RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Condono ctd, Garrisi (board Stanleybet): “Rinvio del Tar Lazio decisione saggia, ora per Stanley soluzione condivisa con autorità italiane”

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Condono ctd, Garrisi (board Stanleybet): “Rinvio del Tar Lazio decisione saggia, ora per Stanley soluzione condivisa con autorità italiane”

09/07/2015 | 14:02

Condono ctd, Garrisi (board Stanleybet): “Rinvio del Tar Lazio decisione saggia, ora per Stanley soluzione condivisa con autorità italiane”

ROMA – “Una decisione saggia”. E’ l’opinione di Giovanni Garrisi, membro del board Stanleybet, sulla decisione di ieri del Tar Lazio di rinviare la discussione del ricorso del bookmaker inglese, che contesta la regolarità del condono per i centri trasmissione dati previsto dalla legge di stabilità 2015. “E’ una decisione saggia perché dà tempo alla Stanleybet e alle autorità italiane di ricercare una soluzione al problema dei ctd in Italia. Perché è chiaro che risolvere la questione Stanley vuol dire sciogliere il nodo di tutti i ctd in Italia. Ho la piena consapevolezza che questa sia la strada giusta e sarei meravigliato se l’Amministrazione e il ministero dell’Economia non avessero lo stesso obiettivo”. Secondo Garrisi, è interesse di tutti che alla Stanleybet sia “consentito di stabilirsi in Italia: al riconoscimento della sua legittimità seguirebbero sia la regolarizzazione fiscale di Stanleybet che la partecipazione alla creazione di ricchezza e di occupazione in Italia”. 

Agipronews ha incontrato Garrisi all’uscita del Tribunale di Roma, dove ha chiesto di essere sentito dalla Procura della Repubblica, in relazione all’ennesimo procedimento penale che riguarda lo stesso Garrisi e i principali dirigenti di Stanleybet. Pochi giorni fa, la Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza sulla richiesta (respinta) di un maxisequestro da 56 milioni di euro a carico di Stanley e dei dirigenti sotto indagine. La Corte di Cassazione, su parere conforme della Procura Generale, ha respinto il ricorso della Procura di Roma, proposto dopo che il Tribunale del Riesame aveva già dato ragione a Garrisi e alla Stanley. 

Secondo la Cassazione, “è pacifico che l’attività di gestione della piattaforma di gioco non è in alcun modo svolta in Italia" e che "la presenza di figure manageriali, unitamente all’attività dei centri trasmissione dati, non può certo esaurire la più complessa attività di gestione”. 

Garrisi auspica l’archiviazione anche di questo procedimento, al fine di definire i contenziosi giudiziari pendenti in Italia che hanno ripercussioni sul gruppo societario, danneggiato da vicende giudiziarie che ormai si protraggono da oltre 15 anni. 

Ma quali potrebbero essere le linee guida di una possibile soluzione? "Dopo le discriminazioni – aggiunge Garrisi, ipotizzando uno scenario futuro – che hanno impedito alla Stanley la partecipazione alle gare del 1999 sono stati instaurati nel tempo migliaia di procedimenti penali che consentirebbero all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a sua discrezione e qualora Stanley si aggiudicasse delle concessioni, la revoca delle concessioni stesse e la escussione delle fideiussioni, che sono "a prima richiesta e senza alcuna eccezione ammessa". Anche nell’ultima gara Monti era così: è chiaro che un operatore in queste condizioni non può partecipare, per definizione, a nessuna gara”. 

"Si profilerebbe quindi un vero e proprio incubo per tutti, Stanley compresa" – continua Garrisi – "Il fenomeno Ctd continuerebbe ad esistere anche dopo il 2016, qualora anche alla prossima gara la Stanley non potesse partecipare. E’ necessario un approccio speciale al problema. Perfettamente inutili sarebbero – a mio parere – nuove e più restrittive leggi contro i Ctd. La Stanley riuscirebbe ad ottenerne la disapplicazione dai tribunali e si profilerebbe il rischio, per i concessionari, di definitivo svuotamento del valore delle concessioni. Il mercato potrebbe addirittura anticipare questi eventi e considerare la nuova gara, in queste condizioni di incertezza, di dubbia convenienza. In tale scenario si sarà così realizzato nei fatti una sorta di sistema autorizzatorio del tutto fuori controllo. Sono certo che non lo vogliono i concessionari, di sicuro non lo vuole la Stanley. Auspico quindi che l’occasione fornita dalla saggezza del Tar Lazio non venga sprecata".

