essere combattuta con efficacia mantenendo intatto il principio della riserva statale in materia di giochi. La organizzazione pubblica e nazionale del gioco, attraverso il regime concessorio e non autorizzativo è la condizione primaria per combattere efficacemente la criminalità organizzata e la diffusa illegalità. 
  • Il mantenimento, per quanto possibile sulla base dei precedenti principi, del contributo del settore alla fiscalità generale. Sull'ammontare complessivo di oltre 80 miliardi che gli italiani spendono nel gioco (il dato si riferisce al gioco legale!) allo Stato resta circa il 10%. È una cifra importante, ma che è sempre più destinata a confrontarsi con gli obiettivi valori ali suddetti, fuori, cioè, da una logica insostenibile di "variabile indipendente". Si tratta, dunque, di un approccio innovativo, coerente con la delega fiscale, che modifica profondamente la filosofia pubblica sul gioco, spostandone la priorità dagli effetti fiscali, che non vanno ovviamente trascurati, a quelli sociali e di ordine pubblico.  

 Questi obiettivi si raggiungono attraverso una serie di interventi che danno vita, con questo decreto attuativo, ad un vero e proprio testo unico in materia di gioco che prevederà:

  • La riduzione e la razionalizzazione dell'offerta pubblica nel settore degli apparecchi. Ciò avviene attraverso l'obbligo per bar e tabacchi di assegnarvi uno spazio "dedicato" non visibile dall'esterno, prevedendo non meno di 7 m. per ogni apparecchio istallato e, comunque, non più di 6; di intermediare l'accesso al gioco tramite il gestore, che ha la responsabilità, sanzionata, di vietare, in ogni caso, il gioco ai minori, anche attraverso la identificazione della persona che chiede di giocare. Questo insieme di regole comporta la previsione di una riduzione drastica dell'offerta, in questo sensibile comparto, stimabile nell'ordine di 80/100 Mila apparecchi. 
  • la completa sostituzione, nell'arco di un paio di anni ca, delle cosiddette Awp con un nuovo apparecchio, che potremo definire Awp di nuova generazione, in quanto tecnologicamente dipendenti dal server centrale (dunque prive di scheda autonoma), ma che conservano le dimensioni attuali della giocata (spesa e vincita contenuti). Va chiarito bene questo punto che ho letto è stato oggetto di equivoci. Voglio essere chiaro: la sostituzione con apparecchi interamente collegati (non solo per la trasmissione dati) aumenta la sicurezza; ma è impensabile che nei bar e nei tabacchi, dopo lo sforzo che facciamo per ridurre l'offerta, trasformassimo la rimanente in un peggioramento complessivo della sua qualità sociale. Sarebbe criminale. 
  • La riduzione in generale della pubblicità sui giochi e la proibizione nelle fasce protette. So che è un punto controverso ed il Governo è disponibile ad approfondirlo anche nel corso dell'esame parlamentare. Il punto che ci ha mosso è quello di ridurre la esposizione alla pubblicità, ma tenendo conto che, diversamente dal tabacco, essa non è proibita a livello comunitario. Vorremmo cioè evitare il rischio che un divieto assoluto – ultra petita rispetto alle regole europee – non produca ricorsi che annullino anche i passi in avanti che stiamo facendo. Confermo, comunque, che per lo Stato italiano non esistono pregiudizi in proposito. 
  • Istituzione di un fondo che si affianca alle risorse già stabilite con la legge di stabilità di 50 milioni dedicati alla prevenzione della ludopatia. Proponiamo che questo nuovo fondo, che stimiamo possa arrivare a 200 milioni, sia gestito con gli enti locali per piani territoriali (non per singolo comune) le cui modalità vanno definite. – emersione del nero. Con la legge di stabilità abbiamo offerto ai gestori irregolari di emergere. Questo provvedimento, accompagnato dalla,sentenza della corte europea ha provocato la regolarizzazione di ca 2500 sale. Non prevediamo al momento la riapertura generalizzata dei termini. Prevediamo, al contrario, un inasprimento dei controlli. 
  • Inasprimento delle regole di accesso alla gestione del gioco legale. Oggi si può aggirare il problema richiedendo al comune la licenza per l'apertura di un qualsiasi esercizio commerciale (art 86 di pubblica sicurezza) aprendovi poi un postazione di gioco on line. La curiosità sta nel fatto che in molti comuni no slot proliferano con licenza comunale sale irregolari. La proposta è che, d'intesa col Ministero dell'Interno, si preveda che per tenere in un locale pubblico qualsiasi tipo di gioco bisogna ottenere l'art. 88. 
  • Coerenza tra questo insieme di provvedimenti e i regolamenti locali. Lo sforzo in atto da parte dello Stato, che prevede un forte intervento regolatore, potrebbe essere vanificato da un sistema territoriale di presenza del gioco legale a macchia di leopardo che preveda da un lato zone franche e dall'altro addensamenti tali da configurare veri e propri quartieri a luci rosse del gioco! Per questo pensiamo che la regolarizzazione della materia e la lotta alla illegalità necessitano di una condivisa distribuzione territoriale più contenuta, ma equilibrata. In tale ottica è necessario un confronto con Anci, che abbiamo già richiesto. La regola rigorosa delle distanze da un insieme di fonti (scuole luoghi di culto, enti pubblici, ecc) era legittimamente giustificata è motivata dall'eccesso irrazionale dell'offerta che con decreto ridimensioniamo. Ovviamente, ciò non significa non affrontare il problema di regole applicative; ma va fatto nel nuovo contesto. La individuazione, cioè, di criteri territoriali coerenti coi principi nazionali è, per quanto ci riguarda, oggetto di confronto durante l'esame parlamentare e, in parallelo, con – come ho già detto – con gli enti locali; anche per definire, in particolare con le Regioni, la gestione del fondo di cui sopra. 
  • Modifica delle modalità di prelievo. Si passa dal prelievo sulla raccolta a quello sul margine. In tal modo si contribuisce alla riduzione della filiera, si adottano modalità diffuse sul piano internazionale e si rende più trasparente il processo. Lo Stato si assume il rischio di entrate relative al risultato, ma esce da una sorta di conflitto per il quale le proprie entrate dipendevano direttamente dal volume complessivo del gioco, indipendentemente dal giocatore e dagli 
  • Non arbitrarietà del payout. Il passaggio al margine rende evidente che il rischio può diventare letale se la vincita raggiunge livelli eccessivi. Non sottovalutando che un eccesso di payout finirebbe per annullare lo sforzo regolatorio finalizzato ad un gioco responsabile e non compulsivo. Per questo introduciamo una banda di oscillazione stretta dentro la quale può agire il concessionario per decidere le sue strategie di mercato.
  • Definizione delle nuove sanzioni che necessitavano di essere aggiornate e rese più severe, compreso il blocco amministrativo dell'esercizio. 
  • Istituzione della Lega Ippica fuori dal perimetro allargato della P.A. e rilancio del settore. 

