Ippica, Ginestra (Pres. Agisco): “Pronti per una stagione di collaborazione con ADM ed a chiudere i contenziosi attraverso un tavolo negoziale per salvare un comparto vivo, fatto di professionalità e passione” 

Ippica, Ginestra (Pres. Agisco): “Pronti per una stagione di collaborazione con ADM ed a chiudere i contenziosi attraverso un tavolo negoziale per salvare un comparto vivo, fatto di professionalità e passione” 

Ippica, Ginestra (Pres. Agisco): “Pronti per una stagione di collaborazione con ADM ed a chiudere i contenziosi attraverso un tavolo negoziale per salvare un comparto vivo, fatto di professionalità e passione” 

“Dal 2003 le storiche Agenzie Ippiche attendono di fare pace con l’amministrazione pubblica sulla questione dei Lodi arbitrali. Il contenzioso ha ottenuto il parere favorevole della suprema corte di Cassazione che ha riconosciuto a favore delle agenzie ippiche la piena legittimità dei Lodi Arbitrali. L’esecuzione però richiede una serie di ulteriori passaggi che potrebbero rallentare i tempi di qualche anno ancora. Per questo le storiche ippiche sono pronte a sotterrare l’ascia e addivenire a una transazione con ADM al fine di vedersi corrispondere le somme del capitale rinunciando a quanto ulteriormente sarà loro dovuto per rivalutazione, interessi e spese legali”. E’ quanto ha dichiarato Francesco Ginestra, presidente di Agisco.

“La raccolta delle scommesse ippiche è rappresentata dagli operatori “storici”, che sono specializzati nella vendita dei giochi ippici e sono riusciti a mantenere la loro clientela per competenza anche passione. Se queste agenzie chiudono,  l’ippica avrà il tracollo definitivo, mettendo a rischio un intero comparto con le migliaia di famiglie che ci lavorano. E’ necessario che ADM porti avanti un tavolo negoziale per chiudere definitivamente questo contenzioso. La mia parola è che Agisco – ha concluso Ginestra – siederà a quel tavolo con l’impegno di sempre e con la volontà di raggiungere un giusto equilibrio tra le parti in causa”. lp/AGIMEG

Green Pass sale giochi, Ughi (Agisco) ad Agimeg: “Giusta certificazione se permetterà di non essere più chiusi ma discriminazione tra sale scommesse e corner. Richieste a ADM spiegazioni sulle tante problematiche organizzative”  

Green Pass sale giochi, Ughi (Agisco) ad Agimeg: “Giusta certificazione se permetterà di non essere più chiusi ma discriminazione tra sale scommesse e corner. Richieste a ADM spiegazioni sulle tante problematiche organizzative”  

Green Pass sale giochi, Ughi (Agisco) ad Agimeg: “Giusta certificazione se permetterà di non essere più chiusi ma discriminazione tra sale scommesse e corner. Richieste a ADM spiegazioni sulle tante problematiche organizzative"  

"Nessuno è contrario al fatto che ci sia una certificazione che consente nel tempo di non chiudere più gli esercizi come i nostri. Questa certificazione sia da garanzia che si può stare aperti, perché con la stessa accertiamo che tutti i clienti che entrano non sono contagiosi. E' anche perciò una tutela per i lavoratori e per i clienti. Ne prendiamo quindi atto. Faccio, però una analisi da punto di vista organizzativo del negozio di gioco. Ci sono tre tipi di certificazione: a seguito del Bi-vaccino, a seguito dell'aver contratto il Covid e quella di chi non è ancora vaccinato ma tamponato e per 48 ore può affermare di non essere contagioso perché ha dimostrato di essere immune. Mi arriva uno di questi tre soggetti e mi fa vedere il Green Pass e io lo faccio entrare. Ma lo faccio entrare perché leggo il Green Pass con qualche sistema automatico e sono collegato a una banca dati per verificare che non sia autonomamente camuffato da qualcuno? Oppure me lo fanno vedere e basta e io li faccio entrare? Se me lo fanno vedere e basta chi mi dice che quel Green Pass appartenga proprio a chi lo mostra? A questo punto devo chiedere obbligatoriamente il documento di riconoscimento? E se lo chiedo vuol dire che l'ingresso all'interno dei negozi è di fatto nominativo, anche se poi le scommesse sono anonime e non abbinate al soggetto che ha dichiarato la sua identità e la sua certificazione di immunità? Tutti questi quesiti hanno bisogno di risposte. Qualora ci fossero risposte complicate, dovremmo tenere un registro. Chi lo tiene questo registro? Tutte queste cose ci devono essere chiarite prima del 6 di agosto, altrimenti non riusciamo ad ottemperare alla richiesta non perché non vogliamo ma perché non siamo nelle condizioni. Mettiamo che fossero tutte nella maniera più complicata. Anche se non credo. Penso che basti che qualcuno ci faccia vedere il certificato e noi possiamo farlo entrare. Non posso essere però responsabile del fatto che magari fuori dalla sala c'è un bagarino che invece di vendere biglietti vende QrCode. Ovviamente è una provocazione. Come Agisco abbiamo mandato una lettera ad ADM perché ci chiarisca come dobbiamo agire e come ci dobbiamo comportare. Ci sono le norme generali, ma il nostro regolatore ci darà indirizzi di carattere particolare e si adopererà nei confronti degli organi competenti per sapere come ci dobbiamo comportare". E’ quanto afferma ad Agimeg Maurizio Ughi (Agisco). "In un negozio di scommesse si deve entrare con un certificato, in un corner di scommesse, perciò in un bar, da quanto stabilito dal decreto, non si deve entrare con un certificato. Perciò si può fare la stessa scommessa che si fa in un negozio di scommesse, dove si entra con il Green Pass, in maniera non certificata. C'è una discriminazione. Posso accettare la discriminazione tra online e fisico quando il fisico è chiuso e l'online gioca. Ma non la discriminazione di territorio tra uno che vende le scommesse in maniera più facile e l'altro più complicata. Il territorio deve essere regolato in maniera equilibrata. Parlando di scommesse sportive, il corner vende le nostre identiche scommesse. Si parla di partire il 6 agosto, il 22 agosto inizierà il Campionato e prima le Champions, perciò si inizia con la vera attività dello sport dove un corner e un negozio di scommesse hanno gli stessi prodotti di vendita. E' giusto che il regolatore pensi anche a questa situazione. Da una parte c'è una barriera all'ingresso e uno scoraggiamento a poter effettuare una scommessa perché c'è un sistema di certificazione, dall'altra la certificazione non esiste. E' giusto che il regolatore risponda a un problema di discriminazione sul territorio. Mi auguro ci sia una risposta e una rapida convocazione da parte di ADM delle associazione di categoria interessate per cercare di trovare una linea comune che possa soddisfare le esigenze di tutti e quella superiore di non discriminazione", ha concluso. cdn/AGIMEG

