RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA NEWS SU CONVEGNO NOVATIC E CONVEGNO LUDOPATIE

RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA NEWS SU CONVEGNO NOVATIC E CONVEGNO LUDOPATIE

Giochi, Aronica (ADM): “Con distanziometro rischio proibizionismo, serve politica che contribuisca a dimensionare gioco entro confini di proporzionato divertimento”

“L’imposizione di distanze minime dai cosiddetti siti sensibili, così come è stata concepita sinora rischia di diventare una fuga nel proibizionismo mentre invece potrebbe diventare parte di una politica che contribuisca a dimensionare il gioco con vincite in denaro entro i confini di un proporzionato e controllato divertimento. E’ uno dei passaggi chiave dell’intervento di Alessandro Aronica, vicedirettore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all'interno del libro realizzato da Novomatic “Gioco pubblico e raccordi normativi”. “Per quanto sommaria e del tutto preliminare rispetto ad approfondimenti che chiamano in causa diverse e differenziate competenze, la ricostruzione degli andamenti delle principali variabili del sistema legale del gioco apre a qualche riflessione utilmente spendibile nel contesto delle discussioni correnti, culturali e politiche. Un primo elemento su cui riflettere è il legame tra domanda e offerta di gioco. L’evoluzione che abbiamo descritta è compatibile con l’idea che domanda e offerta di gioco si abbraccino prima in segreto (se sia l’offerta illegale o la domanda a fare il primo passo non è di grande interesse); se così fosse, la legalizzazione dell’offerta avrebbe, almeno in parte importante e in prima battuta, il ruolo di far emergere una domanda compressa o sommersa, di acquisire risorse alla fiscalità generale, di garantire ai giocatori condizioni di trasparenza e correttezza. Le analisi sui moventi dei comportamenti individuali possono o meno consentire di confermare questa ipotesi di lavoro; tuttavia, alla luce delle vicende che abbiamo ricostruito, sostenere “sic et simpliciter” che l’offerta legale è il presupposto fondamentale di una domanda altrimenti  inesistente appare discutibile; certo, in nessun settore le scelte e le preferenze dei consumatori possono formarsi al di fuori della gamma di prodotti realmente esistenti, ma qui il punto è che i prodotti spesso esistono già nel mercato parallelo. Naturalmente questa riflessione è interessante perché si riferisce direttamente alle dinamiche dei cosiddetti “giochi nuovi”, ovvero apparecchi da divertimento e giochi a distanza. Un secondo elemento di riflessione riguarda il volume di gioco e il volume delle perdite. Come abbiamo visto le due variabili conoscono un’evoluzione fortemente differenziata, soprattutto in relazione al prevalere (nell’offerta e nelle scelte dei consumatori all’interno dell’area legale) di giochi con un Pay Out elevato, quando non elevatissimo. È questa una caratteristica che accomuna le AWP, le VLT e il gioco a distanza. Nel caso delle AWP e del gioco a distanza la forte divaricazione tra la Raccolta e la Spesa può essere considerata il sintomo della riconduzione del gioco in una dimensione di divertimento in cui la sollecitazione dell’azzardo (o della speranza di un “colpo di fortuna” che cambi la vita) finisce sullo sfondo, a favore di una motivazione di puro svago, di impiego del tempo libero (e non mancano, per esempio nel settore “a distanza”, giochi senza vincite in denaro capaci di “garantire” un altissimo consumo di tempo con una spesa irrisoria). Nel caso delle VLT, invece, il Pay Out molto elevato non può essere considerato la garanzia del puro passatempo, dal momento che le puntate elevate e le asimmetrie di perdite e vincite collocano in primo piano proprio la dimensione dell’azzardo. Se si eccettuano le VLT, cui non è difficile associare la possibilità di perdite economiche anche ingenti in un breve lasso di tempo, il rischio di una spesa eccessiva attraverso gli altri canali del gioco legale sembra riconducibile più direttamente a una attitudine soggettiva del giocatore piuttosto che alle insidie intrinseche dei diversi giochi (e spesso si manifesta attraverso una combinazione di essi). Che di questa attitudine si possa parlare anche in termini medici, ovvero come di una patologia specifica, è un passo successivo che ormai viene compiuto pacificamente. Ciò che appare, tuttavia, paradossale sono le conseguenze che se ne traggono circa l’offerta legale. In base alle caratteristiche del gioco (la puntata massima è di 1 euro e la vincita massima è di 100 euro), nelle AWP prevale senz’altro in prima battuta la dimensione dell’intrattenimento (anche alla luce di un Pay Out superiore al 70 per cento). Tuttavia si tratta di giochi che è possibile realizzare semplicemente e in rapida successione, con il solo ausilio di una macchina, considerati a motivo di queste altre caratteristiche maggiormente suscettibili di agganciare vocazioni alla dipendenza. Si sostiene che un gioco ha “un alto contenuto di pericolosità oggettiva, con forti rischi di uso ossessivo compulsivo quando la sua stessa struttura ontica è connotata da… velocità nello svolgimento del gioco, minimo intervallo di tempo tra le giocate, assenza di intermediari, automatismo nell’esecuzione del gioco”. In realtà, dimostrare che esiste una patologia specifica e che esistono soggetti incapaci di controllarsi, causa una loro predisposizione individuale, dovrebbe alleggerire le responsabilità dell’offerta. Nel dibattito corrente, al contrario, la “medicalizzazione” funge spesso da premessa a una tesi sostanzialmente proibizionista. Tale proibizione, naturalmente, riguarderebbe oggi il gioco che si vede, quello legale. Come se, nell’individuare la chiave di questo problema, si scegliesse di cercarla in una zona illuminata, ben sapendo che potrebbe trovarsi con maggiore probabilità in una zona d’ombra delle coscenze e, anche, naturalmente, del contesto sociale. Orbene, accertato che nella famiglia delle dipendenze esiste anche la cosiddetta “ludopatia”, con una diffusione che travalica ormai la stretta cerchia di personaggi noti (e, solo per questo, un poco irreali) e coinvolge tutti i ceti, in particolare, categorie di cittadini molto fragili e con molto tempo libero (i giovani, i pensionati, i disoccupati), è un errore continuare a sottolineare i rischi associati alle grandi perdite economiche (rispetto ai quali il proibizionismo appare poi una tentazione irresistibile), non considerando che anche il divertimento insistito, ancorché esente da conseguenze irreversibili sul piano economico, è un problema meritevole di essere affrontato con serietà nell’ambito di un confronto culturale ed educativo che ha gli anni della storia del mondo e che i genitori responsabili conoscono benissimo da sempre, perché non si contano le volte che sono stati costretti a riprendere per le orecchie i “patiti” del flipper o, prima ancora, delle carte e dei dadi o, nell’antica Roma, degli astragali. Per tornare, infine, al tema del Convegno, vi è da chiedersi, allora, da questo punto di vista più ampio, non religioso né etico, ma culturale, se l’imposizione di distanze minime dai cosiddetti siti sensibili, così come è stata concepita sinora, non rappresenti, nei fatti, una fuga nel proibizionismo – una fuga che chiude gli occhi rispetto alle future rivincite del circuito illegale – mentre, invece, potrebbe diventare, se ragionevolmente concepita, parte di una politica che contribuisca a dimensionare il gioco con vincite in denaro (ma non solo quello) entro i confini di un proporzionato e controllato divertimento. Una recente sentenza del Consiglio di Stato15 sembra confortare questo punto di vista alternativo. La sentenza ha respinto il ricorso del Comune di Bologna contro una sala scommesse a cui era stata negata l’autorizzazione a un trasferimento di sede. Il Consiglio di Stato ha sì affermato che l’imposizione di una distanza di rispetto costituisce uno strumento idoneo per contribuire a limitare il diffondersi di fenomeni di dipendenza, ma ha anche sottolineato come “l’individuazione di una distanza piuttosto di un’altra discenda invece dall’esercizio di una discrezionalità amministrativa, che effettui la ponderazione con i contrapposti interessi allo svolgimento delle attività lecite di gioco e scommesse, alla luce dei canoni della adeguatezza e della proporzionalità”. Supponiamo che le distanze minime costituiscano, anziché una misura di sbarramento, una risorsa di ultima istanza nel caso di imprese che si sottraggano al rigoroso abito del gioco regolare e controllato, fissato in norme che stabiliscano elevatissimi standard qualitativi per chi offre gioco al pubblico (sia in sale dedicate, sia in pubblici esercizi). In una cornice normativa di questa chiarezza, i Comuni potrebbero utilizzare le distanze, anche molto significative, quasi come una sanzione. È evidente che in questo caso sarebbe più semplice dare concretezza, in via generale, a quella esigenza di adeguatezza e proporzionalità nell’utilizzo della discrezionalità dell’ente locale che il Consiglio di Stato ha voluto indicare. È questo, a nostro avviso, lo spazio logico entro il quale può individuarsi, in coerenza con una impostazione non proibizionista ma vigile, una soluzione equilibrata ai problemi che vanno emergendo e che la nostra società si va ponendo. Anche sul piano poi del più ampio confronto culturale ed educativo, si rinvengono norme specifiche nella più recente legge di stabilità laddove si afferma (articolo 1, comma 941, della legge 208/2015) che: “Il Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, anche attraverso l'utilizzo dei propri siti web, predispone campagne di informazione e sensibilizzazione, con particolare riferimento alle scuole di ogni ordine e grado, sui fattori di rischio connessi al gioco d'azzardo, al fine di aumentare la consapevolezza sui fenomeni di dipendenza correlati, nonché sui rischi che ne derivano per la salute, fornendo informazioni sui servizi predisposti dalle strutture pubbliche e del terzo settore per affrontare il problema della dipendenza da gioco d'azzardo”. Ma per confronto culturale si intende qualcosa di ulteriore e diverso, una capacità complessiva della nostra società di formare individui consapevoli, capaci di scegliere e di poter attraversare una sala scommesse così come altri luoghi di tentazione senza perdere la testa. È difficile oggi non convenire sul fatto che, al di là del gioco d’azzardo patologico e della spesa complessiva comunque impegnata dalle famiglie in questo settore, vi è un problema di tempo consumato (non rileva ai fini del ragionamento che sia sottratto alle attività produttive o che sia libero) che sembra possa configurarsi come eccessivo anche in relazione a chi è perfettamente in grado di tenere sotto controllo le conseguenze economiche del gioco. Si tratta quindi di trovare un equilibrio, di ridurre le distanze tra la posizione di Bernardino da Siena, che associava al gioco dei dadi “non meno di 15 differenti peccati” e, tra questi, annoverava la perdita di tempo, e quella di Carlo Rovelli che – nell’incipit del capitolo dedicato alla relatività del suo “Sette brevi lezioni di fisica” ricorda: “Da ragazzo, Albert Einstein ha trascorso un anno a bighellonare oziosamente. Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte, cosa che i genitori degli adolescenti purtroppo dimenticano spesso”. Si tratta oggi di trovare un equilibrio, non di dettarlo. È evidente che il confronto culturale è aperto a tutto campo e non si “gioca” nello specifico settore, ma soprattutto altrove nell’economia e nella società. Vi è chi ritiene che lo Stato (quello centrale evidentemente in questa fase storica) non avrebbe titolo etico a concorrervi per il fatto di essere beneficiario, come abbiamo visto, di introiti che annualmente sono compresi tra gli 8 e i 9 miliardi di euro. Alla base del ragionamento vi è spesso una netta distinzione tra gli interessi della collettività e quelli del governo pro tempore, come se quest’ultimo si appropriasse per esigenze contingenti di un extra-profitto tributario, cui sarebbe bene, invece, in nome dello Stato etico, rinunciare. In realtà, come sappiamo, nel quadro restrittivo di finanza pubblica degli ultimi anni, le posizioni dello Stato e quella dei governi pro tempore, considerate in astratto e, in tesi, così lontane, hanno dovuto avvicinarsi, dovendosi considerare il cospicuo apporto del settore all’erario un contributo al finanziamento indistinto della spesa pubblica (meritevole quanto essa lo è nella media) difficilmente rinunciabile. Per quanto siamo venuti dicendo riteniamo che i due ruoli, quello di protagonista del dibattito culturale e quello di regolatore di un settore in cui, come in altri, vi è un problema di tutela dei soggetti deboli e di contrasto all’illegalità, siano compatibili. Al tema bisogna comunque avvicinarsi con umiltà. Prima del Papa Alessandro VII (1655-1667) i romani potevano giocare al lotto solo all’estero (Napoli, Modena, Genova); consentito da Clemente XI e Innocenzo XIII, il lotto fu proibito in perpetuo da Benedetto XIII, con editto che il suo successore, Clemente XII, prima confermò e poi abolì, perché non si riusciva a impedire che i romani continuassero a puntare sui lotti esteri. Tanto valeva che ne traessero vantaggio le finanze pontificie. Permesso il lotto a Roma, la minaccia di scomunica colpiva chi ardisse continuare a giocare sui lotti esteri”. lp/AGIMEG

