Circolare: 2011014 – 2014.12.19 – Fisco – dichiarazione tardiva dei redditi per l’anno 2013
Nell'area Riservata, sezione Fisco stata pubblicata la circolare:
- 2011014 – 2014.12.19 – Fisco – dichiarazione tardiva dei redditi per l'anno 2013
Nell'area Riservata, sezione Fisco stata pubblicata la circolare:
Si informa che oggi giovedì 18 dicembre, alle ore 18.00, nell’ambito del TG24 di SKY sarà trasmesso un servizio sull’Assemblea di AGISCO con intervista al Presidente Ginestra e ad altri ospiti intervenuti nell’incontro.
Di seguito i lanci stampa dell’incontro organizzato da AGISCO.
Legge di stabilità, Agisco: norme sui giochi mettono a rischio operatori e consumatori
ROMA – Con le norme sui giochi inserite nella legge di stabilità, il Governo «mina alle fondamenta un comparto faticosamente costruito in 14 anni proprio per garantire i consumatori». E’ la posizione di A.GI.SCO., secondo cui la scrittura delle norme proposte dal Governo per il comparto giochi, «lascia allibiti per la superficialità» e per «la mancanza di competenza». Proposte che mettono a rischio «il comparto che ha costruito per lo Stato un mercato dei giochi trasparente e sicuro e che svolge un delicato ruolo sociale tramite operatori selezionati dallo Stato stesso per garantire trasparenza, legalità e ordine pubblico», si legge ancora in una nota. «Dal 2000 la rete di raccolta dei giochi ha distribuito vincite per 500 miliardi di euro, ha versato alla collettività 140 miliardi di euro fra prelievo erariale e tasse, ha permesso l’attività di migliaia di piccole e medie imprese, l’occupazione di centomila lavoratori, svolto un ruolo sociale a tutela dei consumatori garantendo il rispetto dei regolamenti e delle leggi dello Stato. Ogni giorno entrano nelle casse dello stato 25 milioni di euro dai giochi», ma gli emendamenti del Governo «sembrano dettati dal disprezzo per questo settore». Per A.GI.SCO., «cambiare i contratti in corso d’opera mette a rischio gli investimenti effettuati dalle imprese e gli impegni già assunti con i componenti della filiera della raccolta dei Giochi Pubblici mettendo a serio rischio la continuità di esercizio della rete Statale». Per questo, A.GI.SCO., che ha invitato le maggiori sigle rappresentative dei punti di raccolta di gioco e i principali concessionari di Stato domani giovedì 18 dicembre alle 13 presso la sala Orlando di Confcommercio a Roma, con l’obiettivo di sensibilizzare il Governo affinché posticipi ogni intervento sui giochi ai decreti relativi alla delega fiscale. RED/Agipro
Giochi, Ginistra (Agisco): "il settore si compatti per non lasciare tutto all'illegalità"
"Venticinque milioni di euro al giorno allo Stato solo da slot e vlt, 140 miliardi versati tra prelievo erariale e tasse, oltre centomila lavoratori per migliaia di piccole e medie imprese. Questo è il settore del gioco che dopo le norme previste dalla legge di stabilità è in una fase drammatica. C'è il rischio che, con l'inizio del 2015, slot e vlt si fermino di fronte a questo intervento serve unione per arrivare ad un confronto più produttivo. Lo statato deve capire che l'alternativa è buttare al vento quanto è stato fatto negli ultimi anni e lasciare tutto in mano al settore illegale". E' quanto dichiarato da Francesco Ginestra Presidente di Agisco durante l'assemblea 2014 che si è svolta a Roma. cz/AGIMEG
Legge di Stabilità, Ginestra (Agisco): "Fase drammatica, a rischio l'intera rete "
ROMA – "Venticinque milioni di euro al giorno allo Stato solo da slot e vlt, 140 miliardi versati tra prelievo erariale e tasse, oltre centomila lavoratori per migliaia di piccole e medie imprese. Questo è il settore del gioco che dopo le norme previste dalla legge di stabilità è in una fase drammatica. C’è il rischio che, con l’inizio del 2015, slot e vlt si fermino". Così Francesco Ginestra, presidente di Agisco, nel corso del confronto pubblico organizzato oggi a Roma con i rappresentati del settore. All’indomani del via libera all’emendamento del Governo che prevede la tassa da 500 milioni di euro per i concessionari, Ginestra lancia un grido d’allarme chiaro: "Le norme volute dal premier Renzi mettono a rischio il comparto che ha costruito lo Stato, un mercato garantito dallo Stato stesso su punti fondamentali come trasparenza, legalità e ordine pubblico". "Il sacrificio anticipato richiesto – conclude – mette a rischio gli investimenti delle imprese e gli impegni assunti dalla filiera. È in pericolo l’esercizio di tutta la rete". LL/Agipro