 

News: Fondo salva sport, Tar Lazio respinge il ricorso operatori Betting

News: Fondo salva sport, Tar Lazio  respinge il ricorso operatori Betting

Fondo salva sport, Tar Lazio conferma legittimità della tassa dello 0,5% sulle scommesse e respinge il ricorso degli operatori: "Il versamento non crea un pregiudizio grave e irreparabile"

Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi di alcuni operatori del betting che contestavano il provvedimento con cui è stata istituita la nuova tassa dello 0,5% sulle scommesse, denominato "Fondo salva sport". Il Tribunale ha affermato che "il suddetto prelievo non si presenta come un’imposta diretta parametrata sui ricavi del concessionario, bensì come una forma di imposizione indiretta che colpisce la manifestazione di ricchezza consistente nella partecipazione al gioco delle scommesse, in quanto l’aliquota dello 0,5% si applica sul totale della raccolta al netto della sola imposta unica di cui al Decreto Legislativo 23
dicembre 1998, n. 504". Inoltre il Tar del Lazio sostiene che vada "rilevato che il sostegno ai soggetti operanti nel settore sportivo, che sono i protagonisti e gli organizzatori degli eventi sportivi oggetto delle scommesse, tutela evidentemente anche l’interesse dei
concessionari di scommesse sportive (con qualsiasi modalità effettuate) in quanto l’eventuale fallimento delle realtà sportive operanti sul mercato non potrebbe che ripercuotersi negativamente anche sull’attività dei concessionari che vedrebbero impoverita l’offerta di eventi sui quali è possibile effettuare le scommesse". Dunque "alla luce delle considerazioni esposte, che, ad una sommaria delibazione propria della fase cautelare il ricorso non appare assistito dai requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora necessari per la concessione della richiesta misura cautelare" e fissa "la discussione nel merito del ricorso al 14 aprile 2021 al fine di trattarlo contestualmente ad altri ricorsi aventi analogo oggetto". Anche le società del Betting Exchange saranno colpite dal prelievo poiché "rappresenta una delle modalità consentite dalla concessione per la raccolta a distanza di giochi e scommesse e che, pertanto, sottrarre al prelievo introdotto la sola raccolta di scommesse “con interazione diretta tra giocatori” configurerebbe una disparità di trattamento non giustificata rispetto alla ratio del prelievo nonché alla sua finalità". ac/AGIMEG

Rassegna stampa: AGIMEG intervista Direttore Agenzia Dogane Monopoli Marcello Minenna

Rassegna stampa: AGIMEG intervista Direttore Agenzia Dogane Monopoli Marcello Minenna

Esclusiva, Fabio Felici (dir. Agimeg) intervista Marcello Minenna (dir. Adm): “Pronta una road map per una ripartenza già delineata del settore dei giochi. A breve torneremo alla piena regolarità anche in questo settore”

Come per tutte le istituzioni del nostro paese, anche per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non è certamente un periodo semplice. La gestione di settori come dogane, giochi, tabacchi è molto impegnativa soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria. Ma il settore dei giochi è in grande attesa di sapere se e come potrà avere un futuro e reclamava a gran voce una scesa in campo di Adm. Il direttore di Agimeg Fabio Felici ha posto, al direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Marcello Minenna, alcune domande proprio in merito al settore del gioco pubblico. Si tratta della prima intervista rilasciata dal direttore di Adm dedicata esclusivamente al settore del gioco. “Desidero ringraziare – ha dichiarato Fabio Felici – il direttore Minenna per aver accettato il nostro invito in un momento di grande impegno a tutti i livelli”.

Lei viene da esperienze importanti che l’hanno portata anche a confrontarsi con contesti pericolosi come la criminalità organizzata o i fenomeni abusivi della rete. L’accostamento costante del gioco pubblico a realtà di questo tipo, al netto di inchieste come ce ne sono in tutti gli ambiti dove circola del denaro, non le sembra penalizzate?

Ogni settore economico e finanziario gestito e regolamentato dal pubblico può essere oggetto di una concorrenza illecita da parte della criminalità organizzata. E’ evidente che dove gli interessi economici sono maggiori, gli appetiti illeciti saranno più aggressivi. Il punto è proprio fare in modo che la gestione pubblica di questo settore avvenga con la maggiore trasparenza possibile e porre in essere misure forti di contrasto alle iniziative criminali e alle attività illecite.

Il gioco pubblico fa parte dell’intrattenimento, della libera scelta delle persone che possono decidere come passare qualche momento di svago. Ma del gioco come intrattenimento si parla poco. Di chi è la colpa?

Io penso che il gioco non abbia bisogno di pubblicità. E’ parte integrante della nostra cultura, si pensi solo alla “smorfia” dei numeri del lotto, ed un fenomeno comune ad ogni società in qualsiasi parte del mondo. Quello di cui c’è bisogno sono campagne di comunicazione mirate a responsabilizzare chi gioca in modo tale che chi gioca lo faccia consapevolmente. Come Agenzia noi garantiamo che i concessionari del gioco impegnino annualmente parte dei proventi al fine di porre in essere campagne informative mirate a permettere un gioco responsabile e consapevole da parte dell’utenza.

Alcuni lavoratori ed imprese si sono sentiti, in questo periodo di emergenza, abbandonati  da Adm che rappresenta per loro il massimo interlocutore istituzionale. Tutti i settori economici hanno avanzato richieste di aiuto attraverso le istituzioni, associazioni o sindacati che le rappresentano. Ad Adm viene contestato il mancato sostegno in questo grave momento di difficoltà. Le cose stanno davvero così?