Giochi, Aronica (vice dir. Adm) "La spesa del gioco non è cresciuta, ma è aumentata la quota del gioco legale"

"Siamo un po' un paese di giocatori, non lo si può negare" ha detto Alessandro Aronica, vice direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel corso della presentazione del libro "Gioco pubblico e raccordi normativi". Aronica ha però precisato che occorre essere chiari sulle cifre del settore: "Il valore da prendere in considerazione non è la raccolta, ma le "perdite". E queste ammontano a 17 miliardi l'anno. Peraltro la metà di questa cifra torna alla collettività sotto forma di gettito". Per quanto riguarda le normative locali di contrasto al gioco, Aronica ha spiegato che i Monopoli hanno effettuato una simulazione, prendendo come unico luogo sensibile le scuole, tralasciano chiese, ospedali e altre strutture normalmente inserite nelle liste stilate dagli enti locali. "L'effetto è che il 70% dei centri dovrebbero traslocare o chiudere. Il che vuol dire che l'offerta di gioco legale dovrebbe essere ridotta sostanzialmente". Il primo effetto sarebbe però quello di rafforzare l'offerta illegale: "nonostante il nostro impegno, ci sono settori che ancora sfuggono al nostro controllo. Inoltre, bisogna considerare che in questi anni la spesa del gioco non è cresciuta, è cresciuta la quota del gioco legale". Insomma per Aronica "un'alternativa al proibizionismo esiste", ma sulla questione si attendono le decisioni della Conferenza Unificata. gr/AGIMEG