 Il testo del decreto andrà, assieme agli altri inerenti la delega fiscale, in uno dei prossimi CdM e sarà successivamente all'esame del Parlamento. 

Condivido la proposta di un Convegno pubblico sul tema ed, in ogni caso ed indipendentemente dai momenti ufficiali, il Governo e l'Amministrazione sono a vostra disposizione per qualsiasi occasione di confronto sia ritenuta utile o necessaria." rg/AGIMEG

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – DELEGA FISCALE: COSA CAMBIA NEL SETTORE DEL GIOCO PUBBLICO ITALIANO

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – DELEGA FISCALE: COSA CAMBIA NEL SETTORE DEL GIOCO PUBBLICO ITALIANO

DELEGA FISCALE: COSA CAMBIA NEL SETTORE DEL GIOCO PUBBLICO ITALIANO

La super-tassa da 500 milioni di euro a carico dei concessionari degli apparecchi, l'introduzione della tassazione sul margine per tutti i giochi, la revisione e l'inserimento di regole stringenti per i locali di gioco, i paletti alla comunicazione commerciale, le nuove linee guida nel rapporto con gli enti locali. Queste sono solo alcune delle norme contenute del decreto attuativo della delega fiscale, riferito al comparto giochi. Il decreto delegato – al quale si stanno apportando le ultime limature prima dell’approdo in Consiglio dei Ministri e del relativo iter parlamentare presso le commissioni competenti delle Camere – riscrive completamente la disciplina dei giochi pubblici italiani, rivedendo ambiti delicati come quello della tassazione (che, appunto, sarà sul margine: ossia il prelievo verrà applicato sulle somme che percepiranno effettivamente i concessionari, una volta pagate le vincite), degli aggi ai concessionari, della pubblicità ai giochi, e dell’accesso ai locali con slot e VLT, con tutti i divieti ad esse associati. Tutti temi cari alla politica e che nel corso degli anni hanno suscitato dibattiti, accuse e repliche in Parlamento.

PRELIEVO FISCALE ANCHE IN ASSENZA DI CONCESSIONE

Il decreto della delega fiscale attua e ribadisce quanto anche la legge di Stabilità 2015 aveva chiarito, per esempio imponendo la regolarizzazione fiscale dei CTD. E, in particolare sul prelievo erariale, il decreto chiarisce che è "comunque dovuto anche se la raccolta dei giochi (…) avviene in assenza di concessione e dei titoli abilitativi previsti dal presente decreto ovvero sulla base di concessione o titolo abilitativo invalido o inefficace. In tali casi soggetto passivo dell’imposta è chiunque,in assenza di concessione e dei titoli abilitativi previsti dal presente decreto ovvero sulla base di concessione o titolo abilitativo invalido o inefficace, effettua con qualunque mezzo, anche telematico, per conto proprio o di terzi, anche ubicati all'estero,giochi con vincite in denaro concorsi pronostici o scommesse”.

SUPER-TASSA SUGLI APPARECCHI

L’ultima bozza del decreto delegato, inoltre, mantiene la richiesta dei 500 milioni annui ai concessionari delle slot, come stabilito dalla manovra finanziaria in vigore dal primo gennaio di quest'anno: “in considerazione della decorrenza dal 1° luglio 2015 delle disposizioni di cui all’articolo 37 (l'attuazione della nuova tassazione), è stabilita in 300 milioni di euro la riduzione, per l’anno 2015, delle risorse statali a disposizione, a titolo di compenso, dei concessionari e dei soggetti che, secondo le rispettive competenze, operano nella gestione e raccolta del gioco praticato mediante apparecchi”, dando per assodato che la prima rata da 200 milioni di euro – come Stabilità prevede – verrà pagata entro il mese di aprile 2015. La legge di Stabilità parlava chiaro: "i concessionari (…) versano altresi' annualmente la somma di 500 milioni di euro, entro i mesi di aprile e di ottobre di ogni anno, ciascuno in quota proporzionale al numero di apparecchi ad essi riferibili alla data del 31 dicembre 2014". Il decreto delegato, poi, ricorda ai concessionari che “nell'esercizio delle funzioni pubbliche loro attribuite” essi “ripartiscono con gli altri operatori di filiera le somme residue, disponibili per aggi e compensi, rinegoziando i relativi contratti e versando gli aggi e compensi dovuti esclusivamente a fronte della sottoscrizione dei contratti rinegoziati”.