E’ evidente che il momento di crisi e difficoltà è generalizzato e non riguarda solo il settore dei giochi. Il turismo, la ristorazione, gli studi medici, il mondo del calcio…vi sono settori importanti dell’economia che sono stati completamente fermati, tra cui il settore dei giochi. ADM seguendo il piano di chiusura del Governo ha gradualmente disposto la chiusura dei giochi che oggettivamente, per motivi tecnico-organizzativi  o per evitare assembramenti,  non potevano essere svolti a causa dell’emergenza. Ora, seguendo sempre le indicazioni del Governo per la fase 2, ha predisposti la riapertura graduale dei giochi, che andranno a riattivarsi come le altre attività. Io penso che sia un grave errore pensare che la crisi debba essere affrontata per settori separati. Siamo tutti sulla stessa barca e insieme ne usciremo, anche con gli aiuti messi a disposizione dal Governo, tra cui numerose proroghe di scadenza di pagamenti dovuti, anche nel settore dei giochi.

C’era grande attesa per la Fase 2 che doveva segnare un ritorno ad una simil normalità ma fino al 18 maggio non si parlerà di ripartenza di attività riguardanti il gioco. Pensa che dopo questa data anche le imprese che si occupano di gioco, in grado di garantire gli standard di sicurezza sanitaria per personali e clienti, possano ripartire? Se si, ripartiranno tutte alle stesso momento?

Noi abbiamo predisposto una road map di ripartenza già ben scandita e delineata. Penso che gli operatori del settore potranno porre in essere per tempo quelle misure necessarie ad una ripresa dei giochi in piena sicurezza. Da parte nostra noi siamo pronti e confido che a breve torneremo ad una piena regolarità anche in questo settore. lp/AGIMEG

Decreto Cura Italia, Baretta (Sottosegr. MEF) ad Agimeg: “Anche il comparto giochi è fatto di lavoratori che meritano tutela. Nel ‘Decreto Aprile’ faremo interventi ancora più mirati”

Decreto Cura Italia, Baretta (Sottosegr. MEF) ad Agimeg: “Anche il comparto giochi è fatto di lavoratori che meritano tutela. Nel ‘Decreto Aprile’ faremo interventi ancora più mirati”

Decreto Cura Italia, Baretta (Sottosegr. MEF) ad Agimeg: “Anche il comparto giochi è fatto di lavoratori che meritano tutela. Nel 'Decreto Aprile' faremo interventi ancora più mirati”

“Quelle del settore del gioco sono imprese come le altre. Per il Governo non vi è nessuna differenza quando si tratta di lavoratori. Una cosa è l’opinione che si può avere sul prodotto, sul contenuto di un’impresa, un’altra è l’atteggiamento di fronte alla crisi, in quanto anche il comparto giochi è fatto di lavoratori”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell’Economia, commentando le misure introdotte per il settore del gioco nel decreto ‘Cura Italia’, che di fatto – equiparando il comparto a qualsiasi altra attività economica – ha previsto una proroga per le gare Slot, Vlt, scommesse e bingo, la sospensione dei canoni del bingo e il posticipo del pagamento del Preu, così come la proroga per il Registro Unico degli Operatori e le Awpr. “Con queste misure abbiamo dato un assestamento al settore dei giochi, nell’ottica di tutelare i lavoratori delle imprese che ne fanno parte”. “A livello generale, quanto fatto finora non è che il primo passo, sono misure non ancora sufficienti per affrontare completamente l’emergenza, c'è bisogno di intervenire a più ampio raggio, ma lo sforzo prodotto è stato notevole, in pochi giorni si è messo in piedi un cantiere grandioso. Sarà importante vedere gli effetti delle prime settimane di gestione di questo decreto, che ci aiuteranno a preparare il prossimo – ha proseguito Baretta – nel quale faremo interventi ancora più mirati. In questo momento così delicato serve il contributo di tutti, delle categorie economiche, dei sindacati e delle associazione per poter costruire insieme un percorso condiviso. Ora servirà capire i tempi del dibattito parlamentare collegato al nuovo ‘Decreto Aprile’, lavoriamo con tempi strettissimi” ha concluso Baretta. cr/AGIMEG

NEWS: MANIFESTAZIONE BOLOGNA PRINCIPALI LANCI AGENZIE

NEWS: MANIFESTAZIONE BOLOGNA PRINCIPALI LANCI AGENZIE

Ginestra (A.GI.SCO.): "Solidarietà a colleghi e lavoratori dell'Emilia Romagna, invitiamo a sospendere la raccolta del gioco durante la manifestazione del 17 settembre"

"Siamo solidali con i colleghi e i lavoratori dell'Emilia Romagna che manifestano martedì 17 alle ore 9 di fronte alla sede della Regione per preservare la rete di raccolta del gioco pubblico ed abbiamo invitato tutti i nostri Associati a sospendere l'attività fino alle ore 16, in concomitanza della protesta. Del resto la problematica, come noto, non è limitata all'Emilia-Romagna, dove in conseguenza della scadenza dei termini previsti dalla Legge Regionale sul Gioco d’Azzardo Patologico, i comuni stanno applicando le norme sul distanziometro, intimando alla quasi totalità dei punti di raccolta gioco di cessare l’attività". E' quanto afferma Francesco Ginestra, Presidente A.GI.SCO. Associazione Giochi Scommesse, in vista della manifestazione in programma il prossimo 17 settembre. "L’applicazione del distanziometro – prosegue Ginestra – è un argomento estremamente grave che riguarda tutta la categoria, non solo i colleghi coinvolti che hanno la sfortuna di operare nelle Regioni che non hanno modificato le precedenti norme e non salvaguardano le attività esistenti prima dell’entrata in vigore della Legge che prevede questo strumento sbagliato che non serve per combattere eventuali problematicità legate al Gioco. Auspichiamo – conclude Ginestra – che il Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna accolga i manifestanti, ascolti le nostre motivazioni e proceda, al pari di altre Regioni, a modificare la Legge per non cancellare l'attuale rete legale di accettazione del gioco pubblico". lp/AGIMEG