Giochi, avv. Paolo Leone: "Tra i diritti fondamentali c'è anche quello di fare impresa senza discriminazioni. Il sistema gioco in Italia necessita di una normativa chiara"

È stato presentato questa mattina a Palazzo Rospigliosi a Roma il volume dal titolo “Gioco pubblico e raccordi normativi”. "Tra i diritti fondamentali c'è anche quello di fare impresa senza discriminazioni. Il sistema gioco in Italia necessita di una normativa chiara", è uno dei passaggi chiave della prefazione al volume proposta dall’avvocato Paolo Leone: “Quando i promotori di questo volume decisero, dopo un importante convegno sul gioco, di raccogliere in un volume alcuni interventi, avvalendosi della disponibilità di autori prestigiosi, ho avuto qualche perplessità. Mi sembrava un azzardo in tempi di e-books e di archivi informatizzati! Ebbene ‘azzardo’ è proprio il termine di cui si abusa impropriamente per descrivere il gioco legale autorizzato e su cui ruotano dicerie, leggende, sogni e delusioni; quindi, visto che il progetto doveva partire ho deciso di accogliere l’invito ed azzardare anche io qualche pensiero. Nei molti anni di avvocatura mi sono occupato, e tuttora continuo, del settore in posizione privilegiata, ossia studiare le regole e poi vivere la loro applicazione in diretta con le imprese. Imprese coraggiose quelle del gioco, per la tenacia dimostrata nonostante alcuni scossoni legislativi e le ingiuste campagne mediatiche ed i pregiudizi. Con l’introduzione nel 2009 delle Videolottery (VLT) mi accorsi inizialmente quanto gli operatori e gli investitori apprezzarono la regolamentazione specifica del settore giochi accompagnata da prescrizioni tecniche all’avanguardia e collocata, se così si può dire, all’interno di un ordinamento giuridico che godeva fama di affidabilità. Ciò comportò una rinnovata fiducia nel ‘sistema del gioco legale’ italiano di cui andare fieri. In particolare, il raffronto avveniva con le nazioni dell’est europeo, il Sud America e l’Estremo Oriente, ed anche con qualche nazione occidentale. Infatti la certezza delle regole, e l’esistenza di un ente regolatore preposto (Monopoli di Stato) tecnologicamente attrezzato, fu la base della nuova era del gioco monitorato nella operatività dallo Stato, che si rivelò anche la più efficace delle armi contro il gioco sommerso gestito dalla malavita. La nostra Costituzione, tra i principi fondamentali, tutela i diritti di libertà e quelli di fare impresa senza discriminazioni. Discendono dalla nostra Carta Costituzionale e si ramificano, in materia di gioco ma non solo, una serie numerosa di leggi, regolamenti, decreti e circolari. In questo quadro generale si registrano da qualche anno – con una particolare accelerazione negli anni recenti – domande di chiarezza normativa da parte degli operatori del gioco che si trovano spaesati e spiazzati di fronte ai continui cambiamenti; aggiungo anche le contraddizioni ed i conflitti tra norme nazionali e quelle degli enti locali in genere che sono sempre più frequenti. Il legislatore aveva accelerato nel 2014, con opportuna legge delega, il progetto di racchiudere e razionalizzare tutte le norme sul gioco in un codice apposito; sarebbe stata un’opera meritoria che ricorda il virtuoso codice della navigazione del 1942 che ci vide primi nel mondo a disciplinare in modo sistematico il diritto marittimo ed aeronautico. Attendiamo di dare il benvenuto al codice del gioco! Con la legge di stabilità 2015 si è inciso in senso negativo su posizioni giuridiche già acquisite (concessioni di gioco del 2004 e degli anni seguenti della durata di molti anni) modificando le certezze degli operatori e dando luogo ad una retroattività “impropria”, con ciò vanificando ogni previsione economico finanziaria delle imprese stesse e dell’intero comparto. Non penso solo alle multinazionali che operano in scenari macroeconomici, ma penso anche alle piccole imprese come gli esercenti e la filiera collegata. Esistono allora dei limiti al potere discrezionale del legislatore? La risposta è affermativa se si vuole osservare scrupolosamente il dettato costituzionale; diversa è la risposta se prevalgono posizioni tese ad accontentare una piccola ma rumorosa parte di opinione pubblica”. Prosegue ancora nella prefazione l’avvocato Leone: “In passato, con l’articolo 11 delle Disposizioni sulla legge in generale, approvate preliminarmente al codice civile (R.D. 16 marzo 1942, n. 262) il legislatore si era posto il problema della retroattività, prevedendo che «la legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo». La Corte Costituzionale, dal lontano 1957, aveva sostenuto l’eccezionalità della deroga della retroattività, che dovrebbe essere dettata innanzitutto da ‘estrema necessità’ e adeguatamente motivata. La Corte Costituzionale affermò anche che la retroattività, infatti, non deve contrastare con il principio di tutela dell’affidamento legittimamente posto sulla certezza dell’ordinamento giuridico, la quale, elemento essenziale dello Stato di diritto, non può essere lesa da norme aventi effetti retroattivi che incidano irragionevolmente su situazioni regolate da leggi precedenti (Corte Cost., 15 luglio 1994, n. 311; 2 luglio 1997, n. 211; 4 novembre 1999, n. 416). Deroghe a questi principi, purtroppo, ve ne sono state anche per necessità finanziarie dello Stato in piena legittimità ma, a mio parere, con alcune forzature non sempre rilevate o contrastate a dovere. Tutto ciò, come facilmente previsto, ha aperto la strada a molti contenziosi alcuni dei quali pendenti al vaglio della Corte Costituzionale. Spesso si è fatto riferimento – ed aggiungo che in alcuni casi gli enti locali ne hanno fatto uno scudo per varare provvedimenti ad alta visibilità per fini elettorali o di consenso – alla ‘ludopatia’ dipingendolo come fenomeno devastante e criminalizzando gli operatori e lo stesso Stato. Il problema esiste ma in misura ridotta, come dimostrato dai dati ufficiali, e comunque molto ma molto distante da altre forme di dipendenza come, ad esempio, l’alcolismo e le tossicodipendenze. Gli esempi descritti, che sono solo una parte della complicata vita degli operatori del gioco, potrebbero ingenerare un giudizio di negatività generalizzata; e la crisi economica che ci perseguita dal 2008 induce al pessimismo facile. Tuttavia, ci viene spiegato, con una prospettiva scientifica e originale, dal Prof. Norbert Bolz (autore di un saggio ‘Chi non gioca è malato’) che ‘le regole del gioco garantiscono un ordine grazie al quale si sa sempre cosa si deve fare. Per questo il mondo del gioco è migliore della realtà perché mette il giocatore al centro dell’attenzione e ci fa vivere in modo assoluto l’appagamento di un attimo… e libera quelle sensazioni che altrimenti nella vita quotidiana non trovano più una collocazione. Se ti piace giocare fallo ma con giudizio’. Mi piace sintetizzare affermando che il gioco è intrattenimento e gioia di vivere e, quindi, farlo con giudizio non è peccato né reato; e ciò spiega anche il perché, nonostante le bufere economiche e il clima ostile di una parte della politica e dell’opinione pubblica, le persone giocano comunque ed il settore sopravvive tra molte difficoltà con sempre maggiore creatività e tenacia nel rispetto delle regole. Non posso infine fare a meno di rammentare, a me stesso per primo, che il gioco è una vera e propria industria che investe molto anche in ricerca tecnologica e occupa molte decine di migliaia di persone solamente in Italia e alimenta quotidianamente – ossia con entrate quotidiane – le finanze dello Stato italiano in misura notevole. Perché non trattarla come una rispettabile industria? Su questo tema ne sento di tutti i colori compresi i giudizi sprezzanti e diffamatori sui protagonisti. Questo è fuorviante, pericoloso e falso e tutti, a cominciare dai media, dovrebbero invece valutare che ogni volta che si attacca il gioco legale le società criminali brindano; il vero pericolo non è il gioco in sé, ma il rischio che si alimenti, seppure come effetto non voluto, l’illegalità”. Termina così la prefazione al volume “Gioco pubblico e raccordi normativi”: “Non è difesa ad oltranza di interessi partigiani ma buon senso! Auspico, quindi, una maggiore attenzione alla comunicazione e diffusione capillare di informazioni oggettive. La domanda per il gioco esiste e va gestita attentamente senza cadere nella trappola del proibizionismo. Concludo con l’auspicio che si torni ad attivare il circuito virtuoso che ha reso grande l’Italia, ossia quello di non legiferare a tutti i costi ma gestire efficientemente le problematiche nell’interesse dei cittadini e nello spirito di osservanza alla Costituzione. Anche le risultanze della Conferenza Stato-Regioni potranno contribuire se terranno conto della realtà e della necessità di armonia legislativa. Con sapienza e rapidità perché il mondo non ci attende. Ad maiora!”. cdn/AGIMEG