Legge di Stabilità, Ughi (Obiettivo2016): "Si va verso il blocco di slot e vlt"
ROMA – Slot e videolotteries ferme a partire dal 1 gennaio. È lo scenario tracciato da Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, dopo l’ok della Commissione Bilancio agli emendamenti presentati dal Governo alla legge di stabilità per il settore dei giochi. Le norme prevedono una tassa da 500 milioni di euro per i concessionari slot e vlt, oltre alla sanatoria per i centri scommesse non autorizzati e all’anticipazione della gara del Lotto al 2015. "Si tratta di ’razzismo imprenditoriale’ – ha spiegato Ughi a margine dell’assemblea organizzata a Roma da Agisco – Abbiamo una catena ai piedi e la frusta dietro le spalle, perché non ci sarà modo entro l’inizio del 2015 di sottoscrivere i 110 mila contratti per gli oltre 420 mila apparecchi, e senza contratto verrà a mancare la licenza di pubblica sicurezza, e a questo punto la raccolta di gioco diventerà illegale. Si va – continua Ughi – verso il blocco degli apparecchi". "Si parla di lobby del gioco, ma sono società contrattualizzate con lo Stato. Se non possiamo parlare con loro, con chi possiamo farlo?" Sulla sanatoria dei Ctd Ughi ribadisce che "è una norma imperfetta, ma c’è stata comunque una tendenza a unificare le reti. Difficile, però, che avvenga una regolarizzazione completa". LL/Agipro
"Le ultime norme riguardanti il settore dei giochi possono essere definite come razzismo imprenditoriale e trattano la filiera come schiavi con la palla al piede. Non c'è stato nessun confronto con quella che loro chiamano lobby del gioco e che io invece definirei operatori contrattualizzati. Le ultime norme di fatto prevedono l'azzeramento dei vecchi contratti tra Stato e concessionari e lo Stato ha mostrato grande arroganza nell'agire senza neanche prendere in considerazione l'opinione del settore". E' quanto dichiarato ad Agimeg dal Presidente di Agisco Maurizio Ughi in occasione del convegno organizzato oggi a Roma dall'associazione. cz/AGIMEG
Legge di stabilità, Ughi (Obiettivo2016): "Contratto 'ponte' per ridurre le difficoltà del settore"
ROMA – Stabilire un modello di contratto ’ponte’, in attesa di quelli più dettagliati e definitivi. È quanto proposto da Maurizio Ughi nel corso dell’incontro di Agisco a Roma. "Una soluzione di questo tipo ridurrebbe le difficoltà della filiera. Chi sarà aperto l’1 gennaio lo farà a proprio rischio e pericolo", continua. Con la tassa da 500 milioni di euro, "lo Stato ci chiede il 12,5% in più e, con un contratto ponte, la filiera avrebbe tempo tecnico per elaborare i singoli contratti". LL/Agipro
"Stiamo solo iniziando a valutare come intervenire dopo le notizie di una legge tremenda per il settore. Ben 500 milioni di euro da tagliare e 110 mila contratti da riformulare rappresentano per i 13 concessionari di apparecchi da intrattenimento un futuro molto incerto. abbiamo immaginato più di una proposta alternativa". E' chiara la preoccupazione di Giovanni Emilio Maggi vice presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia durante l'assemblea 2014 di Agisco. Un parere a quale fa eco quello di Stefano Sbordoni segretario dell'UTIS. "La delega fiscale – ha detto – è stata anticipata con un interbvento da 500 mila euro ai danni di un settore che svolge un sevizio per conto dello stato. Quanto sta accadendo mi lascia preoccupato soprattutto considerando l'ignoranza e l'incompetenza di chi fa leggi. Oggi si tratta di giochi, domani potrebbe tocare alla sanità". cz/AGIMEG