Emilia Romagna, Ughi (Obiettivo 2016) ad Agimeg: “Proroga di 12 mesi strada percorribile, operatori di gioco non hanno colpe”

“Ritengo che la proroga per un anno possa essere una strada percorribile, ho notato un atteggiamento favorevole da parte dei capigruppo delle diverse parti politiche. Hanno ammesso con onestà che quando si fa una legge non è detto che si centrino tutte le condizioni per le quali è stata fatta e che alcune modifiche in corsa possano anche essere giuste”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Maurizio Ughi, patron di Obiettivo 2016, che ha partecipato all’incontro odierno a Bologna con gli assessori per discutere della legge regionale Emilia Romagna sul gioco, che con l’applicazione del distanziometro rischia di portare alla chiusura moltissime attività con conseguenti gravi ricadute occupazionali. “Il problema è che noi – interlocutori e imprese – non abbiamo colpe per questa situazione, non abbiamo fatto altro che adempiere, siamo concessionari dello Stato e invece veniamo colpiti da queste misure restrittive. Sono tuttavia convinto che si riuscirà ad arrivare a un provvedimento di sospensione per 12 mesi dell’applicazione della legge regionale sul gioco”, ha concluso Ughi. lp/AGIMEG

Legge sui giochi Emilia Romagna, Astro e Sapar: "A rischio chiusura aziende del gioco legale e perdite di posti di lavoro"

La legge sul gioco dell'Emilia Romagna, porterà esclusivamente alla chiusura delle aziende di gioco legale e perdite occupazionali. E' quanto affermano le associazioni del settore Astro e Sapar. In una nota inviata alla Giunta regionale sottolineano come "in Emilia-Romagna iniziano a registrarsi i primi effetti derivanti dall’applicazione del distanziometro di 500 metri imposto ai punti dedicati al gioco dalla Legge Regionale n.5/2013. Uno strumento – quello della distanza minima – adottato con il fine ultimo di contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo, ma con un’applicazione sul campo che rischia di mancare completamente l’obiettivo ispiratore. Oggi, infatti, l’unico esito a cui si sta assistendo è quello della chiusura delle aziende di gioco legale e delle conseguenti perdite occupazionali, mentre mancano evidenze positive con riguardo alla lotta contro la ludopatia." ac/AGIMEG

Distante (Sapar): ”Urgente valutare gli effetti della legge Emilia Romagna, si rischia di cancellare la rete del gioco lecito lasciando spazi di manovra all'illegalità"

“In Emilia Romagna iniziano a registrarsi i primi effetti derivanti dall’applicazione del distanziometro di 500 metri imposto dalla legge regionale. Stiamo assistendo inermi alla chiusura delle piccole e medie aziende del gioco di Stato e alle conseguenti perdite occupazionali, mentre mancano evidenze positive riguardo alla lotta al GAP”. E' quanto ha dichiarato il presidente Sapar Domenico Distante, che con Astro ha inviato un’istanza alla Giunta della Regione Emilia Romagna, per richiedere con urgenza una valutazione dell’efficacia della legge regionale numero 5/2013 adottata con il fine ultimo di prevenire e contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo. “Il rischio è che si giunga alla cancellazione totale della rete terrestre del settore del gioco lecito, lasciando altresì ampi spazi di manovra al gioco illegale – ha detto il presidente Sapar -. Non è possibile che si adottino ancora politiche proibizioniste quando è stato decretato più volte da studi autorevoli che il distanziometro non risolve il problema della tutela della salute pubblica, mentre grava pesantemente sull’occupazione e sul bilancio delle piccole e medie aziende del settore. Per fortuna alcune regioni, in primis la Puglia, hanno iniziato a recepire queste evidenze, optando per una normativa in materia di gioco che salvaguardi sia la salute del giocatore che l’occupazione sul territorio. Pertanto, insieme all’associazione Astro, abbiamo ritenuto necessario richiedere alla regione una valutazione urgente circa l'efficacia della legge regionale, perché è nostro dovere difendere i lavoratori del gioco legale” ha concluso Distante. lp/AGIMEG

Emilia Romagna, Cardia (ACADI): “Legge regionale non tutela salute, libertà di impresa e livelli occupazionali. Fondamentale presidio del territorio da parte dell’offerta legale"

“ACADI con le filiere dei propri associati rappresenta oltre il 70% del sistema di controllo del gioco pubblico e regolamentato in Italia, generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all’anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti pari a circa 18,5 miliardi di euro. ACADI ed i propri Associati hanno già avuto modo di rappresentare in diverse sedi istituzionali che i distanziometri espulsivi per errore tecnico come quelli della legge Regione Emilia Romagna n. 5/2013, da un lato, non curano e, dall’altro, di fatto impongono il proibizionismo alla distribuzione del gioco pubblico sul territorio con perdite di posti di lavoro e chiusure di aziende sane, determinando conseguenze nefaste sul piano della mancata tutela della salute e del risparmio dei cittadini utenti, dell’ordine pubblico, del gettito erariale, e su tutti dell’impresa e del lavoro.  A fronte della inidoneità dello strumento e dell’errore tecnico che lo caratterizza, consentire la cancellazione della sostanziale totalità dell’offerta legale attualmente esistente significa aprire le porte all’offerta illegale, significa far chiudere aziende del territorio sane e significa far licenziare il personale con cui le medesime svolgono attualmente per lo Stato funzioni di Incaricato di Pubblico Servizio nell’espletamento di attività per la distribuzione di prodotti controllati, per la raccolta di informazioni per il contrasto all’antiriciclaggio, per la tracciabilità dei flussi finanziari, per la raccolta di un gettito erariale unanimemente riconosciuto da emersione". Sono le parole di Geronimo Cardia, Presidente Acadi, l’Associazione Concessionari dei Giochi Pubblici in una lettera aperta indirizzata alla Regione Emilia Romagna. "ACADI – ha aggiunto – condivide la necessità di portare all’attenzione di tutti le esigenze di tutela della libertà di impresa, dei livelli occupazionali, della legalità e della salute e del risparmio dei giocatori, compromessi dalla regolamentazione regionale, rivelatasi e riconosciuta scientificamente inefficace ed inidonea rispetto agli scopi dichiarati di tutela del disturbo da gioco d’azzardo.Un aspetto che colpisce è dato anche dalla delibera della Giunta Regionale n. 68 del 21.1.2019 la quale tra l’altro prevede che il distanziometro espulsivo trovi applicazione anche per l’attività delle scommesse dalla “scadenza dei contratti di concessione in essere e comunque, comprese le eventuali proroghe, non oltre il 31 dicembre 2019”.  In questo modo verrebbero cancellate le verticali distributive del gioco pubblico non solo degli apparecchi ma anche delle scommesse.Vi è già una presa di coscienza a livello nazionale del problema, come peraltro cristallizzato nella Conferenza Unificata di settembre 2017 in cui Stato, Regioni e Provincie Autonome stimolati ad incontrarsi dal Legislatore Nazionale hanno finalmente convenuto sull’importanza del presidio del territorio da parte dell’offerta legale. Un’offerta legale ridotta e contenuta ai livelli voluti dal legislatore, ma esistente e capillare. Basterebbe applicarla.Per quanto sopra ACADI è a completa disposizione della Presidenza, della Giunta, del Consiglio, degli Assessori e delle istituzioni regionali per approfondire e documentare quanto sopra anche in un tavolo di confronto a cui sarà ben lieta di partecipare”, ha concluso. cdn/AGIMEG