Giochi, nel 2015 spesa dei consumi delle famiglie italiani oltre 1000 miliardi di euro. I giochi hanno pesato per l'1,7%

Lo scorso anno, il totale dei consumi delle famiglie italiane è stato di oltre mille miliardi di euro. Di questi i giochi hanno pesato per 17,5 miliardi, vale a dire 1,7% sulla spesa totale. I dati, fonte di un’elaborazione su dati Istat e dell’Agenzia delle entrate ed inseriti nel libro "Gioco pubblico e raccordi normativi", rendono quindi bene l’idea di quanto la spesa del gioco sia un piccolo capitolo nella spesa dei consumi delle famiglie italiane. Ecco i dati di spesa nel settore del gioco, raffrontati con altre voci di consumo, dal 2008 al 2015:

 

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Alimentari

141,9

141,6

142,1

144,7

142,7

141,7

141,4

143,9

Abitazione e utenze

211,3

217,3

223,3

230,2

238,8

242

242,1

241,3

Ricreazione e cultura

67

67

70,5

72,12

68,4

64,53

17,21

17,47

di cui gioco

15,63

16,92

17,06

18,43

17,66

17,24

17,21

17,47

Totale consumi famiglie

979,6

958,7

984,2

1014,1

1002,4

987,8

994,4

1008,4

(dati in miliardi di euro)

es/AGIMEG

Giochi, il 77,7% dei punti vendita di gioco a 500 metri di distanza delle scuole. Se dovessero chiudere, l'Erario perderebbe oltre 3,5 miliardi di euro

Eliminando tutti i punti vendita di gioco che si trovano a 500 metri dalle scuole, si arriverebbe ad una riduzione del gettito erariale per 3,5 miliardi di euro. E’ quanto emerge dall’analisi dei punti vendita di gioco in Italia presenti a 500 metri dalle scuole: praticamente si parla del 77,7% dei punti vendita, quindi due terzi dei punti di gioco verrebbero di fatto azzerati. Il conto scende di poco riguardo i punti vendi a 300 metri di distanza da una scuola: si tratta del 62,6% del totale dei punti e la riduzione del gettito erariale toccherebbe i 2,8 miliardi di euro. Un quinto dei punti vendita di gioco dovrebbe invece chiudere, analizzando tutti quelli a 100 metri di distanza delle scuole: la percentuale è infatti del 18,6% per un totale di riduzione del gettito complessivo di 838 milioni di euro. es/AGIMEG

Giochi e Leggi regionali, ADM: distanziometro in vigore in 11 regioni. In Lombardia distanza minima 500 metri, in Veneto demandata ai singoli Comuni

Negli ultimi tre anni (tra il 2013 e il 2015) ben 14 regioni hanno adottato leggi regionali in materia di giochi e scommesse, con campi di interventi in particolar modo indirizzati a tutti i tipi di sale da gioco e in parte – soprattutto in Friuli, Lombardia, Piemonte e Trentino – focalizzati sugli apparecchi da intrattenimento. E’ quanto emerge dai dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli presentati nel libro realizzato da Novomatic “Gioco pubblico e raccordi normativi”. Il distanziometro è ad oggi presente in gran parte delle regioni italiane, anche se in misura diversa fra regione e regione: e se in Abruzzo, Liguria e Trentino la distanza minima dai luoghi sensibili è di 300 metri, in Basilicata, Friuli, Lombardia, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta le misure sono ancora più stringenti, con una distanza di almeno 500 metri, mentre in Veneto è demandata ai singoli Comuni. I luoghi sensibili protetti dal distanziometro riguardano sale gioco, impianti sportivi, luoghi di culto e scuole. Meno stringente, attualmente, la questione relativa agli orari di apertura delle sale gioco. In Lombardia, Veneto e Valle d’Aosta le regole sono dettate dai singoli Comuni, mentre nelle altre regioni non vi sono vincoli di legge. lp/AGIMEG

Giochi, presentato alla Camera Vademecum "Giocatori d’azzardo patologici e servizi bancari" realizzato da Bper Banca