Legge di stabilità, Maggi (Confindustria Giochi): "Forte preoccupazione per la tassa da 500 milioni"
ROMA – «Ci sono 110 mila contratti da rifare, da parte di 13 concessionari che usano modalità differenti: è difficile capire come verranno gestiti i 500 milioni e come verranno versati»: è l’analisi di Giovanni Emilio Maggi, vice presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, intervenuto nel corso del convegno di Agisco a proposito della tassa da 500 milioni per i concessionari prevista dall’emendamento del Governo alla legge di stabilità, approvato nella notte dalla Commissione Bilancio. «La preoccupazione è forte e non siamo riusciti a trasmetterla agli interlocutori governativi: avevamo ipotizzato una serie di strumenti per incassare questi 500 milioni, spalmandoli sulla filiera, per poi inziare a pensare alla riorganizzazione del settore», ha sottolineato. LL/Agipro
"l'intervento del Governo è sbagliato solo con l'obiettivo dell'incastro, non con una visione strategica. Il primo intervento chiesto da Renzi era addirittura di tre miliardi ma bisogna chiarire che se si arriva a livelli di anti economicità torniamo alla Chicago anni '30". E' quanto dichiarato da Massimo Passamonti Presidente di Confindustria Giochi in occasione dell'assemblea 2014 di Agisco. "Se non si capisce il disagio nei confronti del settore non si possono fare passi in avanti. Quanto dichiarato dallo stesso ministro Lorenzin riguardo a quanto porta all'erario il settore giochi e quali sono i costi sociali mette in luce l'atteggiamento del Governo. Le cose sono due: possiamo mettere tutto nelle mani degli avvocati ma possiamo anche fare un appropriato lavoro di rappresentanza e lavorare sulla delega fiscale per costruire il futuro dei giochi dei prossimi 10 anni. Finora abbiamo lavorato sullo sviluppo dell'offerta ora è necessario spostare l'attenzione sul consolidamento dei risultati. Serve una svolta altrimenti alla prossima stabilità ci sarà chiesto un altro miliardo". cz/AGIMEG
Legge di stabilità, Passamonti (Confindustria Giochi): "Norme sbagliate, chiederemo intervento della Corte Costituzionale"
ROMA – Confindustria Giochi é pronta a portare le norme della legge di stabilitá di fronte alla Corte Costituzionale, per valutare la loro legittimità. E’ quanto ha detto Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, intervenendo all’assemblea di Agisco. "Vogliamo una riforma seria: il ricorso alla Corte Costituzionale sarà necessario per fermare alcune norme della legge di stabilità, assai sbagliate, che rischiano di azzerare il futuro del settore – ha detto Passamonti – le proposte del Governo sono inefficaci e improduttive, la legge di stabilità non é il modo giusto di riorganizzare il settore visto che entro marzo dovrà essere attuata una delega fiscale su cui si lavora da due anni e che potrá dare certezza per i prossimi dieci anni. Sarà necessario affrontare di petto le situazione per sospendere alcuni provvedimenti". PG/Agipro
Legge di stabilità, Porsia (Hbg): "Manovra irrazionale, dall'estero nessuno investirà piú in Italia"
ROMA – Le misure sui giochi previste dal Governo per la legge di stabilità "sono irrazionali: gli operatori non sono stati ascoltati e per l’ennesima volta vengono violati i contratti". E’ quanto dice Antonio Porsia, presidente di Hbg, a margine dell’assemblea organizzata a Roma da Agisco. Il Governo sta agendo "in maniera istintiva e senza rispetto verso una filiera virtuosa. Ci saranno effetti drammatici e imprevedibili sull’occupazione oltre che sull’immagine che il Paese dà all’estero: chi verrá a investire in Italia se le regole vengono sistematicamente violate?". PG/Agipro
A margine dell'Assemblea AGISCO, in programma per giovedì 18 dicembre 2014 alle ore 10.30 presso la sala Orlando di Confcommercio (Piazza Belli, 2 Roma), A.GI.SCO. ha organizzato un incontro pubblico con gli operatori di gioco per discutere sulle norme introdotte dal Governo nella Legge di Stabilità per il 2015. Di seguito il Comunicato Stampa diffuso.