Bologna, grande affluenza al sit-in dei lavoratori contro il distanziometro in Emilia Romagna

Iniziato il sit-in a Bologna. Sono numerosi i lavoratori del gioco che hanno deciso di protestare davanti al Consiglio regionale in Emilia Romagna contro le nuove norme regionali. Secondo i protestanti, le nuove disposizioni sul gioco imporranno la chiusura di molte attività a causa dell’applicazione del distanziometro. Imprese e lavoratori, infatti, a breve saranno costretti, ove possibile, a delocalizzare la propria attività, alcuni invece dovranno chiudere per sempre e licenziare i lavoratori. cdn/AGIMEG

Sit-in dei lavoratori contro il distanziometro in Emilia Romagna, a rischio 1.000 posti di lavoro

Davvero numerosi sono stati i lavoratori del gioco che hanno deciso di protestare davanti al Consiglio regionale in Emilia Romagna contro le nuove norme regionali. Con fischietti e gilet arancioni con su scritto "Perché lavoro significa dignità", i proprietari dei negozi specializzati provenienti da tutta la regione hanno cercato di attirare l'attenzione dei responsabili della Regione Emilia per chiedere la modifica della legge regionale sul gioco e l'eliminazione della retroattività. Tale disposizione infatti porterà alla chiusura delle attività già esistenti sul territorio nel momento di entrata in vigore della legge. Sono circa 1.000 gli operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro. Al consigliere Michele Facci, che si è fermato a dialogare con i manifestanti, gli operatori hanno ricordato che le attività commerciali costituiscono un presidio di legalità sul territorio e che sono il primo baluardo di contrasto alla ludopatia. cdn/AGIMEG

Emilia Romagna, avv. Sbordoni ad Agimeg: "Consiglio regionale valuterà richiesta di proroga dell'entrata in vigore della legge sul gioco"

"Nell'incontro odierno siamo stati ascoltati dai capigruppo e dal vicepresidente del Consiglio, oltre che da un rappresentante degli assessori. Ne è emerso che verranno fatte valutazioni sulla richiesta di proroga dell'entrata in vigore della legge regionale Emilia Romagna sul gioco. I tempi per la modifica della norma non ci sono, tra l'altra a breve nella regione vi saranno le elezioni, ma in ottica futura vi è disponibilità a tornare sulla questione, anche perché c'è un effettivo problema di perdita di posti di lavoro nel settore". E' quanto ha dichiarato ad Agimeg l'avvocato Stefano Sbordoni (Segretario Generale Utis), a seguito dell'incontro con i rappresentati del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, a Bologna, dove stamani si è tenuto un sit-in di protesta di operatori e dipendenti delle attività di gioco legale per manifestare contro le norme regionali che impongono la chiusura di moltissime attività. Sono infatti circa 5.000 gli operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro. lp/AGIMEG

Giochi, Emilia Romagna: lavoratori in piazza contro il distanziometro, chiesta proroga alla Regione

ROMA – Obiettivo proroga per gli operatori di gioco dell’Emilia Romagna, oggi in campo per la manifestazione organizzata a Bologna, davanti la sede della Regione. I lavoratori del settore – circa mille quelli intervenuti oggi – hanno chiesto una rivalutazione urgente sull’efficacia della legge regionale contro la ludopatia, che prevede l’applicazione del "distanziometro" di 500 metri. «Una delegazione degli operatori è stata ricevuta dai capigruppo dei vari partiti e dall’assessore Andrea Corsini – racconta Christian Piccolo, uno dei promotori della manifestazione – Da parte dei rappresentanti della Regione è arrivata l’apertura a una possibile proroga, richiesta che le associazioni di settore formalizzeranno nei prossimi giorni». Piccolo che ricorda che sono circa 15mila i lavoratori dell’indotto dei giochi: «Di questi, 10mila saranno colpiti dal "distanziometro"». Gli operatori puntano dunque a una proroga che "salvi" provvisoriamente gli esercizi non in regola con la distanza minima dai luoghi sensibili, in attesa di una discussione più approfondita con la Regione per una eventuale revisione della legge. «È fondamentale ribadire che anche noi vogliamo contribuire al contrasto alla ludopatia – hanno spiegato i manifestanti giunti oggi a Bologna – Ma riteniamo che il "distanziometro" e la chiusura a tappeto dei punti fisici non sia una strategia efficace». LL/Agipro

Emilia Romagna, Pastorino (STS) ad Agimeg: “Legge regionale cancella settore del gioco, con nuovo Governo serve riprendere discussione a livello nazionale”