Un supporto a sostegno delle famiglie con un giocatore d'azzardo patologico. È questo il senso del Vademecum "Giocatori d’azzardo patologici e servizi bancari", un opuscolo di 20 pagine diffuso su tutto il territorio nazionale con lo scopo di informare i familiari del giocatore patologico sui principali servizi bancari e sui comportamenti che possono consentire di tutelarsi nel rispetto della normativa vigente, del diritto alla riservatezza e del segreto bancario. I familiari di chi è affetto da gioco d’azzardo patologico, infatti, hanno il problema di controllare e contenere i comportamenti di spesa dei loro cari e il Vademecum vuole essere un prezioso supporto in tal senso. Il Vademecum, realizzato da Bper Banca in collaborazione con l’Associazione Onlus “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII” di Reggio Emilia, è distribuito con il supporto di varie organizzazioni: la Campagna “Mettiamoci in gioco”, il “Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo”, il gruppo interparlamentare “Non è un gioco” e il Centro Servizi Volontariato di Modena. Il Gruppo Bper è stato uno dei principali istituti di credito a emanare un'apposita circolare rivolta ai propri dipendenti che definisce una serie di azioni sul tema. "L'approccio di Bper al tema è laico e non ideologico: non si vogliono criminalizzare i gestori che svolgono un'attività lecita, ma neppure restare indifferenti di fronte a un fenomeno sociale così preoccupante", spiega il vice direttore vicario dell'Istituto, Eugenio Garavini, durante la presentazione alla Camera. dar/AGIMEG

Giochi, Basso (Pd): "Contenere offerta sul territorio, ma evitare proibizionismi"

"Occorre un contenimento dell'offerta del gioco sul territorio, senza proibizionismi". È quanto afferma il deputato Lorenzo Basso (Pd), coordinatore del gruppo interparlamentare sui temi del gioco d’azzardo durante la presentazione del Vademecum "Giocatori d’azzardo patologici e servizi bancari", realizzato da Bper Banca in collaborazione con l’Associazione Onlus Centro Sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia. Basso precisa poi che "serve una legge nazionale, che tenga però presente le esigenze diverse degli enti locali". dar/AGIMEG

Giochi, Basso (Pd) a Agimeg: "Sì a divieto totale della pubblicità, ma gioco non va abolito"

"Io sono per il divieto totale di pubblicità, ma non per l'abolizione del gioco". Lo rivela a Agimeg il deputato Lorenzo Basso (Pd) a margine della presentazione del Vademecum sulla ludopatia, sottolineando l'importanza di "sbloccare le proposte di legge ferme in commissione Finanze (sullo stop totale della pubblicità, ndr) per un conflitto di competenze tra Camera e Senato. Scelgano da quale Camera iniziare ma è necessario riprendere l'iter e procedere con un divieto assoluto non solo della pubblicità, ma anche delle sponsorizzazioni". Il deputato, che durante i Mondiali aveva presentato una petizione per bloccare gli spot, in vista dell'inizio degli Europei osserva che "manterremo alta l'attenzione. Intanto spero nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge di Stabilità 2016", con lo stop dalle 7 alle 22. dar/AGIMEG

Giochi, Iori (pres. CoNaGGA): "Vademecum su ludopatia è strumento utilissimo. Va tutelata anche la famiglia del giocatore patologico"

"La relazione con il giocatore patologico è importante, ma lo è altrettanto supportare il patrimonio delle famiglie. Occorre limitare i danni ed evitare che ciò che rappresenta una vita di risparmi possa essere dilapidato, venduto o ipotecato, in poco tempo. Nella speranza che, un domani, lo stesso giocatore patologico sia riconoscente di avere avuto una rete di sostegno che si è mossa per arginare i danni". È quanto afferma il presidente di CoNaGGA, Matteo Iori, durante la presentazione del Vademecum "Giocatori d’azzardo patologici e servizi bancari", realizzato da Bper Banca in collaborazione con l’Associazione Onlus Centro Sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia, di cui Iori è presidente. Iori ritiene "utilissimo avere qualche strumento per controllare le operazioni sospette, sapere quali siano i possibili interventi a sostegno della famiglia su bancomat, conto corrente, conto online, assegni, carte di credito, cessione del quinto dello stipendio, fidi, sconfinamenti, rate non pagate, censimento di tutti i debiti, sovraindebitamento, usura, amministrazione di sostegno, ed altro ancora". dar/AGIMEG

Giochi, Zappolini (Mettiamoci in gioco) a Agimeg: "Subito divieto totale pubblicità. A breve attiveremo conteggio del ritardo dell'approvazione della legge"

"La pubblicità deve essere abolita, è lo stesso principio del fumo: io sono per il divieto totale". Lo rivela a Agimeg don Armando Zappolini, portavoce della campagna  Mettiamoci in gioco, a margine della presentazione alla Camera del Vademecum sulla ludopatia. Parlando delle proposte di legge sullo stop totale degli spot ferme nelle commissioni Finanze di Camera e Senato, Zappolini annuncia che "a breve, se riusciamo già dalla prossima settimana, attiveremo un timer sul sito, una sorta di conto alla rovescia per evidenziare da quanto tempo quei provvedimenti sono fermi senza essere approvati". dar/AGIMEG

RASSEGNA STAMPA: RACCOLTA NEWS SUL DISEGNO DI LEGGE GIOCO AZZARDO PATOLOGICO

Disegno di legge Binetti: disposizioni sul gioco d’azzardo patologico

Già approvato in Commissione Affari Sociali, il progetto di legge dell’onorevole Binetti ora attende l’esame in aula.

Il ddl sul gioco patologico introduce misure volte a:

  • la tutela, la cura e la riabilitazione dei soggetti affetti da Gioco d’Azzardo Patologico (GAP);
  • la protezione dei minori e di altri soggetti vulnerabili;
  • la prevenzione della diffusione dei fattori di rischio del GAP.

Tra le misure volte alla tutela, alla cura ed alla riabilitazione dei soggetti affetti da Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) si segnalano:

  • l’applicazione di diversi servizi atti alla prevenzione, alla cura ed alla riabilitazione delle persone affette dalla patologia del GAP intendendo per soggetti affetti da GAP coloro che “presentano sintomi clinicamente rilevanti legati alla perdita di controllo sul proprio comportamento di gioco, con evidente coazione a ripetere e con condotte compulsive tali da arrecare grave deterioramento alla loro personalità, assimilabile ad altre dipendenze”;
  • l’istituzione di un numero verde a sostegno delle famiglie dei soggetti affetti da GAP;
  • l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla dipendenza da GAP, presso il Ministero della Salute.

Tra le misure volte alla protezione dei minori e di altri soggetti vulnerabili si segnalano:

  • l’utilizzo degli apparecchi di cui all’art.110 del TULPS comma 6 a) e b) solo attraverso la tessera sanitaria, così da consentire un sistema di registrazione dei giocatori e delle relative giocate, permettendo in tal modo al giocatore di autoescludersi ed autolimitarsi;
  • l’aumento della sanzione per coloro che consentono la partecipazione al gioco da parte di soggetti minorenni;
  • l’obbligo di adozione di un decreto da parte dell’ADM, entro sei mesi dall’entrata in vigore del progetto di legge proposto, che renda obbligatoria l’introduzione di meccanismi atti a bloccare automaticamente l’accesso dei minori ai giochi e che definisca le caratteristiche grafiche e cromatiche delle avvertenze generali e supplementari da apporre su ciascun apparecchio o videoterminale di gioco (le quali dovranno essere presenti anche sullo schermo degli apparecchi da gioco, per non meno di 15 secondi, all’avvio di ogni giocata);
  • l’indicazione su ogni ricevuta rilasciata dagli apparecchi di gioco dell’ammontare speso e vinto, evidenziando la differenza, il tempo di collegamento e le formule di avvertimento. Tali disposizioni saranno efficaci a partire dal 1° gennaio 2016 e trovano applicazione anche nel gioco online;
  • il divieto da parte dei concessionari di penalizzare gli esercenti e/o gestori qualora questi richiedessero la rimozione degli apparecchi da gioco;
  • l’obbligo di indicazione delle formule di avvertimento, sulla base di alcune precise indicazioni, sui tagliandi delle lotterie istantanee.

Tra le misure volte alla prevenzione della diffusione dei fattori di rischio del GAP si segnalano:

  • il divieto di pubblicità diretta e indiretta del gioco d’azzardo con decadenza della concessione qualora i trasgressori reiterassero per tre volte;
  • il rilascio agli esercizi che ne facciano richiesta del logo “no slot” sulla base di alcune condizioni definite dal Ministero della Salute, con possibilità di revoca del suo utilizzo;
  • l’obbligo di esercitare nuove sale di gioco e nuovi punti vendita la cui attività principale è di offerta di scommesse a determinate distanze da “luoghi sensibili”;
  • il divieto di fumare, di consumazione di bevande ed alimenti nelle sale da gioco e nei punti vendita in cui si esercita come attività principale l’offerta di scommesse.

Tra le disposizioni finanziarie inoltre si dispone l’incremento entro il limite dello 0,7% del prelievo erariale unico sugli apparecchi comma 6 a) e b) a decorrere dal 1° gennaio 2015.

Il ddl Binetti, in concomitanza con le recenti “raccomandazioni” dell’UE sul gioco online, apre nuovi ed incerti scenari per gli operatori di gioco.

Fonte: http://mag-ca.it/approdate-in-commissione-finanze-disposizioni-per-prevenzione-cura-riabilitazione-dipendenza-gioco-dazzardo-patologico/

11/07/2014 Ore 08:41 – Ddl gioco patologico, Ginato (Comm. Finanze): “Testo si sovrappone alla delega fiscale, aumento Preu rischia di favorire illegalità“

ROMA – “Un aggravio del prelievo tributario“ in materia di giochi “deve partire da un`armonizzazione delle tassazione tra le diverse tipologie di giochi che comprenda anche una ridefinizione dei relativi payout. Si tratta quindi di operazioni complesse che richiedono un`attenta valutazione degli impatti sul gettito a causa di un possibile spostamento dei giocatori verso altre tipologie di gioco, a iniziare dal settore del gioco illegale“. Lo ha evidenziato Federico Ginato (PD), relatore del ddl sul gioco patologico in Commissione Finanze alla Camera. La Commissione, nel corso dell`esame del provvedimento, ha deciso di attendere la relazione tecnica sul provvedimento già chiesta al Governo dalla Commissione Bilancio, prima di procedere all`espressione del parere sul testo unificato.

Il relatore Ginato ha inoltre evidenziato, facendo riferimento agli oneri previsti dal testo pari a 47 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, ai quali si fa fronte attraverso l`incremento entro il limite dello 0,7%, dal 1 gennaio 2015, del prelievo erariale unico sugli apparecchi da intrattenimento, che nel corso dell`esame della legge di stabilità per il 2014, aveva presentato “un emendamento volto a incrementare il Preu nella misura dello 0,5%“. Tale proposta, ha sottolineato, “sebbene fosse formulata in modo molto puntuale e tenesse conto della necessità di armonizzare la tassazione tra le diverse tipologie di giochi, ha ricevuto il parere contrario dal Governo proprio in considerazione del suo possibile effetto impatto negativo sul gettito“.

Lo stesso Ginato ha precisato, poi, come “il provvedimento, in particolare gli articoli 10, 12, 13, 14, 15, 16 e 17, incida sotto vari profili sulla materia affrontata dalla legge delega per la riforma del sistema fiscale, introducendo anche soluzioni normative difformi“ ricordando, inoltre, che l`articolo 14 della stessa delega conferma “il modello organizzativo fondato sul regime concessorio ed autorizzatorio, ritenuto indispensabile per la tutela della fede, dell`ordine e della sicurezza pubblici, per la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, nonché per garantire il regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi“, ma ribadisce anche che “l`autorizzazione dovrà tener presente, come già detto precedentemente, di forme vincolanti di partecipazione dei comuni competenti per territorio al procedimento di autorizzazione e di pianificazione“. Per questo motivo, ha concluso Ginato, è necessario valutare la sovrapposizione dei due provvedimenti considerando che la delega fiscale, “i cui termini di esercizio sono ancora in corso, intende realizzare una riforma più complessiva del sistema dei giochi pubblici la quale travalica le misure per il contrasto al gioco d`azzardo patologico“. SA/Agipro

Fonte: www.agipronews.it

 

11/07/2014 Ore 09:00 – Ddl gioco patologico, Legnini (Sottoseg. Economia): “Possibile stralcio delle disposizioni già presenti nella delega, mantenere solo carattere socio-sanitario“

ROMA – Vista la sovrapposizione del provvedimento con l`articolo 14 della delega fiscale, già segnalata “in maniera informale, alla Commissione Finanze della Camera, le disposizioni del provvedimento che si sovrappongono alla delega fiscale potrebbero essere stralciate, mantenendo solo quelle di carattere socio-sanitario“.  Lo ha evidenziato il sottosegretario all`Economia con delega ai giochi Giovanni Legnini, ieri, nel corso dell`esame in Commissione Bilancio alla Camera del ddl sul gioco patologico. 

Considerati, inoltre, i numerosi i profili problematici evidenziati, ha aggiunto Legnini, “è opportuna l`acquisizione di una relazione tecnica sul provvedimento in esame“. Come già chiesto dal relatore del testo Ernesto Preziosi, e ribadito anche in Commissione Finanze, sarà necessaria, dunque, una relazione tecnica al ddl per chiarire alcuni aspetti, soprattutto quello relativo alla copertura finanziaria.SA/Agipro

Fonte: www.agipronews.it

 

11/07/2014 Ore 09:15 – Ddl gioco patologico, Commissione Ambiente: parere favorevole ma su distanze necessario mantenere “equilibrio commerciale e sociale“

ROMA – La Commissione Ambiente della Camera ha espresso parere favorevole al ddl sul gioco patologico accogliendo le osservazioni sul provvedimento del relatore Angelo Antonio D`Agostino (SCpI). Nello specifico la Commissione rileva “l`opportunità di prevedere nel testo indicazioni ai Comuni in relazione alle distanze minime tra i diversi luoghi per il gioco d`azzardo, tali da evitare lo stravolgimento dell`equilibrio commerciale e sociale dei quartieri e quindi da limitare la densità della realizzazione dei medesimi impianti entro bacini di utenza definiti e quantificati“. SA/Agipro