PREMIER RENZI, LE NORME SUI GIOCHI NELLA LEGGE DI STABILITA’ METTONO A RISCHIO IL DELICATO RUOLO SOCIALE CHE I CONCESSIONARI DI STATO SVOLGONO NELL’INTERESSE DEI CONSUMATORI.
Dal 2000 la rete di raccolta dei Giochi Pubblici ha distribuito vincite per 500 miliardi di euro, ha versato alla collettività 140 miliardi di euro fra Prelievo Erariale e tasse, ha permesso l’attività di migliaia di piccole e medie imprese, l’occupazione di centomila lavoratori, svolto un ruolo sociale a tutela dei consumatori garantendo il rispetto dei regolamenti e delle leggi dello Stato. Ogni giorno entrano nelle casse dello stato 25 milioni di euro dai Giochi. Tutto ciò è messo in discussione dal Governo, che con le norme inserite nella Legge di Stabilità, mina alle fondamenta un comparto faticosamente costruito in 14 anni proprio per garantire i consumatori.
La mancanza di competenza dimostrata dal Governo, con le specifiche norme sui Giochi inserite nella Legge di Stabilità, lascia allibiti per la superficialità con la quale sono state ispirate, mettendo a rischio il comparto che ha costruito per lo Stato un mercato dei Giochi trasparente e sicuro e che svolge un delicato ruolo sociale tramite operatori selezionati dallo Stato stesso per garantire trasparenza, legalità e ordine pubblico.
Le norme volute dal Premier Renzi sembrano dettate dal disprezzo per questo settore, malgrado ogni giorno porti nelle casse dello Stato 25 milioni di euro di entrate erariali e assicuri lavoro a migliaia di imprese con oltre centomila lavoratori.
Cambiare i contratti in corso d’opera, con atti unilaterali del Governo, mette a rischio gli investimenti effettuati dalle imprese e gli impegni già assunti con i componenti della filiera della raccolta dei Giochi Pubblici mettendo a serio rischio la continuità di esercizio della rete Statale.
Per un confronto pubblico sugli effetti delle misure volute dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e per decidere le opportune azioni da intraprendere, A.GI.SCO. ha invitato le maggiori sigle rappresentative dei punti di raccolta di gioco e i principali Concessionari di Stato domani giovedì 18 dicembre alle ore 13.00 presso la sala Orlando di Confcommercio a Roma, con l’obiettivo di sensibilizzare il Governo affinché posticipi ogni intervento sui Giochi Pubblici alla “Legge Delega”, il cui art. 14 prevede specifici punti riferiti ai Giochi, procedendo a un preventivo e doveroso confronto con gli operatori di gioco.
Ufficio Stampa: Telefono 06.68395053 – Mail: ufficio.stampa@assoagisco.it
Nell'area riservata sel sito, sezione Politiche e Comunicazioni, è stata pubblicata la circolare
Si ripota di seguito il testo:
LEGGE STABILITA’ 2015
A RISCHIO IL FUTURO DELLA RETE DI RACCOLTA
Gentile Associato,
Trasmetto in allegato copia di un emendamento presentato in Commissione Bilancio per modificare l’articolo 3 della Legge di Stabilità 2015 che, se approvato in questa versione, introdurrà una tassa a carico dei singoli punti vendita che vendono Giochi, stimata fino ad un massimo di € 4.700,00 a Negozio e di € 3.000,00 a Corner.
E’ evidente che il Governo, nella necessità di reperire maggiori entrate erariali, non sta tenendo in considerazione la già grave difficoltà che sta vivendo la Rete, che potrebbe non riuscire a far fronte a questo ulteriore costo inatteso e insostenibile per molti di noi, poiché andrebbe a colpire direttamente i piccoli e medi Concessionari indipendenti e i Gestori.
Inoltre, per com’è formulato l’emendamento, c’è il rischio che possa essere sfruttato per diventare una sorta di “sanatoria” per i punti di vendita che raccolgono gioco senza Concessione, unendo al danno che ci viene procurato, la beffa di vedere che chi ha lavorato in spregio delle leggi italiane possa essere definitivamente legittimato.