“Cancellare in un colpo solo slot e corner sportivi significa cancellare di fatto un settore importante: le nostre aziende non hanno possibilità di ricollocarsi in altro luogo, significherebbe chiudere l’attività e perdere posti di lavoro. Abbiamo fatto presente le nostre preoccupazioni ai rappresentanti della Regione”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giorgio Pastorino, Presidente STS, nel giorno della manifestazione tenutasi a Bologna per protestare contro le norme regionali che impongono la chiusura di moltissime attività legate al gioco. Sono infatti circa 5.000 gli operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro con l’applicazione del distanziometro. “Il Consiglio regionale può decidere di attuare una proroga, ma in ogni caso il problema va affrontato e non lasciato andare. La cosa più logica a mio giudizio sarebbe riprendere fiato e rimandare la questione per capire come si possa svolgere la discussione a livello non solo regionale, ma nazionale, tanto più che nel nuovo Governo è stato eletto come sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che per anni ha lavorato a contatto con gli operatori di gioco e con le regioni”, ha concluso Pastorino. lp/AGIMEG

Comuni in ordine sparso, tempi sfasati e proroghe: la legge sul gioco in Emilia-Romagna provoca il caos

ROMA – Proroga: è la richiesta formulata oggi a Bologna da una rappresentanza dei lavoratori dei giochi, riuniti davanti al palazzo della Regione. In realtà, nell’ambito della complessa disciplina vigente sul gioco in Emilia-Romagna, il concetto di proroga non può essere univoco, dato che i termini di legge cambiano a seconda che si parli di sale giochi, esercizi pubblici o corner scommesse. Vale la pena di ripercorrere in sintesi i lineamenti di quella che senza alcun dubbio può essere definita la normativa sul gioco patologico più complicata fra le regioni italiane. Punto di partenza è il distanziometro previsto dalla legge 5/2013, che vieta l’esercizio dei punti di gioco, nonché l’installazione di apparecchi, entro 500 metri da una serie di luoghi sensibili. Per rendere operativo il provvedimento, nel 2017 la Regione ha imposto ai Comuni di predisporre una mappatura dei luoghi sensibili e di inviare in base a questa, nei sei mesi successivi, due tipi di comunicazione alle attività fuori regola: provvedimenti di chiusura per sale giochi e sale scommesse, divieti di installazione di nuovi apparecchi e di rinnovo dei contratti ai titolari degli esercizi pubblici. Agli esercenti delle sale che volevano proseguire la propria attività in zone non proibite era concessa una proroga fino ad un massimo di ulteriori sei mesi rispetto alla data del provvedimento di chiusura.  
Alla sollecitazione della Regione, i Comuni hanno risposto in tempi diversi, provocando un notevole sfasamento sul territorio: in alcune zone le chiusure sono già avvenute, in altre non sono neanche cominciate. Le difficoltà palesate da alcune amministrazioni e le proteste degli operatori hanno indotto nel gennaio scorso la Giunta a prorogare alcuni termini, configurando per i punti di gioco non in regola con il distanziometro la situazione seguente: alle sale che intendano trasferire la propria attività in zone non proibite, i Comuni potranno raddoppiare la proroga di sei mesi prevista originariamente dalla normativa. Particolare la disciplina dei corner scommesse: l’attività non potrà protrarsi oltre la scadenza dei contratti in essere, ma sono permesse proroghe fino al 31 dicembre 2019. Più larghi i tempi per gli esercizi pubblici che ospitano al loro interno le slot: non potranno più installare nuovi apparecchi, ma tenere quelli già installati fino al 2022. Quanto alla protesta in atto, gli operatori hanno fatto sapere che dalla Regione è arrivata l’apertura a una possibile proroga. Visto il ginepraio sollevato dalla normativa, resta da capire di quale proroga si parli. MF/Agipro

Emilia Romagna, Avv. Modugno ad Agimeg: “Le istituzioni hanno accolto il nostro invito al dialogo. Serve una proroga della legge regionale”

“Le istituzioni hanno accolto il nostro invito al dialogo. Tutte le parti politiche hanno mostrato interesse ad approfondire la tematica del gioco legale e in particolare la legge regionale, che con queste condizioni avrà effetti nefasti. Una nostra delegazione è stata accolta dei capigruppo e ciò ci ha permesso di analizzare i punti negativi dell’applicazione del distanziamento, che non ha alcuna valenza scientifica nella lotta alla ludapatia, e non fa altro che contrastare il gioco legale. L’esigenza di arrivare ad una situazione più equilibrata ha quindi portato alcuni nostri interlocutori a valutare la proposta di proroga della legge regionale. C’è un intero comparto che rischia la chiusura delle sale e il licenziamento dei dipendenti. Dobbiamo restare con i piedi per terra, vista la situazione, ma sicuramente la sforzo di circa di un migliaio di partecipanti al sit-in un giorno lavorativo, ha aperto un spiraglio”. E’ quanto dichiara ad Agimeg l’avvocato Francesco Modugno, tra i promotori del sit-in di protesta, davanti al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, di operatori e dipendenti delle attività di gioco legale che oggi hanno manifestato contro le norme regionali che impongono la chiusura di moltissime attività a causa dell’applicazione del distanziometro. lp/AGIMEG

Una “gincana” per arrivare alla sala scommesse. Un’agenzia storica di Cesena combatte così il distanziometro. Il titolare: “Legge pazzesca, l’alternativa è chiudere”

Una “gincana” per arrivare alla sala scommesse. Un’agenzia storica di Cesena combatte così il distanziometro. Il titolare: “Legge pazzesca, l’alternativa è chiudere”

si segnala che nell’edizione delle 8 di oggi del TG1, è andato in onda un servizio girato a Cesena con intervista al collega Daniele Ferrini, riferito al divieto di apertura a meno di 500 metri dai luoghi sensibili.

Il video è visibile cliccando il seguente link ed andando al minuto 23:40:

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-9b3ab64b-a1b3-4417-a042-62b844351833-tg1.html?item=undefined

La notizia era stata già diffusa dalla agenzia Agimeg con la news sotto riportata.

Una “gincana” per arrivare alla sala scommesse. Un’agenzia storica di Cesena combatte così il distanziometro. Il titolare: “Legge pazzesca, l’alternativa è chiudere”

Costruisce un percorso pedonale di 130 metri, tutto attorno all’agenzia di scommesse – aperta fin dal 1984 – per rispettare le distanze dai luoghi sensibili imposte dal Comune. Succede a Cesena, dove lo scorso agosto una delle prime agenzie di scommesse aperte in Italia, in via del Mare vicino allo stadio, ha ricevuto dal Comune l’ordine di chiusura. L’esercizio non era in regola con il distanziometro, si trova infatti a 370 metri dalla chiesa di San Paolo Apostolo. Messo di fronte alla prospettiva di chiudere, il titolare ha quindi pensato di “allungare” il percorso che gli scommettitori devono fare per accedere nei locali: sfruttando il cortile esterno ha costruito una recinzione metallica in modo da formare un circuito di 130 metri, e rispettare la distanza richiesta dal Comune. Il titolare, il signor Daniele Ferrini, ha dichiarato che si è trattato di un escamotage che non viola legge e che salvaguarda il lavoro di un’attività che va avanti da 35 anni e che ha sempre rispettato norme e regolamenti. Dalla sua parte anche i clienti dell’agenzia per la maggior parte dei quali quello del distanziometro è un provvedimento “pazzesco” visto che è uno strumento “ipocrita” per combattere la ludopatia in quanto tutti i giochi sono ormai praticabili online. lp/AGIMEG

AGIMEG: Legge Puglia, AGISCO: “Domani invitiamo tutti gli operatori del gioco a sospendere la raccolta dalle 10 alle 13”

AGIMEG: Legge Puglia, AGISCO: “Domani invitiamo tutti gli operatori del gioco a sospendere la raccolta dalle 10 alle 13”

Legge Puglia, AGISCO: "Domani invitiamo tutti gli operatori del gioco a sospendere la raccolta dalle 10 alle 13"

"AGISCO, Associazione Giochi Scommesse rinnova l'invito a sospendere l'attività di raccolta dei Giochi dalle 10 alle 13 di mercoledì 29 maggio in concomitanza della manifestazione indetta dalle OO.SS. della Puglia per protestare sull’entrata in vigore della Legge Regionale pugliese sul distanziometro. L'invito – si legge in una nota dell'associazione – è rivolto agli operatori di tutta Italia, poiché la problematica è estremamente grave e riguarda tutta la categoria, non solo gli operatori e le 20.000 famiglie coinvolte in Puglia dalla applicazione di questo strumento sbagliato che non serve per combattere eventuali problemi legati al Gioco. Questa norma, lungi dal produrre effetti sulla sbandierata tutela della salute pubblica, porta solo allo smantellamento della rete legale dei concessionari di giochi e scommesse, alla consegna del Gioco nelle meni della criminalità organizzata, a lasciare a casa gli oltre 20.000 occupati del settore e all’abbandono dei giocatori problematici, che non saranno più seguiti da personale competente. Per gli operatori pugliesi AGISCO rinnova l’invito ad essere presenti dalle ore 10.00 con i propri dipendenti di fronte alla nuova sede del Consiglio Regionale della Puglia in Via G. Gentile 42 a Bari", conclude l'associazione AGISCO. cdn/AGIMEG

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse ippiche: concessionari di rete individuano i possibili punti di modifica del prodotto ippico da sottoporre all’attenzione del regolatore

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse ippiche: concessionari di rete individuano i possibili punti di modifica del prodotto ippico da sottoporre all’attenzione del regolatore

 Scommesse ippiche: concessionari di rete individuano i possibili punti di modifica del prodotto ippico da sottoporre all’attenzione del regolatore

Il 20 luglio 2016 si è svolta una riunione di alcuni dei più importanti concessionari di rete con un significativo ruolo nella raccolta delle scommesse ippiche, per definire una linea d’azione comune, in previsione delle auspicate e necessarie modifiche dei prodotti di scommesse ippici. 

I concessionari Sisal Match Point, IGT-Better, Snai-Cogetech, Eurobet, BetFlag, Intralot-Gamenet e Isibet hanno innanzitutto condiviso un giudizio positivo sulla recente apparizione all’interno del ddl per la “competitività nel settore agricolo” di quanto previsto nell’art. 15, in relazione all’avvio delle procedure attuative per la riforma del sistema ippico, sulla base di quanto già previsto dall’art. 14 della ex Delega fiscale e attualmente ripreso nel ddl “Mirabelli”, attualmente in corso di discussione al Senato. 

Una riforma improntata alla necessaria capacità imprenditoriale degli operatori non può che trovare favorevoli i concessionari della raccolta di gioco, che da tempo chiedono non solo una riforma della scommessa ippica con strutture più concorrenziali all’interno del mercato del gioco, ma anche il restyling dell’intero contesto entro cui viene presentato il prodotto ippico offerto poi alla rete di raccolta di gioco. In questo senso, i concessionari confermano il loro impegno per contribuire a individuare i punti di possibili revisioni del prodotto ippico da sottoporre all’attenzione del regolatore.

Tra questi in particolare si segnalano:

1. Quota fissa

  • Tassazione calcolata sul margine(Raccolta – Vincite) con un meccanismo di tassazione a scaglioni che abbia come valore massimo il 35% distinto tra canale fisico (più basso) ed online (più alto). Tale contributo va ripartito tra Filiera Ippica (2/3) ed Erario (1/3)
  • Palinsesto complementare definizione eventi aggiuntivi (corse) e tipologie di scommessa aggiuntive (su proposte dai concessionari comunicate secondo modalità da definire ad ADM e Mipaaf) aventi ad oggetto sia corse del palinsesto ordinario sia del palinsesto complementare
  • Palinsesto ordinario gestito secondo le attuali modalità
  • Libera contrattazione da parte dei concessionari dei diritti di trasmissione delle immagini e con divieto di esclusiva ed obbligo di comunicazione a Mipaaf
  • Obbligo del concessionario a trasmettere le corse oggetto di scommessa del palinsesto complementare
  • Ridefinizione del regolamento di alcune scommesse, al fine di commercializzarle anche attraverso il palinsesto complementare (orari di apertura del gioco, arrivi in parità, adeguamento quota fissa a seguito di un ritiro, rapporti di scuderia)

2. ​Totalizzatore

  • Rapida eliminazione del doppio totalizzatore
  • Riduzione della posta unitaria di gioco per il quartè ed il quinté a 5 centesimi con inserimento di diverse categorie di vincite, di scommesse e con l’inserimento del jackpot da distribuire progressivamente
  • Ridefinizione dei payout delle diverse formule di scommessa in funzione di mantenere nei limiti più vantaggiosi per lo scommettitore stabiliti dalle normative il ritorno complessivo in vincite.

I concessionari si augurano che i decreti attuativi del Collegato Agricolo pongano quindi effettivamente in essere le basi per un rilancio dell’ippica italiana. cdn/AGIMEG

 

Ippica, Lega ippica: “Bene proposta concessionari di rete, avanti con riforma del comparto”

“Grande soddisfazione nel mondo ippico per l’incontro tra i più importanti concessionari della rete di raccolta delle scommesse ippiche, per definire una linea d’azione comune, in previsione delle auspicate e necessarie modifiche dei prodotti di scommesse ippici”.

Lo rileva la Lega ippica, riferendosi alle proposte avanzate dai concessionari Sisal Match Point, IGT-Better, Snai-Cogetech, Eurobet, BetFlag, Intralot-Gamenet e Isibet, di procedere con tassazione sul margine e ridefinizione del payout per le scommesse ippiche, definizione del palinsesto complementare ed eliminazione del doppio totalizzatore per rilancio il comparto ippico.

“Nel loro comunicato di ieri – prosegue la Lega ippica – i concessionari si augurano che i decreti attuativi del collegato agricolo, ormai prossimi, pongano effettivamente in essere le basi per un rilancio dell’ippica italiana. Lega ippica continuerà a sostenere questo progetto e questa unione di intenti per realizzare uno degli interventi più indispensabili per il futuro rilancio del settore”. dar/AGIMEG

 

RASSEGNA STAMPA – RIORDINO GIOCHI – RACCOLTA NEWS

RASSEGNA STAMPA – RIORDINO GIOCHI – RACCOLTA NEWS

AGIMEG – Giochi, esclusiva Agimeg: ecco tutte le griglie del documento condiviso tra Governo ed Enti Locali, con gli esercizi, divisi per tipologia di gioco, regione e provincia, che violano le distanze dai luoghi sensibili

È certamente l'argomento più caldo dell'estate per quanto riguarda il settore del gioco.

L'accordo tra Governo ed Enti locali è infatti atteso da tutti gli operatori per definire le nuove strategie che disegneranno il mercato del gioco in Italia nei prossimi anni.

Nel documento che il sottosegretario all'Economia con delega ai Giochi, Pier Paolo Baretta, ha illustrato agli enti locali durante il tavolo tecnico della scorsa settimana e che Agimeg ha potuto visionare in anteprima, ci sono anche una serie di griglie sull'indagine fatta sulla distribuzione di sale scommesse, sale bingo ed apparecchi sul territorio italiano.

La distribuzione riguarda le singole regioni e provincie e le violazioni, divise per tipologie di giochi, dai luoghi sensibili quali scuole, sanità, sport e luoghi di culto.

Nelle griglie sono evidenziate anche la distribuzione media degli apparecchi per numero di esercizi.

Ecco in anteprima tutte le tabelle del documento:

  • All. EserciziRegioni all. 1 – Media numero di apparecchi per esercizio diviso per provincia
  • All. EserciziRegioni all. 2 – Totale esercizi, per tipologie di gioco, che violano distanze da luoghi sensibili diviso per regione con percentuale di riduzione
  • All. EserciziRegioni all. 3 – Dettaglio esercizi per tipologia di gioco (scommesse, bingo, apparecchi) presenti vicino a luoghi di sport, scuole, sanità e luoghi di culto
  • All. EserciziRegioni all. 4 – Dettaglio esercizi per tipologia di gioco (scommesse, bingo, apparecchi) violano distanza 500 metri da luoghi di sport, scuole, sanità e luoghi di culto

AGIMEG – Giochi, le distanze minime dai luoghi sensibili possono mettere fuori legge fino al 97,5% delle agenzie di scommesse, il 100% delle sale bingo, e oltre il 94% dei punti slot

Le distanze minime dai luoghi sensibili possono mettere fuori legge fino al 97,5% delle agenzie di scommesse, il 100% delle sale bingo, e oltre il 94% dei punti slot.

Sono dieci le regioni che hanno adottato i distanziometri: Abruzzo, Liguria e Trentino Alto Adige impongono una distanza di almeno 300 metri dai luoghi sensibili; si passa a 500 metri in Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta.

Nel caso delle agenzie di scommesse, la regione con la percentuale più alta di sale a norma è il Trentino Alto Adige (dove comunque il 69% dei punti non rispetta il distanziometro, e quindi 116 punti su 168 non sono a norma).

All'estremo opposto la Puglia, dove addirittura il 97,5% è troppo vicino a un luogo sensibile (1.204 su 1.235).

Nel caso dei bingo, in Abruzzo un terzo delle sale non rispetta le distanze (2 su 6); in Liguria (6 sale), Puglia (7), Trentino Alto Adige (2) e Umbria (2) tutte le sale sono fuorilegge.

Nel caso delle slot, le sale irregolari vanno dal 66,3% della Valle d'Aosta (114 su 172), al 94,2% della Puglia (4.378 su su 4.648). 

Rendere più flessibili le leggi regionali – tagliando l'elenco dei luoghi sensibili – potrebbe produrre effetti contenuti. Se si considerassero solo le scuole ad esempio, nel caso delle agenzie di scommesse si avrebbe una forbice che va dal 50,6% dei punti irregolari in Trentino (la cerchia dei punti irregolari scenderebbe da 116 a 85), al 96,2 della Puglia (ora si arriva al 97,5%, in pratica si passerebbe dalle attuali 1.204 agenzie irregolari, a 1.188).

Una maggiore flessibilità si avrebbe se come luoghi sensibili venissero scelti i soli impianti sportivi come campi da calcio da tennis. In questo caso in Abruzzo solo il 19,3% delle agenzie di scommesse sarebbe fuori norma, contro il 75,1% attuale (in pratica da 327 agenzie fuori norma, si passerebbe a 84). Più marcati gli effetti in Valle d'Aosta, dove il 55,5% delle agenzie violerebbe comunque il distanziometro (ora sono il 77,8%). Tre regioni poi sono comunque vicine al 50%: Liguria (46,1%), Toscana (47,7%) e Friuli Venezia Giulia (49,5%). gr/AGIMEG

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