GAMING HALL E NUOVI STANDARD

Si interviene anche su una razionalizzazione degli esercizi che ospitano apparecchi da gioco con vincita in denaro. In particolare, il testo recita che "nelle sale (gaming hall) la raccolta del gioco mediante apparecchi (…) è consentita solo se esse hanno una superficie non inferiore a 50 metri quadrati e se è rispettato il parametro di un apparecchio ogni tre metri quadrati. Per le sale (gaming hall) in esercizio alla data di entrata in vigore del presente decreto la disposizione di cui al precedente periodo trova applicazione per le concessioni attribuite successivamente alla scadenza di quelle in atto alla medesima data". Fuori dai casi appena citati, "l’installazione, attivazione ed operatività di apparecchi di cui all’articolo 7, comma 1, lettera a), è consentita esclusivamente nei punti di offerta di gioco  costituiti da esercizi generalisti primari, in misura pari ad un apparecchio per ogni sette metri quadrati e, comunque, non superiore a sei apparecchi". Una misura, questa, che implica ulteriori condizioni: "a tale fine, l’esercizio deve predisporre al proprio interno uno spazio appositamente separato o dedicato", e "l’ingresso allo spazio è consentito esclusivamente a pubblico maggiorenne che, in ogni caso è autorizzato di volta in volta dal titolare dell’esercizio ovvero dal personale addettovi di cui il titolare risponde". In alternativa alle limitazioni di accesso, "fermo in ogni caso il vincolo della non visibilità degli apparecchi dall’esterno del punto di offerta di gioco, gli apparecchi posti nello spazio possono essere attivati (…) esclusivamente mediante lettura o inserimento di codici numerici o alfanumerici a tempo esclusivi del giocatore e a lui rilasciati, di volta in volta, dal titolare dell’esercizio ovvero dal personale addettovi di cui il titolare risponde, oppure mediante utilizzo di apposita tessera".

WIN TAX

Non solo revisione delle tasse a carico degli operatori di settore,ma anche dei giocatori, però. Viene rivista, infatti, la cosiddetta win-tax: "sull’importo eccedente euro 500 delle vincite di valore superiore a tale somma", "è dovuta una imposta sostitutiva di qualsiasi altro prelievo, anche tributario, nella misura dell’otto per cento. L’imposta è prelevata all’atto del pagamento della vincita ed è versata all’Agenzia dal concessionario del gioco all’atto del primo versamento utile, successivo al prelievo, della quota di entrata tributaria da gioco ovvero della raccolta del gioco dovuta all’erario".

PUBBLICITA'

I paletti alla comunicazione commerciale sono stato oggetti di discussione nei giorni scorsi, perchè definiti dai più, non così restrittivi. La delega ribadisce che "la pubblicità è vietata: sui canali afferenti al genere di programmazione tematica “bambini e ragazzi” della televisione digitale terrestre e satellitare; nella fascia oraria di programmazione protetta per i minori di età tra le ore 16.00 e le ore 19.00 di ogni giorno, fatta eccezione per le trasmissioni su canali afferenti al genere di programmazione tematica “sport”, ovvero per le trasmissioni sportive o di eventi sportivi a rilevanza nazionale o internazionale ovunque trasmesse, nonché per quelle su canali tematici dedicati al gioco; durante i programmi destinati ai minori di età quali i cartoni animati, i film chiaramente dedicati ad un pubblico infantile o adolescenziale e negli spettacoli che hanno i minori di età come protagonisti anche se trasmessi fuori dalla suddetta fascia oraria protetta, nonché nei trenta minuti precedenti e successivi agli stessi programmi". Ma ci sono delle esclusioni, anche: "sono escluse dalle limitazioni (…) le sponsorizzazioni che prevedono il semplice uso del logo del prodotto e di marchi registrati, nonché le comunicazioni istituzionali dei concessionari.Sono altresì esclusi dalle limitazioni i messaggi che abbiano un fine esclusivamente di utilità sociale, quali le campagne finalizzate alla prevenzione del gioco minorile, alla prevenzione del gioco problematico, all’educazione ad un approccio responsabile al gioco, nonché di sostegno ad iniziative relative all’arte, sport e cultura".

RISERVA STATALE SUI GIOCHI

Anche nell'ultima bozza si ribadisce il ruolo centrale dello Stato nella regolamentazione dei giochi. I Comuni, ad esempio, nell'adottare normative che limitino l'offerta di gioco, dovranno rispettare una serie di "principi di coordinamento nazionale". Ad esempio non potranno adottare normative che "si risolvono in forme di sostanziale espulsione dal territorio comunale della locale articolazione della rete fisica statale di raccolta del gioco con vincita in denaro"; oppure le distanze minime dai luoghi sensibili, e le fasce orarie dovranno conformarsi "ai livelli organizzativi, di sicurezza e di legalità della rete fisica statale di raccolta". Le normative comunali dovranno essere poi sottoposte al vaglio della Conferenza Stato-Città entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto, e successivamente con cadenza annuale,  "al fine di impedire la non prevedibilità del quadro regolatorio in materia di gioco e di confidabili scelte imprenditoriali da parte dei concessionari e dei soggetti che operano nell’ambito delle relative reti fisiche". Inoltre, si prevede che "nell’esercizio delle loro potestà normative ed amministrative, le Regioni e i Comuni conformano i rispettivi ordinamenti alle disposizioni del presente decreto che costituiscono disposizioni di coordinamento nazionale in materia di gioco, in particolare per i profili dell’ordine pubblico e della sicurezza", chiarisce la delega, "astenendosi dall’introdurre misure o assumere azioni idonee a vanificare l’unitarietà del quadro regolatorio nazionale di fonte primaria in materia di giochi pubblici". La disciplina dei giochi è riserva statale. im/AGIMEG

L'articolo integrale è consultabile al seguente link: http://www.agimeg.it/?p=61855

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – DELEGA FISCALE, ECCO LA VERSIONE INTEGRALE DELL’ULTIMA BOZZA DEL DECRETO SUL RIORDINO DEI GIOCHI

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – DELEGA FISCALE, ECCO LA VERSIONE INTEGRALE DELL’ULTIMA BOZZA DEL DECRETO SUL RIORDINO DEI GIOCHI

Delega Fiscale, ecco la versione integrale dell'ultima bozza del decreto sul riordino dei giochi

Ecco l’ultima bozza dello schema del decreto legislativo recante il riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici.