A.GI,SCO. ha già intrapreso tutte le vie possibili per tutelare le nostre imprese e fornirà aggiornamenti nel corso dell’Assemblea degli Associati prevista per il prossimo giovedì 18 dicembre presso la sede di Confcommercio a Roma, per la quale si rinnova l’invito a tutti gli Associati di essere presenti per discutere del futuro della nostra categoria.
E’ evidente che, qualora questo provvedimento dovesse passare, sarà necessaria una reazione compatta di tutta la rete, per far si che la situazione sia ripristinata in fase di attuazione dei decreti sui Giochi previsti dalla Delega Fiscale.
Seguiranno aggiornamenti, in attesa di vederci all’Assemblea A.GI.SCO. del 18 dicembre.
Cordiali saluti.
Francesco Ginestra
A.S. 1698
Emendamento Art. 3 n. 3.171 (Ranucci)
Sostituire i commi 22 e 23 con i seguenti:
Gli importi di cui ai precedenti punti i, ii, iii e iv, per ciascun punto vendita, si cumulano. Con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono dettate le disposizioni in materia di accertamento, riscossione, contenzioso e sanzioni, nonché ogni altra disposizione attuativa della presente lettera.
Nell'area Riservata, sezione Politiche e Comunicazioni è stata pubblicata la circolare:
“Quella che abbiamo ricevuto e che riportiamo integralmente è una manifestazione di delusione mista a rabbia, che riceviamo da un operatore in possesso di regolare concessione” – sottolinea Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, associazione in prima linea per il contrasto al gioco illegale e per la “battaglia” che vede da una parte gli operatori privi di concessione italiana e la rete autorizzata – “si tratta di una lettera aperta molto dettagliata e che riassume tutte le contraddizioni di un sistema che da anni danneggia e sta portando al collasso il sistema degli operatori autorizzati. L’unico passaggio che non condividiamo è quello dove si sostiene che avremmo dovuto andare all’estero e aprire così in Italia CTD. Riteniamo infatti utile denunciare combattere e mai aggirare. Quindi continueremo a combattere e prima o poi la spunteremo”.
Ecco il testo integrale della lettera:
“Cari colleghi del mondo del Gioco Regolamentato, leggo con grande attenzione l’intervista di Agimeg al Ceo di Stanleybet, Whittaker e non posso più astenermi dal commentare. Chiedo scusa sin d’ora per l’anonimato ma conosciamo sin troppo bene i meccanismi di questo “strano” Paese dove tutti sanno ma nessuno denuncia, dove alle lamentele generalizzate non seguono mai azioni comuni e dove “mors tua” non è “vita mea” da oramai troppi anni, almeno non la vita dei concessionari italiani.
Sappiamo come in questi duri anni di onesto e “regolamentato” lavoro, le poche voci fuori dal coro siano stranamente scomparse dalla scena e, in fondo, nessuno di noi si spiega come mai non sia mai stato realmente tutelato il settore del gioco telematico regolamentato: ognuno di noi ha commentato con soluzioni così banali e così facilmente applicabili che questi 8 anni di assoluta impotenza appiano più che inspiegabili, al limite, addirittura, sospetti. Il meccanismo dell’invecchiamento ha strani effetti: ti rendi conto di essere più vecchio solo quando metti a confronto due foto scattate a distanza di lungo tempo. Allo stesso modo, ci rendiamo conto di come il nostro mercato si sia deteriorato solo quando mettiamo a confronti la situazione di oggi con quella di partenza. In questo senso è quindi utile ripetersi un po’ la storia per comprendere come siamo deperiti pian piano letteralmente schiacciati da un sistema sclerotico che con la mano destra prende e con quella sinistra distrugge.
Nel 2006 decine di PMI costituite e costituende per l’occasione, hanno partecipato al cosiddetto “Bando Bersani” assumendo impegni economico/finanziari importanti e predisponendo piani industriali e business plan basati su un presupposto fondamentale: che il mercato del gioco telematico venisse regolamentato da AAMS con regole certe, univoche, tempi certi e parità di trattamento e, soprattutto, che il numero di punti fosse quello indicato. Principi fondamentali per un Bando di Gara Pubblico. Gruppi e singoli imprenditori hanno pianificato ed esposto le proprie aziende, i propri beni e infine la propria reputazione per rispondere alla chiamata dello Stato: scegliere di essere nel pieno rispetto delle regole. Nel caso dei Diritti Sportivi, ieri e oggi diretti e svantaggiati concorrenti della RETE PARALLELA, fu proprio AAMS a studiare la compatibilità dei punti rispetto alla popolazione attiva dei Comuni e a predisporre un Bando per collocazione territoriale. Ciò presupponeva che in quello specifico comune, spesso di poche anime, talvolta abbarbicato sul cucuzzolo di una montagna, potesse esserci soltanto un punto ovvero, come nel caso delle grandi città, che ce ne potessero essere non più di 150. Questo significava che, per avere un ritorno degli investimenti adeguato all’asta del Bando, bisognasse fare i conti con la presenza di un numero preciso e localizzato di punti sul territorio nazionale. Impegni, piani e investimenti furono presi su quella base.