Fonte: www.agipronews.it

 

11/07/2014 Ore 09:30 – Ddl gioco patologico, Commissione Attività produttive: difficile per molti locali adeguarsi a norme per vincoli strutturali

ROMA – “La legge non può obbligare gli esercizi commerciali ad adeguare i locali a norme successivamente approvate“. Lo ha sottolineato il deputato del Pd Lorenzo Basso, nel corso dell`esame in Commissione Attività Produttive alla Camera, del ddl sul gioco patologico. “I locali esistenti che non hanno le caratteristiche richieste dal testo in esame – ha evidenziato Basso – non possono mantenere le macchine da gioco. Sarebbe opportuno prevedere meccanismi incentivanti la dismissione di questa attività“. L`esigenza di porre “un`attenzione particolare per le attività che non riescono ad adeguarsi alle nuove norme per vincoli strutturali“ è stata evidenziata anche dal deputato Daniele Montroni (Pd). La Commissione ha, poi, rinviato il seguito dell`esame e la formulazione del parere. SA/Agipro

Fonte: www.agipronews.it

 

11/07/2014 Ore 09:39 – Ddl gioco patologico: parere favorevole in Commissione Lavoro

ROMA – La Commissione Lavoro della Camera ha espresso parere favorevole al ddl gioco patologico, accogliendo la proposta della relatrice del testo, Patrizia Maestri (Pd). La Commissione ha “espresso apprezzamento per l`intervento normativo, volto a fronteggiare gli effetti della dipendenza dal gioco d`azzardo e a prevenire la diffusione di forme patologiche“ e ha accolto favorevolmente l`istituzione di “corsi di formazione sui rischi collegati al gioco d`azzardo, rivolti ai soggetti privati che esercitano attività commerciali relative ai giochi d`azzardo e tenuti da soggetti dotati di comprovata competenza ed esperienza nella materia, individuati prioritariamente tra gli operatori dei servizi per le tossicodipendenze“. In questo caso specifico la Commissione ha rilevato “l`opportunità di estendere l`applicazione di tali disposizioni anche ai dipendenti delle istituzioni finanziarie e creditizie, al fine di meglio prevenire comportamenti a rischio connessi alla dipendenza“ e ha segnalato “l`esigenza di prevedere, anche in via amministrativa, adeguate forme di monitoraggio sull`attuazione delle disposizioni introdotte, al fine di assicurarne la piena effettività“. SA/Agipro

Fonte: www.agipronews.it

LEGGE BALDUZZI: Indicazioni del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri

 

 

Gambling le indicazioni da distribuire, online le avvertenze del DPA contro i rischi del gioco d'azzardo

Il DPA in queste ore sta ricevendo numerosissime chiamate provenienti dalle Aziende sanitarie di tutte Italia che chiedono notizie in merito ai contenuti dei cartelli da esibire nelle sale da gioco ottemperando così a quanto stabilito dal decreto Balduzzi sul gioco d'azzardo patologico; tale decreto infatti dispone che le sale da gioco debbano esporre "dei cartelli e messaggi sulla probabilità di vincita e sui rischi del gioco". Avvertenze che fino ad ora, però, sembrerebbero non ancora disponibili.

 
"Viste le numerose sollecitazioni che stiamo ricevendo da parte dei servizi – ha spiegato Giovanni Serpelloni, capo del DPA – abbiamo pensato di fornire delle indicazioni che possono essere liberamente utilizzate dalle Aziende Sanitarie, elaborate sulla base delle evidenze scientifiche e dei risultati delle ricerche internazionali nel campo delle neuroscienze del gioco patologico. Queste indicazioni contengono un elenco dei possibili rischi derivanti dal gioco d'azzardo, particolarmente presenti nelle persone vulnerabili, da poter utilizzare nei cartelli che devono essere esposti e ben visibili nelle sale da gioco. Abbiamo lavorato con vari esperti internazionali del settore e consultato centinaia di studi scientifici sull'argomento e tradotto in forma semplici e comprensibile i loro risultati sui fattori di rischio e le conseguenze derivanti dallo sviluppare una condizione di gioco d'azzardo patologico che ricordiamo essere una vera e propria malattia. Il contributo e l'impegno del DPA a questo proposito, – ha proseguito Serpelloni – continueranno anche, nel prossimo futuro, attraverso lo specifico progetto attivato (Progetto GAP) che partirà dal 1° gennaio 2013 e che prevede, oltre alla promozione di interventi e programmi preventivi specifici, la messa a punto di un sistema nazionale epidemiologico di raccolta dati aggregati per quantificare esattamente il fenomeno (a tutt'oggi non ben conosciuto e probabilmente sottostimato). Il progetto prevede inoltre lo studio e la realizzazione di software avanzati da poter utilizzare sui giochi online e lo slot machine per avvertire i giocatori imprudenti che esprimono comportamenti a rischio, rilevati attraverso l'osservazione automatica dei comportamenti di gioco, segnali di allerta ed informazioni prudenziali per renderli consapevoli quanto più precocemente possibile dell'esistenza di un possibile problema e/o esagerazione di gioco. Il fenomeno – ha concluso il capo del DPA – non può più essere sottovalutato e l'impegno di tutti noi deve essere orientato a trovare soluzioni concrete ed immediate per risolvere questo grave problema di sanità pubblica e di emergenza sociale ormai diventato una realtà in grado di generare sofferenze e costi sociali inaccettabili. Le avvertenze fornite sono state tradotte in inglese ed in arabo, per agevolarne la comprensione e aumentarne l'utilità, anche sulla base di studi eseguiti sui profili dei giocatori".
 
In allegato il prototipo delle avvertenze di rischio per i giocatori prodotte dal DPA, consapevoli comunque che questa non può essere l'unica soluzione al problema.

"Viste le numerose sollecitazioni che stiamo ricevendo da parte dei servizi – ha spiegato Giovanni Serpelloni, capo del DPA – abbiamo pensato di fornire delle indicazioni che possono essere liberamente utilizzate dalle Aziende Sanitarie, elaborate sulla base delle evidenze scientifiche e dei risultati delle ricerche internazionali nel campo delle neuroscienze del gioco patologico. Queste indicazioni contengono un elenco dei possibili rischi derivanti dal gioco d'azzardo, particolarmente presenti nelle persone vulnerabili, da poter utilizzare nei cartelli che devono essere esposti e ben visibili nelle sale da gioco. Abbiamo lavorato con vari esperti internazionali del settore e consultato centinaia di studi scientifici sull'argomento e tradotto in forma semplici e comprensibile i loro risultati sui fattori di rischio e le conseguenze derivanti dallo sviluppare una condizione di gioco d'azzardo patologico che ricordiamo essere una vera e propria malattia. Il contributo e l'impegno del DPA a questo proposito, – ha proseguito Serpelloni – continueranno anche, nel prossimo futuro, attraverso lo specifico progetto attivato (Progetto GAP) che partirà dal 1° gennaio 2013 e che prevede, oltre alla promozione di interventi e programmi preventivi specifici, la messa a punto di un sistema nazionale epidemiologico di raccolta dati aggregati per quantificare esattamente il fenomeno (a tutt'oggi non ben conosciuto e probabilmente sottostimato). Il progetto prevede inoltre lo studio e la realizzazione di software avanzati da poter utilizzare sui giochi online e lo slot machine per avvertire i giocatori imprudenti che esprimono comportamenti a rischio, rilevati attraverso l'osservazione automatica dei comportamenti di gioco, segnali di allerta ed informazioni prudenziali per renderli consapevoli quanto più precocemente possibile dell'esistenza di un possibile problema e/o esagerazione di gioco. Il fenomeno – ha concluso il capo del DPA – non può più essere sottovalutato e l'impegno di tutti noi deve essere orientato a trovare soluzioni concrete ed immediate per risolvere questo grave problema di sanità pubblica e di emergenza sociale ormai diventato una realtà in grado di generare sofferenze e costi sociali inaccettabili. Le avvertenze fornite sono state tradotte in inglese ed in arabo, per agevolarne la comprensione e aumentarne l'utilità, anche sulla base di studi eseguiti sui profili dei giocatori".

In allegato il prototipo delle avvertenze di rischio per i giocatori prodotte dal DPA, consapevoli comunque che questa non può essere l'unica soluzione al problema.

Gambling poster NEW DPA IT2

 

Agipronews: DL Balduzzi in Gazzetta Ufficiale, nel testo norme su pubblicità dal 2013 e revisione della rete Slot

DL BALDUZZI IN GAZZETTA UFFICIALE, NEL TESTO NORME SU PUBBLICITÀ DAL 2013 E REVISIONE DELLA RETE SLOT

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi il decreto Balduzzi recante "Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute". Il provvedimento, come anticipato da Agipronews, dispone "l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con particolare riferimento alle persone affette da malattie croniche, da malattie rare, nonché da ludopatia" e le restrizioni sui messaggi pubblicitari, quest’ultime effettive dal 1° gennaio 2013 insieme alle sanzioni previste.

PUBBLICITA’ E MINORI Il comma 4 dell’articolo 7 del decreto vieta la diffusione di messaggi pubblicitari "rivolti a incitare al gioco o ad esaltarne la pratica", oltre a quelli in cui sono presenti minori, nel corso di trasmissioni televisive e proiezioni cinematografiche rivolte prevalentemente ai giovani, nonchè via internet. 

PUBBLICITA’ INGANNEVOLE – Nelle pubblicità sui giochi con vincita in denaro, inoltre, sarà obbligatorio indicare il rischio di dipendenza e la possibilità di consultare le note informative sulle probabilità di vincita pubblicate sul sito dei Monopoli di Stato. Il comma 5 dell’articolo 7 poi specifica che «formule di avvertimento del rischio di dipendenza, nonchè le relative probabilità di vincita» dovranno essere indicate «anche sulle schedine e sui tagliandi di tali giochi», oltre che su slot e videolotteries, nei punti vendita di scommesse su eventi sportivi e non, e sui siti internet destinati all’offerta di giochi con vincite in denaro.

SANZIONI – La violazione delle norme sulla pubblicità previste dal comma 4 dell’articolo 7 sarà punita con una sanzione amministrativa da 100 mila a 500 mila euro per il committente del messaggio pubblicitario e per chi lo trasmette. L’inosservanza delle disposizioni che obbligano a indicare il rischio di dipendenza e le probabilità di vincita costerà al concessionario una sanzione pari a 50 mila euro. Stessa sanzione anche per i gestori delle sale slol, vlt e scommesse che violano la norma. I divieti saranno effettivi dal 1° gennaio 2013 e saranno i Monopoli di Stato a contestare gli illeciti e a irrogare le sanzioni previste.

CONTROLLI NELLE SALE – Il divieto di partecipare ai giochi in denaro per i minori di 18 anni viene rafforzato: è vietato l’ingresso nelle aree destinate al gioco in cui sono installate le videolotteries e nelle sale scommesse. Il titolare del punto vendita di gioco è tenuto a chiedere un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età sia manifesta. Inoltre, i Monopoli di Stato – insieme alla SIAE, alla Guardia di Finanza e alle forze di polizia – pianificheranno almeno cinquemila controlli su base annuale, specificatamente destinati al contrasto del gioco minorile.

SLOT E LUOGHI SENSIBILI – Tenuto conto degli interessi di settore e di quelli connessi al consolidamento del gettito erariale, i Monopoli di Stato riesamineranno progressivamente la collocazione dei punti vendita in cui sono presenti slot machine che risultano particolarmente vicini ai luoghi sensibili (scuole, ospedali, chiese), sulla base delle nuove concessioni che saranno bandite in seguito all’entrata in vigore del decreto Balduzzi e tenendo conto delle informazioni trasmesse dai Comuni.

Agipronews: Dl Balduzzi, Ginestra (Pres.Assosnai): «Nuove misure non bastano, serve la tessera del giocatore»

Dl Balduzzi, Ginestra (Pres.Assosnai): «Nuove misure non bastano, serve la tessera del giocatore»

13/09/2012 Ore 13:59

ROMA – Serve «quanto prima una `card unica` con un limite di spesa e del tempo di collegamento, da utilizzare per il gioco online». Così, Francesco Ginestra –  Presidente di Assosnai – l`associazione dei concessionari di scommesse – commenta la versione definitiva del Dl Balduzzi, che contiene norme per contrastare la ludopatia e limitare la pubblicità del gioco d`azzardo. Nell`ultima versione del testo sono state eliminate le distanze minime dei punti vendita e delle sale slot dai luoghi sensibili. Una decisione aspramente criticata da Ginestra, secondo il quale «imporre dei limiti per proteggere i soggetti che frequentano luoghi a rischio come scuole, ospedali e chiese è assolutamente necessaria» per evitare che per il gioco, da una dimensione di divertimento si passi a una di «dipendenza».  Secondo Ginestra, oltre ai limiti per le distanze, bisognerebbe pensare anche ad altre misure di prevenzione conto la ludopatia, come «limitare gli orari di apertura e chiusura delle sale». Il fenomeno del «gioco incontrollato e irresponsabile», secondo il presidente di Assosnai, potrebbe avere anche un effetto boomerang, dato che «sta provocando la distruzione del settore e noi come operatori siamo estremamente preoccupati per il dilagare della ludopatia, che è nociva non solo per la salute dei cittadini, ma anche per i nostri stessi interessi». Il Dl Balduzzi prevede anche una serie di controlli annuali sulle sale e sui punti vendita (per vigilare sull`ingresso dei minori), con un`azione coordinata tra Aams e Guardia di Finanza. A riguardo Ginestra sostiene che «le agenzie già autonomamente vigilano sul pubblico della propria sala, ma è necessario un piano nazionale di formazione ed educazione al gioco responsabile coordinato dal Ministero della Salute, in modo da garantire uniformità di comportamento da parte del personale e promuovere al meglio attività sane e controllate».

RED/Agipro

www.agipronews.it | agipro@agipro.it


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