TITOLO I, DISPOSIZIONI GENERALI, CAPO I, OGGETTO, FINALITA’ E PRINCIPI,

Art. 1, (art. 14, co. 2 lett. a) della l. n. 23/2014), (Oggetto),

1. Il presente decreto reca il riordino, anche attraverso la loro raccolta organica e sistematica, delle disposizioni in materia di giochi pubblici, con o senza vincita in denaro, ammessi nella Repubblica italiana. 2. Le disposizioni del presente decreto costituiscono il quadro regolatorio nazionale di fonte primaria in materia di giochi pubblici, che è completato, a livello di fonte secondaria, dalle disposizioni normative ovvero amministrative emanate ai sensi e nei limiti del presente decreto. 3. Le disposizioni del presente decreto, in quanto disposizioni fondamentali in materia di gioco a livello nazionale, in particolare per i profili dell’ordine pubblico e della sicurezza, costituiscono altresì disposizioni di coordinamento nei riguardi delle Regioni. Eventuali disposizioni…


Per la visione integrale del testo, cliccare sul seguente link: http://www.agimeg.it/?p=61855

 

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse, Sanatoria Ctd: in corso in tutta Italia controlli amministrativi e segnalazioni alle autorità da parte dell’Adm sui punti non regolarizzati

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse, Sanatoria Ctd: in corso in tutta Italia controlli amministrativi e segnalazioni alle autorità da parte dell’Adm sui punti non regolarizzati

Scommesse, Sanatoria Ctd: in corso in tutta Italia controlli amministrativi e segnalazioni alle autorità da parte dell'Adm sui punti non regolarizzati

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – secondo quanto appreso da Agimeg – ha intrapreso sul territorio nazionale una serie di controlli, nei confronti dei CTD, che fanno seguito alla sanatoria prevista della legge di stabilità.  L'operazione coinvolgerebbe i punti che non hanno aderito alla regolarizzazione e gli uffici dell’agenzia starebbero eseguendo controlli a tappeto di carattere amministrativo, previsti dalla stessa legge, irrogando le relative sanzioni e segnalando i vari centri agli organi di polizia per la successiva attività di repressione. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, interpellata da Agimeg al riguardo, ha risposto che:  "i controlli fanno parte della normale attività d’istituto". cz/Agimeg

 

 

 

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Delega fiscale: nella bozza di decreto limiti alle slot e aumento tassa sulla fortuna

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Delega fiscale: nella bozza di decreto limiti alle slot e aumento tassa sulla fortuna

16/02/2015 | 09:03

Delega fiscale: nella bozza di decreto limiti alle slot e aumento tassa sulla fortuna

ROMA – L’installazione delle slot machine consentita solo negli esercizi che hanno una superficie superiore a 20 metri quadrati, con un numero massimo di sei apparecchi per locale che dovranno essere, comunque, posti in uno spazio separato e dedicato: sono alcune delle misure più significative contenute nella bozza decreto relativo all’articolo 14 sui giochi della delega fiscale, che dovrebbe essere trasmesso dal Ministero dell’Economia a Palazzo Chigi tra domani e mercoledì, per poi essere presentato al Consiglio dei Ministri in programma venerdì 20 febbraio.

LIMITI E DIVIETI PER LE SLOT MACHINE – Secondo quanto prevede la bozza che Agipronews ha potuto visionare, l’installazione di slot machine sarà vietata negli esercizi generalisti secondari (alberghi, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari), mentre gli esercizi generalisti principali (bar, tabaccherie), con una superficie superiore a 20 mq, che vorranno mantenere l’attività di gioco dovranno disporre di "uno spazio appositamente separato o dedicato", dove l’ingresso "è consentito esclusivamente a pubblico maggiorenne". Vietati anche i totem, inclusi quelli di nuova generazione (tablet, smartphone), terminali irregolari che consentono di giocare online su siti non autorizzati: i punti vendita non potranno mettere a disposizione dei giocatori questo tipo di tecnologie per giocare. Via libera, invece, alle “gaming hall”, sale gioco (con non meno di 10/15 apparecchi) "che operano sotto presidio e responsabilità del concessionario e nell’ambito della rete fisica di raccolta dello stesso concessionario, dedicati al gioco pubblico ad accesso sorvegliato e limitato esclusivamente a pubblico maggiorenne". Semaforo rosso invece ai mini-casinò negli alberghi di lusso, come prevedeva una versione precedente del decreto.

TASSA SULLA FORTUNA – Salirebbe dal 6 all’8% la "tassa sulla fortuna", anche se nel testo non è definita la soglia di vincita, attualmente fissata a 500 euro, oltre la quale scatterà il prelievo. Tra le nuove regole fiscali, anche l’introduzione di una nuova base imponibile: non più la giocata, come è avvenuto fin qui, ma la differenza tra l’incasso e il totale di vincite, aggi e compensi del concessionario. In attesa di stabilire l’ammontare delle aliquote, sembra quindi probabile che ad essere tassato sarà – per tutti i giochi – il ricavo netto dell’operatore e non la giocata stessa.

RAPPORTO STATO ED ENTI LOCALI – La bozza del decreto specifica che "le disposizioni fondamentali in materia di gioco a livello nazionale, costituiscono altresì disposizioni di coordinamento nei riguardi delle Regioni. Eventuali disposizioni di fonte regionale o comunale, comunque incidenti in materia di giochi pubblici, devono risultare coerenti e coordinate con quelle del presente decreto". Per questo motivo "Stato, Regioni ed Enti locali, ferme le rispettive attribuzioni in materia legislativa e regolamentare, operano in materia di giochi pubblici in base al principio di leale collaborazione, anche mediante intese ed accordi".