Ebbene, non fu così: per ben 6 anni abbiamo cercato di aprire quei diritti sportivi spesso accontentandoci di riuscire semplicemente a non farceli “revocare” proprio da chi ci aveva tratto in inganno: abbiamo dovuto cercare esercenti disposti a prenderli e a scendere, nel migliore dei casi, ad allocazioni di subottimo quando non abbiamo semplicemente dovuto rinunciare. Nel mentre, chi aveva redatto il Bando e stimato il suo impatto, invece di far rispettare il sistema concessorio, si preoccupava di inviare ispettori a controllare che nei punti sportivi l’area mediamente utilizzata per il gioco fosse realmente il 25% e a irrorare multe e sanzioni sproporzionate per ritardi nei pagamenti delle imposte spesso di pochi giorni: abbiamo preso multe e sanzioni che definirei comiche se non fosse che l’epilogo, per i più, è stato tragico. Ad operare, lo stesso Ente che continuava a chiedere Canoni di Concessione come se avere una Concessione fosse il presupposto imprescindibile per aprire un punto sportivo. Siamo rimasti in trepida attesa di poter offrire altri prodotti e abbiamo ottenuto il minimo col massimo sforzo affrontando un mercato pieno di concorrenti che hanno venduto il nostro medesimo prodotto con una tassazione inferiore di 5-10 volte e con una ricchezza di offerta non paragonabile. Infine, abbiamo giustamente osservato tutte le norme accessorie sull’antiriciclaggio e sulla trasmissione dei dati nel mentre, nel locale a fianco, si accettavano scommesse superiori ai nostri limiti o si continuavano a pagare vincite per migliaia di euro. Personalmente, non ho mai affermato che i cosiddetti CTD fossero illegali perché illegale è qualcosa che, una volta scoperto, viene cessato con tutto quel corollario di sanzioni e condanne sia di tipo civile che penale. Invece, questo non è avvenuto e credo quindi che il tema non sia porre una critica a chi ha esercitato un’attività che lo stesso Stato Italiano, attraverso sentenze, ricorsi, Tar e Consigli di Stato ha di fatto legittimato.
Credo che il tema reale sia quello di CHIEDERE allo Stato Italiano perché non ammetta di aver indetto un Bando nullo e di aver causato centinaia di milioni di euro di danni ai partecipanti. Perché i concessionari italiani pagano ancora i canoni di concessione ? Per quale concessione ? Perché non abbiamo tutti aperto CTD e preso licenze nei Paesi della Comunità ? In questo Paese non puoi limitarti a rispettare le regole perché questo rappresenta il primo passo per la rovina. In questo Paese se il mio vicino realizza una veranda abusiva ed io non lo faccio, dieci anni dopo la vedrà sanata e il risultato finale sarà che lui avrà 50mq in più e un valore più alto del suo immobile ed io, che ho voluto rispettare le regole, avrò un danno. Sappiamo tutti di operatori che vendevano Poker quando in Italia il poker era vietato e li abbiamo visti acquistare concessioni telematiche per 300.000€ e spendere decine di milioni di euro in advertising mangiando l’intero mercato: parte di quei soldi li avevano guadagnati qui, mentre noi attendevano di poter proporre quel gioco ai nostri clienti. Oggi il mercato del Poker è caratterizzato da Monopolio e non mi riferisco a quello di Piazza Mastai.