NT/Agipro 

RASSEGNA STAMPA – AGENZIA REPUBBLICA – LA FUORIUSCITA DA SNAI DI GINESTRA

RASSEGNA STAMPA – AGENZIA REPUBBLICA – LA FUORIUSCITA DA SNAI DI GINESTRA

http://www.agenziarepubblica.it/news/e61bfb28-3b75-4704-b81b-7c11d4d346dc/Giochi-ricorsi-dimissioni-fusioni-Il-comparto-rischia-di-saltare-nell%E2%80%99indiffe.aspx

Economia

08/07/2015 9:22 – Giochi: ricorsi, dimissioni, fusioni. Il comparto rischia di saltare nell’indifferenza generale ma a rischio ci sono 8,5 miliardi di euro di entrate

La fuoriuscita da Snai di un uomo esperto e influente come Francesco Ginestra è solo l’ultimo atto di una “guerra” in atto tra concessionari, gestori, amministratori, politici. “Non vedo futuro”, il monito del presidente Agisco.

Lo aveva annunciato ed ha mantenuto la promessa: Francesco Ginestra ha lasciato la Snai. Nei giorni scorsi infatti il presidente di Agisco (Associazione Giochi e Scommesse) ha esercitato “il diritto di recesso dal contratto di fornitura di servizi firmato con Snai. Non si può più andare avanti così, impossibile fare il nostro lavoro in queste condizioni. In questi giorni sono stato contattato da tanti miei colleghi che vogliono seguire la strada da me intrapresa.” La crisi del settore Giochi, l’inasprimento delle sanzioni, il calo delle giocate, la questione ludopatia, ma soprattutto il dibattito attorno alla delega fiscale hanno portato il comparto da tempo verso una situazione esplosiva, quasi da tutti contro tutti. Concessionari contro gestori, costruttori contro concessionari e gestori, concessionari contro concessionari, ecc..

Le dimissioni di Ginestra però non sono roba di poco conto. Parliamo infatti di un uomo che è da oltre 40 è nel settore Giochi, dal mondo d’oro dell’ippica ai giochi online dei nostri giorni. E soprattutto è stato vicepresidente Snai, una delle aziende più importanti. Abbiamo consegnato la Società alla nuova proprietà nel anno 2011 con oltre il 34% del settore, oggi la quota è scesa a poco meno del 20…”. Una decisione scaturita a seguito dell’ennesima convention della scorsa settimana da parte del concessionario, che ha visto la presentazione di tutte le attività già operative o in corso di lavorazione. “”Non mi trovo d’accordo sulle modalità con cui è gestita ora la società – ha detto Ginestra all’Agenzia Repubblica .. Non vedo futuro. Tanto per capirci: alla convention non c’è stato nessun dialogo con la platea. Ma i gestori sono allo stremo, molti stanno per chiudere. A questa situazione, purtroppo, non si vuole guardare. Sarebbe stato più democratico un bagno di umiltà e osservare gli operatori e una rete intera che si trova in difficoltà. Sono loro che fanno la forza di un concessionario. Mentre un trattamento simile nei confronti dei singoli operatori d’agenzia non lo posso accettare. Si parla di contratti, ma non si espongono i contenuti degli stessi. Manca totalmente il confronto e questo non è ammissibile. Tanti dei miei iscritti ad Agisco, ma anche tanti che non lo sono, mi hanno chiesto di poter uscire dai contratti con Snai e anche il nuovo contratto proposto dal concessionario è iniquo per il gestore”.

Quanto segnalato da Ginestra è facilmente riscontrabile  in quanto le agenzie chiuse sono sempre di più, la direzione che si sta prendendo è quella di una gestione centralizzata delle scommesse nelle mani di pochi operatori. I motivi della crisi dei punti vendita sono comuni a tutte le reti, spiega ancora: “Le aziende non stanno più in piedi: i fatturati sono scesi, l’ricavo che percepiamo è troppo basso rispetto al lavoro che svolgiamo per il concessionario, il contesto di mercato è sfavorevole, senza considerare il buco nero dell’ippica che vive una crisi senza precedenti”. Eppure i numeri del mercato, nel suo complesso, sono buoni: “Il movimento è sicuramente in crescita ma c’è un eccesso di offerta distributiva: il fatturato di ciascun punto vendita non basta, i costi sono eccessivi”.

I mali secondo Ginestra, che pure vede di buon occhio il lavoro che sta portando avanti il sottosegretario Baretta, partono da lontano e la politica ha le sue colpe. “All’inizio i Monopoli di Stato (oggi Agenzie delle Dogane) – dice Ginestra – non era solo l’ente riscossore ma anche il gestore del mondo dei Giochi, quello che regolamentava il sistema. Oggi questo compito è stato delegato completamente alla politica coi rischi e i guasti che vediamo per un mondo, quello dei Giochi, che dona ogni anno al Paese 8,5 miliardi di tasse. Una piccola manovra economica che pure sembra essere snobbata. Il potere deve tornare ad essere centrale, Stato e Regioni, perché la disciplina comunale diventa un boomerang o un ginepraio di norme per un’azienda che investe da Aosta in Sicilia. Regole certe e uniformi, si può ripartire da qui. Sui limiti del numero delle macchine o sulla tracciabilità stessa dei giocatori attraverso la tessera fiscale così come accade per i distributori automatici di sigarette, possiamo tranquillamente giungere ad un’intesa”.

Certo, anche concessionari, gestori, costruttori hanno le loro colpe. Soprattutto quando attraverso divisioni al loro interno hanno causato una frammentazione della rappresentatività che sul fronte politico ha la sua influenza, negativa. “La fine della leadership delle scommesse sull’ippica – dice ancora Ginestra – è iniziata quando trotto e galoppo hanno cominciato a farsi la guerra”. Ma il presidente di Agisco ce l’ha anche con la normativa attuale che vede in Italia vede oltre 3mila negozi di scommesse autorizzati con concessioni dello Stato, circa 2.000 attualmente ancora in fase di sanatoria e ben oltre 3.000 invece di negozi di scommesse collegati a operatori esteri privi di concessione italiana che però raccolgono ugualmente scommesse sul territorio italiano. A questi si aggiungono poco più di trenta concessionari autorizzati per raccogliere gioco via internet e centinaia di siti ".com" collegati a operatori senza concessione.

E poi c’è la questione della fusione Snai-Cogetech. Un colosso destinato a minare la stessa leadership di Gtech-Lottomatica che però è ancora di là da venire nonostante gli annunci. “Non sono contrario per principio – dice ancora Ginestra – ma queste operazioni devono servire per rilanciare le aziende che si fondono non certo a sistemare solo i conti. Pensavo che i “fondi” che amministrano Snai avessero idee più lungimiranti e industriali, invece…”.

E intanto su tutto aleggia la pioggia di ricorsi presentati al Tar del Lazio da parte dei concessionari che hanno impugnato la sovrattassa da 500 milioni imposta dalla Legge di Stabilità 2015 alla filiera degli apparecchi da intrattenimento. Si richiede in sostanza l'annullamento nonostante la pronuncia a favore della stessa misura da parte del Consiglio di Stato. Insieme si chiede di porre la questione di legittimità costituzionale sulla tassa stessa che secondo tutti i ricorrenti avrebbe modificato in corso d'opera i rapporti di concessione e ha elevato il prelievo e la pressione fiscale in modo insopportabile per la filiera (concessionari, gestori, esercenti). La preoccupazione è tutta del vuoto normativo non colmato dalla Delega Fiscale che avrebbe dovuto intervenire e regolare anche percentualmente dopo il pagamento della prima trance da 200 milioni.

 

RASSEGNA STAMPA – ITALPRESS – GIOCHI: GINESTRA LASCIA SNAI “SCELTA DOLOROSA MA INEVITABILE”

RASSEGNA STAMPA – ITALPRESS – GIOCHI: GINESTRA LASCIA SNAI “SCELTA DOLOROSA MA INEVITABILE”

ITALPRESS REGIONALE – 03/07/2015 10:19

GIOCHI: GINESTRA LASCIA SNAI "SCELTA DOLOROSA MA INEVITABILE”

ROMA (ITALPRESS) – "Con grande dolore sono costretto a presentare la mia disdetta al contratto con Snai: una scelta che non avrei mai immaginato di poter fare. Non e' piu' possibile produrre profitto nelle condizioni in cui siamo, e lo dico dalla posizione di maggior raccoglitore d'Italia in termini di volumi per punto vendita. Tanti miei colleghi mi stanno chiamando per chiedermi una soluzione e a loro dico che si puo' uscire dal vincolo contrattuale: per il futuro, confido nel progetto di Obiettivo 2016, l'unica via d'uscita per le nostre attivita'". Francesco Ginestra, presidente di Agisco e agente "storico" (le sue agenzie sono aperte dal 1971), annuncia cosi' la propria uscita dalla rete Snai, che anch'egli ha contribuito a creare. "Il network e' in uno stato di coma profondo – prosegue Ginestra, come riporta Agipro News – la convention organizzata questa mattina ha confermato che non si puo' continuare solo a fare i gestori di agenzie, occorre tornare ad essere concessionari. Gli accordi in corso tra gestori e Snai spa sono tortuosi ma, secondo i legali dell'associazione, consentono una via d'uscita". Nelle prossime settimane, secondo quanto si apprende, Obiettivo 2016 organizzera' un incontro a Roma per illustrare lo stato d'avanzamento del progetto Ludus. (ITALPRESS). sat/com 03-Lug-15 10:19 NNNN

RASSEGNA STAMPA – GIOCO NEWS – Ginestra (Agisco) esce da Snai: ‘Manca confronto con la rete, così non c’è futuro’

RASSEGNA STAMPA – GIOCO NEWS – Ginestra (Agisco) esce da Snai: ‘Manca confronto con la rete, così non c’è futuro’

GIOCO NEWS – 03/07/15 12:14

Ginestra (Agisco) esce da Snai: 'Manca confronto con la rete, così non c'è futuro'

Il presidente di Agisco, Francesco Ginestra ha deciso di uscire da Snai. Questo dopo la convention di ieri del concessionario, che ha visto la presentazione di tutte le attività già operative o in corso di lavorazione. “Una decisione molto sofferta, me lo lasci dire, ma non mi trovo d’accordo sulle modalità con cui è gestita ora la società”, afferma Ginestra. “Non vedo futuro. C’è stata una convention ieri, dove non c’è stato nessun dialogo con la platea. I gestori sono allo stremo, molti stanno per chiudere. A questa situazione, purtroppo, non si vuole guardare. Sarebbe stato più democratico un bagno di umiltà e osservare gli operatori e una rete intera che si trova in difficoltà. Sono loro che fanno la forza di un concessionario. Mentre un trattamento simile nei confronti dei singoli operatori d’agenzia non lo posso accettare. Si parla di contratti, ma non si espongono i contenuti degli stessi. Manca totalmente il confronto e questo non è ammissibile. Tanti dei miei iscritti ad Agisco, ma anche tanti che non lo sono, mi hanno chiesto di poter uscire dai contratti con Snai e anche il nuovo contratto proposto dal concessionario è iniquo per il gestore”.

Come vede il suo futuro? “Continuerò a fare il presidente di Agisco e a difendere la rete. C’è poi il progetto Ludus che potrebbe essere interessante, proprio perché potrebbe dare l’opportunità con la nuova gara del 2016 di far tornare tutti a essere concessionari. Il progetto spero che potrà essere presentato entro questo mese”. 

L’ACCORDO SNAI-COGETECH – Nella convention di ieri Snai ha sottolineato tra le altre cose di voler proseguire nella collaborazione “con i migliori tra gli imprenditori del settore, a cui offre condizioni commerciali e professionali di assoluta eccellenza, a conferma della leadership conquistata e difesa sul campo. Una leadership destinata ad aumentare attraverso l'operazione con Cogemat/Cogetech che, quando sarà operativa, darà vita a un gruppo italiano ancora più forte nel mercato del betting, co-leader nel segmento delle gaming machine, ancora più attrezzato per cogliere le opportunità del nuovo segmento del mobile gaming”.

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Giochi, Ginestra lascia Snai: “Scelta dolorosa ma inevitabile, rete gestori in coma profondo”

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Giochi, Ginestra lascia Snai: “Scelta dolorosa ma inevitabile, rete gestori in coma profondo”

03/07/2015 | 09:18

Giochi, Ginestra lascia Snai: “Scelta dolorosa ma inevitabile, rete gestori in coma profondo”

ROMA – “Con grande dolore sono costretto a presentare la mia disdetta al contratto con Snai: una scelta che non avrei mai immaginato di poter fare. Non è più possibile produrre profitto nelle condizioni in cui siamo, e lo dico dalla posizione di maggior raccoglitore d’Italia in termini di volumi per punto vendita. Tanti miei colleghi mi stanno chiamando per chiedermi una soluzione e a loro dico che si può uscire dal vincolo contrattuale: per il futuro, confido nel progetto di Obiettivo 2016, l’unica via d’uscita per le nostre attività”. Francesco Ginestra, presidente di Agisco e agente “storico” (le sue agenzie sono aperte dal 1971), annuncia così la propria uscita dalla rete Snai, che anch’egli ha contribuito a creare. “Il network è in uno stato di coma profondo – prosegue – la convention organizzata questa mattina ha confermato che non si può continuare solo a fare i gestori di agenzie, occorre tornare ad essere concessionari. Gli accordi in corso tra gestori e Snai spa sono tortuosi ma, secondo i legali dell’associazione, consentono una via d’uscita”. Nelle prossime settimane, secondo quanto si apprende, Obiettivo 2016 organizzerà un incontro a Roma per illustrare lo stato d’avanzamento del progetto Ludus. NT/Agipro   

 

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RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Scommesse – Palinsesto all’inglese e Bet365 stravolgono il mercato. L’analisi dei marchi ‘storici’ tra tenuta, impennate e la flessione di Snai

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Scommesse – Palinsesto all’inglese e Bet365 stravolgono il mercato. L’analisi dei marchi ‘storici’ tra tenuta, impennate e la flessione di Snai

01/07/2015 | 16:19

Scommesse – Palinsesto all’inglese e Bet365 stravolgono il mercato. L'analisi dei marchi 'storici' tra tenuta, impennate e la flessione di Snai

ROMA – Un mercato duro e competitivo, con un’offerta ormai simile ai bookmaker internazionali, campagne di marketing costose e distribuite tra i vari media, concorrenza estera non autorizzata sul territorio. E’ la fotografia del business del betting in Italia, fino a qualche anno fa feudo di marchi superconosciuti e “storici”, che adesso premia solo i migliori, qualunque sia la loro bandiera o – come si dice ora – il “brand”.  Gli ultimi due anni, in particolare, hanno sovvertito equilibri che sembravano intoccabili tra i cinque operatori “storici” presi in esame da Agipronews per dimensioni, raccolta, tradizione e punti vendita. Secondo un’analisi realizzata sui dati stimati da fonti del settore – relativi alle scommesse sportive – il fenomeno più visibile è la riduzione della raccolta di Snai passata dai 108 milioni di aprile 2013 ai 66 di marzo 2015. Un trend differente rispetto ai rivali ’storici’ con licenza italiana – Lottomatica da 67 a 72; Sisal da 45,5 a 57,5; Eurobet da 29 a 60,5, infine Intralot da 26,5 a 31, nella stessa forbice di due anni – e determinato da almeno un paio di fattori. Hanno pesato l’introduzione a metà ottobre 2013 del palinsesto complementare – che consente ai concessionari di personalizzare l’offerta – e l’esordio (siamo nel settembre 2014) nel mercato italiano autorizzato di Bet365, colosso inglese dell’on line, che nel giro di pochi mesi ha polverizzato ogni record sfiorando i 100 milioni di scommesse mensili di incasso. Un’ “irruzione” che, complessivamente, non ha colto impreparate la maggior parte delle aziende storiche – tranne qualche vistosa eccezione – che hanno saputo tramutare le difficoltà concorrenziali in un vero e proprio trampolino di lancio.  NT/Agipro

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – COPERTURA CONVEGNO SISTEMA GIOCO ITALIA ” L’INDUSTRY ITALIANA DEI GIOCHI PUBBLICI”

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – COPERTURA CONVEGNO SISTEMA GIOCO ITALIA ” L’INDUSTRY ITALIANA DEI GIOCHI PUBBLICI”

25/06/2015 | 10:30 Sistema Gioco Italia, l'industry italiana dei giochi pubblici: nel 2014 filiera ha generato 500 milioni di euro, quasi 5 mila gli addetti ai lavori

ROMA – Nel 2014 il valore della produzione industriale complessivamente generato dall’intera filiera del gioco è stato di ben 500 milioni di euro, con quasi 5.000 addetti. È la fotografia che emerge da "L’industry italiana dei giochi pubblici", lo studio di Confindustria Sistema Gioco Italia realizzato da Mag Consulenti Associati. Considerando le diverse aree della filiera, a farla da padrone sono naturalmente i prodotti di gioco, che con 264 milioni rappresentano la fetta più ampia del valore complessivo (il 52,9%). Seguono i terminali, con 215 milioni di produzione (43,1%) e le reti e i sistemi di controllo dei concessionari con 20 milioni (4%). Per quanto riguarda i prodotti di gioco, il valore della produzione risulta concentrato nel settore delle gamong machines, per una percentuale complessiva tra AWP e VLT di 60,3% e un valore di 302 milioni di euro. Segue il settore delle lotteries con 120 milioni (24,1%), i prodotti di gioco online con 51 milioni (10,1%), il betting con 24 milioni (4,8%) e il bingo con 3 milioni (0,6%). MSC/Agipro

25/06/2015 | 11:11 Delega fiscale, Passamonti (SGI): "Riforma sui giochi resta necessaria, su articolo 14 ha prevalso timore di critiche"

ROMA – «L’inserimento dell’articolo 14 della delega fiscale risale a quattro anni fa, ma per come è andata si è compiuto un delitto perfetto». Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, è intervenuto nel corso della presentazione dello studio realizzato da MAG, "L’industry italiana dei giochi pubblici", organizzato a Roma. «La cancellazione dell’articolo 14 dalla delega ha obbligato a reimpostare i lavori – continua Passamonti – Ha prevalso il timore di ricevere qualche fischio in più rispetto agli applausi, smontando il lavoro anche coraggioso fatto dal sottosegretario Pier Paolo Baretta. Lo stesso Consiglio dei Ministri in cui non è stato presentato l’articolo sui giochi, poi, non ha impugnato la legge regionale della Lombardia, un provvedimento che non tiene conto delle mancate coperture che comporta». Le conseguenze del mancato riordino del settore, ricorda Passamonti, si fanno già sentire: «I dati su aumento del gioco illegale nelle regioni che hanno inserito provvedimenti espulsivi sono evidenti già nei dati della Guardia di Finanza, ma il campanello d’allarme forse arriverà con i mancati introiti erariali. Gli effetti positivi dell’offerta di gioco legale non sono stati sufficienti a determinare giudizi positivi. La tracimazione dell’offerta era evidente e da anni abbiamo sottolineato la necessità di contenerla, ma nel nostro Paese si preferisce strillare al ragionare». PG/Agipro  

 25/06/2015 | 11:46 Giochi, MAG: «Nel 2014 agli operatori 8,8 miliardi di ricavi netti»

ROMA – Nel 2014 i ricavi netti per gli operatori del settore giochi sono stati di circa 8,8 miliardi di euro, il 53,2% della spesa effettiva dei giocatori (16,5 miliardi) cioè le giocate meno le vincite restituite, mentre all’erario è finito il 46,8%, circa 7,7 miliardi. E’ quanto emerge dallo studio "L’industry italiana dei giochi pubblici”, presentato oggi a Roma dalla società di consulenza MAG con Confindustria Sistema Gioco Italia. Cifre che sostengono un settore capace di impiegare oltre 5.000 addetti alla produzione, di cui quasi 2.300 in Italia. La produzione italiana è più presente nei terminali, nelle reti e nei sistemi di controllo e nei segmenti AWP e scommesse, invece i produttori esteri sono più presenti nel segmento delle VLT, delle scommesse virtuali e nel gioco online. Il valore della produzione per ogni addetto è di circa 96.500 euro nelle aziende italiane e di circa 130mila euro nelle aziende estere.Ai ricavi netti degli operatori di gioco, però, vanno tolti ulteriori costi – come i canoni per le concessioni ai Monopoli di Stato o finanziamenti per il settore ippico – per 476 milioni, pari al 5,4% degli 8,8 miliardi complessivi. Più nel dettaglio, il 60,3% dei ricavi è finito ai punti vendita (5,3 miliardi), il 20,2% ai concessionari (1,7 miliardi), il 14% ai distributori e ai gestori (1,2 miliardi). Nello specifico, i ricavi netti di filiera sono andati a ricompensare i diversi protagonisti del settore composto da circa 6.000 imprese e caratterizzato da un bacino occupazionale di oltre 140 mila addetti. Lo studio – comprensivo dei costi di canoni e finanziamenti per altri enti pubblici – restituisce una ripartizione che fa scendere la parte per gli operatori appena sotto la metà totale dei ricavi del settore. Non finisce qui: gli operatori di gioco devono inoltre affrontare ulteriori costi per i “beni strumentali” – dai terminali, ai sistemi di controllo, alla manutenzione delle macchine – che pesano per altri 499 milioni di euro l’anno. Costi che percentualmente incidono in particolare su slot (29,3%) e Vlt (31%), la gestione delle macchine supera il 60% del totale, con le lotterie al 24%, il gioco online al 10% e le scommesse al 4,8%. MSC-PG/Agipro

25/06/2015 | 11:25 Passamonti (Confindustria Giochi): "La stampa di settore? Alcune home page sembrano vetrine di supermarket del gioco"

ROMA – "La ’sparate’ sugli allarmi sanitari, sempre meno in veritá, continuano ad apparire su media e giornali, ma impediscono di portare avanti un ragionamento serio. Parte della stampa specializzata ha avuto un suo ruolo: mettere il microfono davanti ad alcuni personaggi e dargli rilevanza nelle home page, che a volte sembrano supermarket del gioco, non ha aiutato". Così Massimo Passamonti, Presidente di Sistema Gioco Italia (Sgi), nel corso del suo intervento alla presentazione dello studio "L’industry italiana dei giochi pubblici", in corso a Roma.  "La politica è stata facilona: ancora oggi si sventola il dato dei 98 miliardi come una condanna – ha ricordato Passamonti. –  La legge di stabilità é intervenuta a gamba tesa aggravando i bilanci degli operatori e lasciando incertezza sulla ripartizione di quanto chiesto e senza la delega fiscale sará difficile far crescere il settore. Nel frattempo – ha aggiunto – il gioco legale viene espulso, mentre le situazioni grigie e illegali ritornano. C’è ipocrisia perchè nessuno dice di essere contrario al gioco pubblico, ma nessuno stabilisce quale sia il limite. Leggi regionali non coordinate tra loro stanno distruggendo il rapporto tra lo Stato e chi si é preso l’incarico di gestire il gioco mantenedolo nella legalità – ha concluso Passamonti – Pensare a divieti assoluti di pubblicitá non é pensabile, il gioco non é il tabacco: l’’Organizzazione mondiale della sanità dice che non é cosí". PG/Agipro

 25/06/2015 | 11:48 Giochi, MAG: «Incertezza normativa limita la crescita del settore»

ROMA – Per il mercato italiano dei giochi «sussistono limiti allo sviluppo che derivano dalla «lentezza e dall’incertezza della regolazione tecnica». Lo evidenzia lo studio di MAG Consulenti Associati, “L’industry italiana dei giochi pubblici”, presentato oggi a Roma. «E’ urgente sviluppare una politica industriale di settore per favorire il consolidamento e la specializzazione dell’offerta di gioco regolamentato nel mercato nazionale e per assistere le aziende italiane nei mercati esteri, promuovendo non solo il modello italiano di controllo telematico dei giochi, ma anche le soluzioni industriali sviluppate» nel Paese. MSC-PG/Agipro 

 25/06/2015 | 11:50 Giochi, MAG: «AWP da remoto sono occasione di sviluppo per il settore»

ROMA – Una delle occasioni di sviluppo per il settore dei giochi è l’introduzione delle AWP che consentono esclusivamente il gioco da ambiente remoto. Secondo lo studio “L’industry italiana dei giochi pubblici” redatto da MAG Consulenti Associati, le AWP da remoto sono «un prodotto innovativo» e «sicuro per la collettività e il giocatore, da proporre anche negli altri Paesi». Le nuove macchine – previste nelle bozze della delega fiscale, a quanto sembra per ora in stand by – prevedono, oltre al collegamento a distanza che permette di cambiare in breve tempo i giochi offerti e di garantire la tracciabilità dei flussi di gioco, anche standard di sicurezza più elevati, come la possibilità di identificare il giocatore, per innalzare la tutela su minori e gioco patologico. L’industria nazionale avrebbe così la possibilità di proporre il prodotto come ’first mover’ nel mercato internazionale. L’ipotesi di introdurre le AWP da remoto a bassa giocata e bassa vincita nel decreto giochi della delega fiscale era stata presa in considerazione anche dal MEF: il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, alcune settimane fa, aveva evidenziato «un’importante opportunità per i costruttori di macchine sul mercato italiano». Tra le attuali eccellenze dell’industria italiana del gioco, invece, lo studio di MAG evidenzia le macchine da intrattenimento, prodotte da un ristretto gruppo di impresa ed elevata specializzazione, e i sistemi di totalizzazione e lotteria. MSC-PG/Agipro 

 25/06/2015 | 11:51 Giochi, Passamonti (SGI): "Piano regolatore anche senza delega, pronti a togliere 100 mila slot"

ROMA – "Anche senza la delega fiscale siamo pronti ad andare avanti con un piano regolatore per autoridurre l’offerta slot sul territorio. Chiederemo ai nostri associati di installare 4 slot al massimo per gli esercizi pubblici e un massimo di 6 vlt per sala slot". Lo ha dichiarato Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, nel corso della presentazione dello studio  "L’industry italiana dei giochi pubblici", in corso a Roma. "Applicando questi criteri – ha precisato Passamonti – stimiamo 100 mila macchinette in meno. Il rapporto – ha specificato Passamonti – sarà di una macchina ogni 220 persone, riducendo il mercato del 25%. Sfido chiunque a trovare un settore che accetti una sfida del genere. In collaborazione con la politica siamo pronti ad ridurre gli apparecchi per mostrare responsabilità sociale che è anche valore industriale".  PG/Agipro  

25/06/2015 | 12:05 Delega Fiscale, Marino (Mag): "Stop a decreto giochi danneggia industria del settore"

ROMA – "Il settore del gioco ha sempre seguito l’evoluzione tecnologica e i gusti dei giocatori. Anche il decreto giochi della delega fiscale prevedeva l’evoluzione degli apparecchi da intrattenimento, consentendo il gioco solo da remoto. Questo stop del decreto attuativo provoca un senso di frustrazione" e fa emergere "la difficoltà di creare un’industria nazionale". Lo ha detto Guido Marino, amministratore unico Mag Consulenti Associati, nel corso della presentazione dello studio "L’industry italiana dei giochi pubblici" realizzato da Mag per Confindustria Sistama Gioco Italia. "Le nostre macchine da intrattenimento rappresentano delle eccellenze di prodotto e nel settore ci sono competenze molto consolidate: il problema è che i prodotti non hanno seguito la domanda, ma hanno seguito delle istanze politiche e dei vincoli regolatori nazionali che in molti casi hanno impedito ai prodotti di essere esportati. – ha spiegato Marino – E’ quello che è accaduto con gli apparecchi da intrattenimento italiani, troppo complessi per essere venduti all’estero. Abbiamo perso un’occasione di sviluppo industriale". MSC/Agipro

 25/06/2015 | 12:22  Delega Fiscale, Parlati (SGI): "Awp da remoto, noi siamo pronti alla sfida, ma servono norme certe"

ROMA – "Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si puó dire che in questi anni nonostante le difficoltà – mancanza di norme certe, stampa contraria e ostruzionismo degli enti locali – si é comunque sviluppato un tessuto industriale. Possiamo incominciare a immaginare un polo industriale per la produzione e la progettazione degli apparecchi, cosí da consentire una eventuale esportazione. Ma è indispensabile avere delle norme certe". Lo ha chiarito Gennaro Parlati, Coordinatore tavolo tecnivo Interassociativo di Sistema Gioco Italia e direttore generale di ACMI, Associazione Nazionale Costruttori Macchine Intrattenimento, nel corso della presentazione dello studio "L’industry italiana dei giochi pubblici" realizzato da Mag per Confindustria SGI. "Il tavolo interassociativo su slot da remoto ha come obiettivo una ridefinizione della dimensione industriale del settore – ha spiegato Parlati – Abbiamo parlato di contrasto a gioco patologico e minorile, di sicurezza e affidabilità delle macchine. In due mesi siamo riusciti a coinvolgere tutti e c’è una proposta condivisa su cui c’é accordo all’80%. Spero che le occasioni di confronto ci verranno date anche in futuro, ma al momento il mercato é al palo da quattro anni: le aziende chiudono e il territorio sta tornando in maniera pesante in mano all’illegale. Siamo pronti e vogliamo che questa sfida ci venga riproposta". PG/Agipro

 25/06/2015 | 12:47 Delega Fiscale, Baretta (Mef): "Su decreto giochi lavoro non è terminato, necessario punto di equilibrio con le Regioni"

ROMA – "Affrontiamo questa fase nell’ottica di un processo dinamico e non definitivamente concluso, anche perché alle spalle abbiamo un buon lavoro sulla delega fiscale, portato avanti con tutta la filiera". Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, nel corso della presentazione dello studio  "L’industry italiana dei giochi pubblici", redatto da MAG Consulenti Associati per Confindustria Sistema Gioco Italia. "Chiunque si occuperà di gioco in futuro non potrà prescindere dal lavoro di questi mesi – ha proseguito Baretta – Il lavoro certamente non è terminato". "L’ultima bozza del decreto è stata consegnata a Palazzo Chigi: la riserva statale sul gioco resta un punto fermo, perché è un’impostazione a cui lo Stato non intende rinunciare, ma bisogna trovare un punto di equilibrio, da ricercare nella conferenza Stato-Regioni. Le Regioni sono il punto di riferimento per l’interlocuzione – ha aggiunto ancora il Sottosegretario – La pubblicità non è essenziale alla diffusione del gioco: nell’ultima bozza, abbiamo scelto di vietarla. Su alcuni punti è necessario non interrompere il lavoro: è il caso della tassazione sul margine, dell’organizzazione della filiera, della gestione del gioco da remoto – occasione importantissima per la struttura industriale – e della ridistribuzione del gioco sul territorio. Dobbiamo confermare questo lavoro, – ha concluso – sono convinto che non siamo alla fine". MSC/Agipro   

 25/06/2015 | 12:32 Giochi, Roma (Censis): "Su settore informazione non equilibrata"

ROMA – "Bisogna cercare di far passare una controcultura equilibrata sul gioco, un tema che subisce l’influenza di un’opinione pubblica elitaria che bisogna eliminare". Lo ha detto Giuseppe Roma, Senior Advisor del Censis, nel corso della presentazione dello studio "L’industry italiana dei giochi pubblici", realizzato da Mag per Confindustria Sistama Gioco Italia.  "Il gioco, nella maggior parte dei casi, è un passatempo: esiste una domanda molto diffusa, che in gran parte non è patologica, ed è su questo aspetto che bisogna insistere per correggere lo squilibrio dell’informazione", ha continuato. "In questo momento, le aziende devono essere presenti non solo nella comunicazione, ma soprattutto nelle azioni, ad esempio radicando la presenza sul territorio per contrastare l’illegalità – ha aggiunto Roma e sulla pubblicità ha concluso – Le aziende devono autoregolamentarsi, per evitare l’effetto boomerang e per dimostrare di essere più equilibrati di coloro che gridano a un fantasma che non c’è". MSC/Agipro 

 25/06/2015 | 12:58  Passamonti: "Se riordino giochi salta, lo Stato dovrà affrontare battaglia legale"

ROMA – "Se il riordino del settore giochi previsto dalla delega salta, non escludo che gli operatori facciano partire una lunga stagione di contenziosi e battaglie legali con lo Stato". Lo ha detto Massimo Passamonti, presidente si Sgi, a margine del convegno organizzato oggi a Roma. "Il tema non riguarda l’associazione, quanto i singoli operatori, soprattutto quelli esteri, a mancate promesse seguiranno i ricorsi, penso ad esempio all’addizionale sulle slot e sulle vlt, la cui seconda rata da 300 milioni scade a fine ottobre". PG/Agipro

 25/06/2015 | 13:10 Delega Fiscale, Ughi (Obiettivo 2016): "Senza codice dei giochi impossibile pensare a riduzione dell'offerta"

ROMA – "In questo momento il codice dei giochi non c’é, questo vuol dire che lo Stato non vuole le regole e in futuro il settore diventerà ancora meno controllabile". Lo ha detto Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, a margine del convegno organizzato oggi a Roma da Confindustria Sistema Gioco Italia, commentando lo stop al decreto giochi che non dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri nei tempi previsti dalla delega fiscale. Senza il riordino del settore "l’impegno statale – ha detto ancora Ughi – deve essere rivolto a far rispettare le regole che esistono, rinunciando però alle ipotesi di riduzione dell’offerta". PG/Agipro