DISTANZE MINIME – Escluse le distanze minime dei punti di offerta di gioco da luoghi sensibili (ovvero luoghi di culto e scuole) e le limitazioni orarie "nei riguardi dei punti di offerta di gioco che si conformano ai livelli organizzativi, di sicurezza e di legalità della rete fisica statale di raccolta del gioco con vincita in denaro" e che rispettino "gli standard quantitativi e qualitativi". I Comuni, dunque, dovranno garantire "massima chiarezza ed univocità delle misure adottate e delle relative giustificazioni" e agire in "conformità ai principi di ragionevolezza, proporzionalità, economicità, efficienza e non discriminazione". Saranno escluse, inoltre, misure che "si risolvono in forme di sostanziale espropriazione senza indennizzo di valori patrimoniali dei concessionari" e che "si risolvono in forme di sostanziale espulsione dal territorio comunale della locale articolazione della rete fisica statale di raccolta del gioco con vincita in denaro".

CRISI DEL CONCESSIONARIO – In caso di interruzione anticipata delle concessioni di gioco per le slot, la società può continuare ad operare per 90 giorni, mentre per lo stesso periodo di tempo le altre società concessionarie possono esercitare opzione di subentro.

TRACCIABILITA’ DEI FLUSSI – Al fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari, finalizzata a prevenire infiltrazioni criminali e il riciclaggio di denaro di provenienza illecita, i concessionari "sono obbligati a tracciare tutti i riversamenti derivanti dalla raccolta dalle giocate e ai compensi spettanti ai soggetti operanti nella propria rete di raccolta. Tale obbligo non comprende i pagamenti delle vincite o dei rimborsi né i riversamenti a favore dello Stato o dell’Agenzia per pagamenti di imposte, tasse o utili erariali".

CONTRASTO ALLA LUDOPATIA – La bozza del decreto prevede l’istituzione della "Consulta permanente" dei rappresentanti governativi, regionali e degli enti locali, dei rappresentanti degli organismi organizzati del settore del gioco, nonché dei rappresentanti delle associazioni rappresentative delle famiglie e dei giovani per la individuazione e il costante aggiornamento di misure e interventi, comunitariamente compatibili, volti al contrasto del gioco online su siti “.com”.

PUBBLICITA’ – Il decreto vieta "la pubblicità di marchi e prodotti di giochi con vincite in denaro riferibili a soggetti non concessionari". La comunicazione commerciale dei giochi non deve, in particolare, "incoraggiare il gioco eccessivo o incontrollato, "negare che il gioco possa comportare dei rischi", "presentare o suggerire che il gioco sia un modo per risolvere problemi finanziari o personali", "rivolgersi o fare riferimento, anche indiretto, ai minori", "indurre a confondere la facilità del gioco con la facilità della vincita". La pubblicità del gioco, infine, rimane comunque vietata sui canali televisivi dedicati ai ragazzi e durante i programmi destinati ai minori, e nella fascia oraria tra le 16 e le 19, fatta eccezione per le trasmissioni sportive o di eventi sportivi a rilevanza nazionale o internazionale.

LEGA IPPICA – La bozza del decreto prevede, infine, l’istituzione della Lega Ippica e i requisiti necessari per l’iscrizione per allevatori, proprietari e società di gestione degli ippodromi, oltre ai principi fondamentali dello statuto. La Lega Ippica dovrebbe provvedere alla definizione del calendario degli avvenimenti ippici, alla gestione del fondo annuale di dotazione per lo sviluppo e la promozione del settore ippico, alla erogazione agli aventi diritto dei premi delle corse, alla gestione delle banche dati relative ai cavalli, alla regolarità delle corse, ai rapporti con i concessionari e con gli organismi ippici internazionali. Inoltre con il decreto delegato saranno disciplinati l’unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche, il payout tra il 74 e il 76%, il riordino del prelievo sulla raccolta delle scommesse su eventi ippici e la quota destinata alla Lega Ippica. SA/Agipro 

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RASSEGNA STAMPA – Condono CTD, Ginestra (Agisco): “Premiata concorrenza sleale, per operatori regolari serve indennizzo”

RASSEGNA STAMPA – Condono CTD, Ginestra (Agisco): “Premiata concorrenza sleale, per operatori regolari serve indennizzo”

03/02/2015 | 15:03

Condono CTD, Ginestra (Agisco): "Premiata concorrenza sleale, per operatori regolari serve indennizzo"

ROMA – "Non siamo felici di sapere che chi ci ha fatto concorrenza sleale per anni, sottraendoci gioco senza averne diritto, sia stato ’premiato’ con la possibilità di sanare la propria posizione. Sarebbe corretto un indennizzo da parte dello Stato agli operatori regolari che per 15 anni hanno lavorato senza tutela delle loro imprese". E’ quanto dichiara Francesco Ginestra, presidente di Agisco, dopo la scadenza dei termini per il condono delle agenzie senza concessione. "Ci aspettiamo che i Monopoli e le forze dell’ordine pianifichino da oggi controlli regolari e costanti sul territorio per verificare, punto per punto, le autorizzazioni a vendere scommesse di tutta la rete priva di concessione e licenza di pubblica sicurezza, come da anni fa con la nostra, procedendo ad applicare rigorosamente le leggi in materia di ordine pubblico, materia fiscale, prevenzione del gioco patologico e quelle del lavoro". L’associazione continuerà a lavorare per una soluzione definitiva: "Abbiamo richiesto, e confidiamo di ottenere presto, un incontro con le istituzioni finalizzato ad evidenziare le storture che hanno prodotto la regolamentazione adottata in questi anni e a proporre un differente scenario per la gara del 2016, con l’obiettivo di avere una sola rete di raccolta, nella quale tutti lavorino – finalmente – ad armi pari". LL/Agipro 

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Altre dichiarazioni sul condono

Condono CTD, Passamonti (Confindustria Giochi): «La legge ha funzionato, ora Governo riapra termini per l'adesione»

ROMA – L’adesione di circa 2.400 punti scommesse non autorizzati al condono previsto dalla legge di stabilità «mi sembra un risultato molto importante, raggiunto anche grazie alla chiarezza fatta dalla sentenza della Corte di giustizia europea. Per la prima volta, l’impianto normativo è stato costruito in modo tale da poter ottenere una risposta positiva in modo chiaro e sanza più rinvii. In questa parte, la legge di stabilità ha funzionato e bene». E’ il commento di Massimo Passamonti, presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, dopo la scadenza dei termini per regolarizzazione dei centri di trasmissione dati prevista dalla legge di stabilità 2015. «In questo senso, credo sia opportuno e utile che il Governo e il Parlamento valutino anche la possibilità di una riapertura dei termini per l’adesione e una proroga del primo termine di pagamento del prelievo forzoso a carico dei concessionari per la tassa di 500 milioni. Sono convinto che una scelta di questo genere da una parte favorirebbe l’adesione di tanti altri soggetti del mercato non autorizzato e, dall’altra, permetterebbe la ricomprensione dell’intervento ispirato solo al prelievo all’interno di una più ampia logica di riforma del sistema di tassazione dei giochi previsto nella delega fiscale», ha concluso Passamonti. MSC/Agipro 

Condono CTD, Schiavolin (ad Cogetech): «Risultato sopra le attese, ora un tavolo di confronto con operatori e istituzioni»

ROMA – “Il risultato della sanatoria delle agenzie non autorizzate prevista dalla Legge di Stabilità ad oggi supera le aspettative. Non si tratta di un totale successo, ma non si può parlare nemmeno di un flop. Questo, grazie alla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha dato una spinta decisiva all’adesione di importanti player internazionali. È un primo passo verso la creazione di una rete unica di raccolta scommesse,  dove le regole siano uguali per tutti, a tutela dei giocatori, dei diritti dei concessionari e degli obiettivi di finanza pubblica”. È il commento di Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Cogetech, uno dei principali Player del mercato dei giochi in Italia e Vice Presidente di ACADI – alla scadenza dei termini di adesione alla sanatoria per i centri scommesse non autorizzati, prevista dalla Legge di Stabilità. “La sanatoria non basterà – tuttavia – a risolvere il problema del gioco illegale, che resta ancora una piaga da combattere. Le diverse leggi che stanno approvando le regioni per contrastare il proliferare del gioco sul territorio stanno iniquamente limitando solo quello lecito, lasciando spazio all’emersione dell’illegale. Questa è dunque l’occasione giusta per aprire un tavolo di confronto allargato anche agli operatori esteri, per lavorare insieme al testo della Delega Fiscale – che nasce proprio con questo fine – e garantire un riordino serio ed efficace dell’intero comparto.”  RED/Agipro 

Condono CTD, Sandi (AD Snai spa):"Operazione tardiva, ora ricompensare rete dei concessionari"

ROMA – "Un’operazione tardiva, di cui ovviamente non ha colpa chi l’ha messa in pratica, che dimostra però come per anni migliaia di punti hanno operato attorno ai concessionari dello Stato".  E’ il commento di Giorgio Sandi, amministratore delegato di Snai spa, il giorno dopo la scadenza dei termini per il condono delle agenzie estere senza concessione. "Ora le agenzie storiche dovranno fronteggiare anche la concorrenza di chi ha ottenuto una patente dallo Stato, e credo sia arrivato il momento di ricompensare i concessionari stabilendo – per il futuro – scadenze meno brevi per le licenze e minori oneri concessori". Girando per l’ICE di Londra, Sandi sottolinea la differenza tra "un’industria riconosciuta anche a livello internazionale come quella che si incontra qui e l’Italia, dove il settore del gioco è considerato  una mucca da mungere.   L’esempio della recente legge di stabilità parla chiaro: le aziende rischiano di chiudere e le banche chiudono i rubinetti alle società, mentre all’estero i nostri competitor riescono a sviluppare il proprio business, pur nell’ambito di un’offerta che è controllata. Purtroppo il nostro modello di concessione viene interpretato solo per frapporre ostacoli al gioco legale, utilizzando temi come quello della ludopatia. Il contrasto con quello che si vede qui a Londra è davvero enorme". NT/Agipro 

Condono ctd, Giudetti (Coo Uniq Group): "Sanatoria non ci riguarda, attendiamo sentenza del Consiglio di Stato su bando Monti"

LONDRA – "Betuniq non aveva nulla da sanare: nel 2012 abbiamo partecipato al bando Monti, da cui siamo stati esclusi per la mancanza di una garanzia bancaria, fornita alla società dalla Bank of Valletta. Ora attendiamo una decisione nel merito del Consiglio di Stato, che dovrebbe arrivare presto. Siamo gli unici in questa posizione: abbiamo presentato regolare domanda e siamo stati esclusi dalla gara". E’ quanto dichiara a Agipronews Margherita Giudetti, COO di Uniq Group (che gestisce il marchio Betuniq), nel corso dell’ICE di Londra, spiegando il "no" al condono voluto dal Governo Renzi. "La sanatoria ha tutto l’aspetto di un condono fiscale e non penale e per questo non ci siamo sentiti garantiti. Anche la circolare del Viminale – che garantisce la licenza di polizia per chi ha violato la legge 401 sulle scommesse – e i chiarimenti dell’Agenzia delle Dogane sono arrivati troppo tardi per poter mettere in piedi un’operazione così complessa. Infine, c’è una contraddizione di fondo: se si sostiene a livello di Corte di Giustizia che le limitazioni alla presenza di operatori esteri in Italia sono dovute ad esigenze di tutela dell’ordine pubblico, perché si apre all’adesione di 7000 centri con l’unica finalità di incassare delle imposte?". Sul futuro della rete Betuniq Giudetti spiega: "La nostra strategia non cambia, in attesa della decisione del Consiglio di Stato, ci faremo valere in tribunale e siamo pronti a sottoporci a ogni controllo". NT/Agipro 

 

COMUNICATO STAMPA – AGISCO: CGE BANDO MONTI, SENTENZA CHIARA E POSITIVA, NUOVAMENTE CONFERMATA VALIDITA’ DEL REGIME CONCESSORIO. ADESSO CHI NON ADERISCE ALLA “SANATORIA” DEVE ESSERE CHIUSO.

COMUNICATO STAMPA – AGISCO: CGE BANDO MONTI, SENTENZA CHIARA E POSITIVA, NUOVAMENTE CONFERMATA VALIDITA’ DEL REGIME CONCESSORIO. ADESSO CHI NON ADERISCE ALLA “SANATORIA” DEVE ESSERE CHIUSO.

Comunicato Stampa AGISCO

Roma, 22 gennaio 2015

AGISCO: CGE BANDO MONTI, SENTENZA CHIARA E POSITIVA, NUOVAMENTE CONFERMATA VALIDITA’ DEL REGIME CONCESSORIO. ADESSO CHI NON ADERISCE ALLA “SANATORIA” DEVE ESSERE CHIUSO.

Da una prima lettura della Sentenza è evidente che il sistema concessorio ne esce ulteriormente rafforzato e che la Corte ha riconosciuto che la normativa italiana che disciplina le concessioni si è adeguata ai dettami europei rispettando, con la Gara “Monti”, i principi di parità di trattamento, effettività e non discriminazione.

Questa sentenza deve essere valorizzata da ADM e recepita dai giudici nazionali al fine di evitare la disapplicazione della normativa penale ed amministrativa finalizzata alla interruzione dell'attività dei centri privi di titoli. Lo Stato è chiamato a mettere in campo tutte le sue forze per svolgere l'attività repressiva per garantire l'efficacia ed effettività delle sanzioni e per garantire la certezza del diritto.  

La Legge Delega è la grande occasione da sfruttare per chiudere definitivamente ogni possibilità di agire al di fuori delle regole nazionali.


Di seguito il comunicato stampa odierno di Stanleybet di risposta:

SCOMMESSE: STANLEYBET, CLAMOROSO VOLTAFACCIA CONFLITTUALE DI AGISCO

Annunciato l’avvio di azioni legali multiple contro il Sindacato che raggruppa i concessionari storici.

Liverpool, 23/01/2015 – Secondo Agisco, il sistema concessorio risulterebbe rafforzato dalla sentenza pronunziata ieri dalla Corte di Giustizia.

Ricordiamo che Agisco è il sindacato che raccoglie prevalentemente i concessionari storici della gara del 2000, cioè i primi clamorosi beneficiari di una serie di normative considerate discriminatorie e in contrasto con i principi comunitari dalle 3 precedenti sentenze della Corte di Giustizia (sentenze Gambelli, Placanica e Costa-Cifone).

Agisco si augura che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e lo Stato mettano in campo tutte le loro forze ‘per svolgere attivita’ repressive” contro i CTD e, dato che la sentenza della Corte Europea sorge da un appello della Stanley contro la gara del 2012 in sede di Consiglio di Stato, è chiaro che i CTD a cui Agisco si riferisce sono proprio i CTD Stanley.

La Stanley annuncia che chiamerà in giudizio il Sindacato Agisco per i profili diffamatori di tali dichiarazioni, suscettibili di suggestionare e ingenerare nei lettori una visione distorta della realtà, con conseguenti danni e pregiudizi per la Stanley, i suoi CTD e, paradossalmente, per l’intero sistema concessorio.

Detto questo, entriamo nel merito.

Agisco non si rende conto che la sentenza non dice affatto che Stanley avrebbe dovuto partecipare alla gara, ma solo ed esclusivamente che la gara poteva avere una durata limitata.

Agisco non si accorge che la Corte risponde solo al secondo quesito posto dal Consiglio di Stato che, per come formulato, non può che avere una banale conseguenza: lo Stato, se vuole, può anche fare una gara di soli 3 mesi!

Il primo quesito posto dal Consiglio di Stato era ben diverso: chiedeva alla Corte di Giustizia se una gara di breve durata era in grado di rimediare alla condizione di un operatore che, come ammette la stessa Corte di Giustizia, era stato discriminato da 15 anni di normative discriminatorie. La Corte in realtà non affronta il problema e non risponde affatto a tale quesito.

Infatti, tralascia la problematica principale posta dallo stesso giudice amministrativo italiano al primo quesito: la gara con ridotta durata è uno strumento per rimediare alle pregresse normative e ai CTD che durante questi 15 anni hanno subito circa 2000 procedimenti penali a loro carico.

Agisco non si sofferma su tale preminente problematica e non si accorge o … non si vuole accorgere che i CTD Stanley non possono essere considerati operatori in grado di competere in condizioni di parità con gli altri.

E ancora. La sentenza si pone al di fuori della realtà normativa e fattuale italiana quando parla del futuro dell’Italia.

La pronunzia arriva ad affermare che una gara di breve durata finalizzata ad allineare tutte le concessioni potrebbe essere funzionale all’intenzione dello Stato di ridurre in futuro il numero di concessioni e le occasioni di gioco o di rendere più incisivi i controlli di ordine pubblico.

La Corte sembra ignorare, con specifico riferimento all’ordine pubblico e al contenimento del gioco, che la nuova legge di stabilità prevede l’entrata di 7000 nuovi operatori, per di più senza alcun preventivo controllo di ordine pubblico.

E’ qui irrilevante il fatto che, per un pasticcio incredibile, la nuova legge non consente in realtà di raggiungere il suo obiettivo, dato che la licenza di polizia, per legge, non può essere rilasciata ai titolari dei CTD e, quindi, ogni soggetto che si propone di aderire alla legge di stabilità , si vedrà poi non accolto o revocato il presunto beneficio di “condono fiscale” in un momento successivo.

Ma anche su tale profilo, Agisco dimostra di non conoscere o di non aver approfondito la materia.

A questo punto, le contraddizioni che rilevano sono gravi: 1) la Corte di Giustizia giustifica una durata breve della gara del 2012 con l’esigenza di una potenziale politica di contenimento del gioco e di riduzione dei titoli abilitativi oppure con l’esigenza di esercitare controlli più approfonditi. Di contro il governo Italiano opera in maniera opposta: a) attua una forte e incisiva politica espansiva con 7000 nuovi entranti e b) si disinteressa completamente delle esigenze di ordine pubblico che nascono dal consentire a 7000 nuovi operatori di iniziare l’attività senza alcun preventivo controllo. La legge, infatti, prevede solo in un secondo momento l’intervento della Questura per valutare la concessione o meno della licenza di polizia.

Ora, è mai possibile che professionisti con comprovata esperienza del settore come gli illustri componenti di Agisco si permettano di consigliare allo Stato e alle autorità di mandare allo sbaraglio i propri funzionari pubblici contro un operatore come Stanley, che ha mostrato e dimostrato una eccezionale capacità di interpretare gli eventi del settore e che in passato ha sempre smascherato il reale obiettivo del legislatore?

E’ veramente possibile che Agisco possa pensare che, a seguito della chiusura di un proprio CTD, la Stanley non sia in grado di determinarne la quasi immediata riapertura semplicemente mostrando all’Autorità Giudiziaria il reale contesto in cui questa sentenza è maturata, la sua irragionevolezza, contraddittorietà, lacunosità e tanto tanto altro?

E’ possibile che Agisco non si renda conto di questo?

Pare di sì.

John Whittaker CEO di Stanley ha dichiarato, “Dopo 15 anni di inesorabili battaglie giudiziarie affrontate con serena rassegnazione, la nostra pazienza è stata logorata ed è finita da tempo. Rispettiamo le autorità italiane, le decisioni e le iniziative delle istituzioni, le leggi e le sentenze le impugniamo nelle sedi giudiziarie, ma sia chiaro che avvieremo reazioni giudiziarie contro tutti coloro che tentano e/o in qualsiasi modo promuovono la chiusura di CTD Stanley e la nostra reazione legale sarà determinata, risoluta e completa”.

Purtroppo, la presa di posizione di Agisco, che sottintende l’apertura di nuovi conflitti con la Stanley, mortifica e getta nel ridicolo l’iniziativa “Obiettivo 2016”, che, nelle intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto incoraggiare e sviluppare l’accordo tra le forze in campo per arrivare a un canale legale unico delle scommesse.

Ma, mentre con la mano sinistra l’associazione tendeva la mano ai CTD per coinvolgerli in incontri e discussioni su questo tema, la comunicazione strategica di Agisco continua a insistere che i CTD vanno chiusi.

Stanley, quindi, ha smascherato la reale natura di Agisco.

La Stanley continua il percorso del dialogo, della prudenza e si augura che le Autorità Italiane ed AAMS in particolare, una volta contenute e risolte le attuali difficoltà e incongruenze della legge di stabilità, assumano un atteggiamento costruttivo per iniziare colloqui con la Stanley medesima e con le associazioni dei concessionari, inclusi quelli raccolti sotto l’egida di Confindustria, per arrivare ad una soluzione condivisa che sfoci in un unico canale legale per il settore, con specifico riferimento alle scommesse.

Il Gruppo Stanleybet in Europa

Stanleybet nasce originariamente come ramo internazionale di Stanley Leisure plc, Compagnia di scommesse sportive costituita a Belfast, nell'Irlanda del Nord, nel 1958.

Nel 1963 Stanley Leisure plc si afferma come bookmaker autorizzato ai sensi del Betting, Gaming and Lotteries Act e, dopo aver acquisito una posizione di rilievo in Inghilterra con i suoi casinò e betting shop, intraprende uno straordinario percorso di crescita nel mercato europeo delle scommesse sportive.

Grazie a un innovativo modello di business la cui compatibilità con la Legge Europea è stata dimostrata in tre sentenze della Corte di Giustizia Europea, Gambelli (2003), Placanica (2007) e Costa-Cifone (2012), il gruppo Stanleybet è attualmente presente in Belgio, Cipro, Croazia, Danimarca, Germania, Italia, Lituania, Regno Unito e Romania con oltre 2000 sportelli e 3000 dipendenti.

Il Gruppo Stanleybet vanta una tradizione ben consolidata di Compagnia privata di scommesse sportive corretta e responsabile, e continua a sostenere il suo diritto a offrire servizi all'avanguardia di scommesse sportive nell'Unione Europea in modo responsabile, trasparente e in linea con le disposizioni comunitarie.

Stanleyebet è impegnata in prima fila nella protezione dei suoi clienti, applicando gli standard più alti di disciplina interna in piena conformità con il proprio principio di trasparenza in tutte le operazioni aziendali e garantendo loro il diritto di scegliere i prodotti più innovativi d'intrattenimento nel mercato delle scommesse sportive.

Stanleybet, dall’inizio dell’estate del 2011, è anche impegnata, in prima linea, in attività culturali e nell’organizzazione di convegni internazionali per sensibilizzare i sistemi giuridici nazionali, e quello italiano in particolare, in tema di norme vincolanti sulla responsabilità diretta del funzionario pubblico che commette, nell’esercizio delle sue funzioni, violazioni del diritto comunitario in Paesi membri dell’Unione.