Si parla di “sanatorie”, di Bandi nel 2016 ma pongo a tutti i colleghi, quelli che come me non hanno mai fatto .com, aperto CTD (e non sto dicendo che sia illegale, ma solo che non lo abbiamo fatto): quando mai si dovesse partecipare ad un altro Bando o investire per crescere, quale sarà la proporzione di forze in campo tra chi ha guadagnato cifre folli con i CTD e chi, come noi, ha pagato milioni di tasse e ora è in gravissima difficoltà ? Come verremo accolti da potenziali investitori se proprio noi abbiamo dimostrato di non aver compreso come girano le cose in questo Paese ? Oggi abbiamo un nuovo grande player sul mercato, un altro che fino a ieri accoglieva clienti italiani su piattaforme e licenze estere, prive di concessione italiana (non illegali, ma prive di concessione italiana)… et voilà… decine di milioni di raccolta, investimenti copiosi in personale, mezzi, advertising. Qualche briciola di quel denaro verrà pure dalla raccolta operata prima della licenza in Italia e carpita dal mercato italiano regolamentato ? Non so, domando a chi siede sereno a Piazza Mastai. E’ costato “solo” 300.000€ sanare quella situazione! Oramai il GAP è incolmabile, il danno è fatto: ha vinto chi ha costruito la veranda abusiva che oggi è pienamente legale.
Non si offendano i concessionari con i CTD: in fondo la veranda abusiva non lo è mai stata visto che nessuno, pur vedendola, l’ha realmente rimossa. Il problema è che noi abbiamo pagato perché quella veranda non doveva esserci. AAMS ha continuato ad operare nel rispetto del Bando e delle regole come se tutto quanto detto sinora non fosse mai esistito: con la sua burocrazia, le sue lentezze, un sistema di comunicazione centralizzato, limiti e vincoli all’espansione dell’offerta DETERMINANDO, DI FATTO, ESSA STESSA LA CONCORRENZA SLEALE, sleale da parte nostra che ci siamo auto inflitti la punizione e non dei concessionari esteri che altro non hanno fatto che ignorare quel Bando, contestandolo, impugnandolo e, infine, RENDENDOLO NULLO.
Se quel Bando è nullo non è forse corretto che almeno lo Stato ci restituisca i canoni di concessione e i costi del Bando ? Per non parlare degli investimenti buttati al vento e al danno di immagine: centinaia di milioni di euro se estesi e tutti gli operatori. E infine, se noi andremo a casa e loro rimarranno lì, chi dormirà in veranda domani sera?”.
lp/AGIMEG
Nell'area riservata del sito www.assoagisco.it, sezione Politiche e Comunicazioni, è stata pubblicata la circolare 2010714 del 05/12/2014 avente ad oggetto "Convocazione Assemblea Associati", che si riproduce di seguito.
Il Consiglio Nazionale A.GI.SCO., nella seduta del 26 novembre 2014 ha deliberato la convocazione dell’Assemblea degli Associati, che, ai sensi dell’art. 10, comma 4 dello Statuto, è fissata in prima convocazione il giorno mercoledì 17 dicembre 2014 alle ore 10.00 in (00186) Roma Largo Arenula, 34 presso la sede dell’Associazione ed, occorrendo, in seconda convocazione il giorno
GIOVEDI’ 18 DICEMBRE 2014 ALLE ORE 10.30
Piazza Giuseppe Gioacchino Belli, 2 (00153) ROMA
presso la Sala Orlando di Confcommercio,
per discutere e deliberare, dopo la relazione del Presidente, sul seguente
O R D I N E D E L G I O R N O
Stante la quantità e l’importanza degli argomenti trattati s’invitano tutti gli Associati ad essere presenti in Assemblea; ove non possibile la presenza diretta si rammenta che è possibile la presenza in Assemblea anche mediante conferimento di delega ad altro Associato, che sia allega in traccia alla presente.
Si prega la massima puntualità.
A.GI.SCO.
Il Presidente
Dott. Francesco Ginestra
La presente convocazione è resa disponibile a tutti gli Associati sul sito web associativo www.assoagisco.it ed è inviata a mezzo posta elettronica agli Associati che hanno fornito gli indirizzi mail alla Segreteria mediante la compilazione dell’Anagrafica Associativa.
Nell'area Riservata, sezione Fisco stata pubblicata la circolare:
Nell'area Riservata, sezione Fisco stata pubblicata la circolare:
Nell'area Riservata, sezione Fisco stata pubblicata la circolare: