News: Questura di Siena: “Fate attenzione prima di puntare”

 

QN – La Nazione 30/10/2012 pag. 5 ed. Siena
Scommesse clandestine, sei denunciati

L'appello della Questura ai cittadini: «Fate attenzione prima di 'puntare'».

 

«Fate attenzione prima di scommettere», è l'appello della questura ai senesi. Un messaggio scattata al termine di un'operazione che ha visto servizi mirati al contrasto di illecite scommesse organizzate. Gli agenti della squadra amministrativa della Questura senese, coordinati dal dirigente Andrea Arcamone, hanno battuto a tappeto gli esercizi della provincia e capoluogo. E così è emerso che in un esercizio definito 'centro trasmissione dati', a pochi passi dal Rettorato e da piazza del Campo, per il quale era stato richiesto il rilascio di una licenza per collegamento telematico, con un noto allibratore anglo-maltese attivo nelle scommesse 'on line', era stata avviata l'attività senza attendere i termini del procedimento amministrativo per l'autorizzazione. Con il controllo la polizia ha verificato, infatti, che il locale era aperto già da alcuni giorni e che al suo interno veniva svolta un'attività di raccolta di scommesse 'su rete fisica', senza titolo e senza che venissero esposti i regolamenti di gioco. Nell'esercizio inoltre venivano pubblicizzate e consentite scommesse su eventi virtuali, come le corse automobilistiche simulate, o inesistenti corse di cani, cavalli e altro, oltre che con fine di lucro con assoluta prevalenza della sorte e, quindi, da considerarsi veri e propri giochi d'azzardo vietati. In questi casi – è da sapere – anche gli scommettitori, denunciabili penalmente, corrono un rischio molto alto, perché si trovano a scommettere senza conoscere il funzionamento dei sistemi informatici di base, che sono ubicati su server remoti, stabiliti in altri Paesi, non controllabili dall'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato. Al termine del controllo sono stati denunciati 2 esercenti e segnalata la posizione di una terza persona che aveva appena scommesso su un evento virtuale. E il Questore ha rigettato la richiesta di licenza. Ma non è finita qui: qualche giorno dopo la polizia si è di nuovo recata al locale appurando che l'esercente stava continuando a svolgere l'attività illecita. Il titolare è stato quindi nuovamente denunciato, ed è stato indagato anche un giocatore che aveva appena effettuato una scommessa. Nel mirino, infine, un altro locale del centro, nei pressi dell'Università: anche in questo caso si trattava di un esercizio che, anche se dichiarato 'centro elaborazione dati' ed 'internet point', in realtà era dedito alla raccolta di scommesse, a favore di un altro allibratore maltese non autorizzato. I quattro esercenti sono stati denunciati.

Agipronews: Gioco illegale, Ginestra (Assosnai): “Serve inasprimento delle pene, sia per gestori che per gli utenti della rete illegale”

ROMA – “E` da tempo che come associazione denunciamo la presenza di una rete parallela e illegale sul territorio che crea un danno per l`Erario e per i giocatori“. E` quanto dichiara ad Agipronews Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, in merito all`operazione della Guardia di Finanza che ha constatato 417 violazioni in agenzie di scommesse su tutto il territorio nazionale, circa il 20% sul totale dei controlli.

Secondo Ginestra la rete di raccolta parallela e non autorizzata per le scommesse rappresenta uno dei maggiori problemi per il settore, con conseguenze sul piano occupazionale, oltre che sul volume delle giocate, “tanto che alcune agenzie hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione. Ci sono punti ovunque, anche nei piccoli centri. La concorrenza degli illegali è diventata spietata“. Una situazione che, secondo il presidente di Assosnai, si può risolvere solo con il pugno duro della legge: “Ci vuole un inasprimento delle pene, sia per i gestori, sia per chi usufruisce dei centri illegali. Tutela dei giocatori e dell`ordine pubblico e raccolta vietata agli operatori senza concessione sono alcuni dei punti per cui l`associazione si batte da anni. Lo scommettitore deve essere tutelato dallo Stato e giocare in ambienti di sicuri e controllati, altrimenti è a rischio, oltre al suo portafoglio, anche la sua salute“. Ginestra guarda anche al futuro prossimo e muove una critica al nuovo bando di gara per 2000 agenzie di scommesse: “La gara così come è stata impostata, è un autentico salto nel buio per i concessionari, che dovranno affrontare costi di gestione altissimi senza conoscere a fondo la dimensione delle reti di raccolta non autorizzate collegate a operatori esteri. Per questo – prosegue – chiediamo ai Monopoli di Stato di fare chiarezza, fornendoci tutte le informazioni per presentare le offerte, e soprattutto di garantire che al termine della procedura potrà operare solo chi ha una concessione. Ci dicano chiaramente e formalmente – conclude il presidente di Assosnai – che i punti non autorizzati saranno chiusi e che saranno richieste loro le tasse, anche passate, che non sono mai state versate“.SA/Agipro

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Agipronews: Giochi: più di 2 mila controlli della Guardia di Finanza, il 20% irregolare

Giochi: più di 2 mila controlli della Guardia di Finanza, il 20% irregolare

ROMA – Sono 2.088 gli esercizi controllati dalle Fiamme gialle e 417 le violazioni contestate, circa il 20% sul totale dei controlli: sequestrati 233 videopoker illegali e 74 centri di scommesse non autorizzati, 185 persone denunciate. E’ il bilancio dell’ultimo piano straordinario di controllo eseguito dalla Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale nel settore dei giochi e delle scommesse.

In particolare, nell’ultima settimana dei giochi olimpici di Londra e nei giorni scorsi, i finanzieri hanno verificato l’iscrizione degli esercizi nell’apposito elenco, il possesso delle autorizzazioni, l’integrità degli apparecchi da gioco, il loro collegamento alla rete dei Monopoli e l’identità dei giocatori, anche con riferimento alle norme a tutela dei minori.

La collaborazione tra Guardia di Finanza ed Amministrazione dei Monopoli di Stato ha permesso di incrementare l’efficacia dei controlli, anche grazie al potenziamento delle banche dati: il collegamento in rete permette di monitorare il corretto funzionamento di ogni apparecchio e di intervenire, quindi, in caso di anomalie.

I fenomeni illeciti maggiormente diffusi sono risultati l’alterazione e la manomissione degli apparecchi da gioco, l’abusiva raccolta di scommesse sportive mediante agenzie clandestine, anche per conto di allibratori esteri privi di autorizzazione, le lotterie fasulle ed i siti di gioco artificiosamente collocati all’estero per sfuggire ai controlli ed alle imposte.

Negli oltre 7.000 controlli eseguiti da inizio anno sono state riscontrate 2.358 violazioni, con il sequestro di 2.010 apparecchi da gioco e 1.059 punti clandestini di raccolta delle scommesse. Tra questi una bisca clandestina a scoperta a Roma nella sede di un’associazione culturale. A Padova, invece, un’associazione sportiva, che nascondeva una bisca clandestina con videopoker illegali, era stata posizionata a poca distanza da una sala da gioco autorizzata. Il gestore della bisca attraeva i giocatori promettendo puntate illimitate e premi immediati in denaro, tant’è che sono state contestate anche numerose violazioni alle recenti norme antiriciclaggio.

In provincia di Bari, con l’operazione “Fatal bet”, sono stati sequestrati 30 esercizi, tra centri scommesse non autorizzati e punti vendita di gioco on-line che, invece, raccoglievano puntate illegali su conti intestati a “prestanome”. I 64 responsabili sono stati tutti denunciati; le fiamme gialle di Sassari hanno passato al setaccio i centri scommesse della provincia dopo che un reparto territoriale ne aveva individuato uno collegato ad una rete illegale: 29 centri sono stati sequestrati e 30 gestori denunciati.

L’attività della Guardia di Finanza a tutela del gioco legale segue tre specifiche linee d’azione: contrastare l’evasione, considerate le ricadute negative del gioco illegale sul gettito fiscale complessivo; tutelare il mercato, affinchè gli operatori autorizzati non subiscano concorrenza sleale; garantire i consumatori da proposte di gioco non autorizzate dallo Stato. FP/Agipro

Operazione contro giochi illegali, Virgilio (maggiore GdF): “Settimane per quantificare il volume d’affari e il danno erariale”

ROMA – Più di 2 mila controlli per oltre 400 violazioni: è il bilancio dell’operazione della Guardia di Finanza su giochi e scommesse illegali, portato avanti sul tutto il territorio nazionale. “Ma dobbiamo ancora quantificare il volume d’affari complessivo – spiega ad Agipronews il maggiore Cosmo Virgilio – Per il conteggio ci vorranno settimane, vista la portata dell’operazione. All’intervento immediato seguiranno le contestazioni tributarie in relazione alle infrazioni commesse e al giro d’affari; il calcolo verrà effettuato tramite applicativi e software in collaborazione con i Monopoli di Stato”. Probabilmente la gran parte del volume complessivo arriverà dagli apparecchi da intrattenimento: “Sono loro a raccogliere di più nel mercato legale, circa 45 miliardi su 80 e dunque è presumibile che sia così anche nel ’sottobosco’ illegale”. Nel mirino delle Fiamme Gialle sono finite irregolarità di provenienza diversa: “In alcuni casi i centri erano totalmente abusivi, come nel caso dell’associazione culturale. In altri si trattava di punti di commercializzazione – autorizzati solo a vendere ricariche per scommesse online e a diffondere materiale informativo – che accettavano anche scommesse. In altri ancora, soprattutto nel periodo delle Olimpiadi, erano centri che ’deviavano’ il gioco su siti oscurati dai Monopoli di Stato”. Lo spessore dell’operazione, portato avanti da Padova a Bari, passando per Roma, ha una base tecnologica molto precisa: “Facciamo abitualmente controlli con le pattuglie – spiega ancora Virgilio – Abbiamo messo a punto un applicativo, una banca dati per interventi mirati. Per gli apparecchi da intrattenimento, ad esempio, abbiamo accesso tramite i Monopoli a tutte le slot collegate in rete. Possiamo verificare le giocate di ognuna e verificare se c’è uno scostamento tra le giocate di quel singolo apparecchio e la media per quella provincia. Il fatto che su 2 mila controlli circa il 20% sia risultato irregolare non è un caso: sapevamo dove andare e cosa aspettarci”.

LL/Agipro

GIOCONEWS: Richiesta pagamento imposte a Ctd esteri, Assosnai: “Primo passo, ma ora risarcimento per mancata tutela rete Aams”

 

Richiesta pagamento imposte a Ctd esteri, Assosnai: “Primo passo, ma ora risarcimento per mancata tutela rete Aams”

 

La recente circolare Aams sul pagamento dell’Imposta Unica da parte dei Ctd (Centri Trasmissione Dati collegati con operatori esteri), seguita dall’invio di formali richieste agli operatori privi di concessione, è un tentativo di ristabilire il corretto funzionamento del mercato delle scommesse, per il recupero di una situazione già da troppo tempo drammaticamente compromessa: finalmente saranno obbligati al pagamento dell’Imposta Unica e delle relative sanzioni anche i soggetti che esercitano la raccolta senza concessione Aams.

È quanto si legge in una nota di Assosnai, secondo la quale però, al di là delle buone intenzioni, adesso la norma deve essere applicata o, in caso contrario anche i concessionari Aams devono smettere di versare l’Imposta Unica sui Giochi.

Perdura comunque, a giudizio di Assosnai, una situazione di evidente confusione, confermata anche dalla recente sentenza della Cassazione che ha evidenziato gli errori compiuti dallo Stato italiano nella gestione del regime concessorio. Ciò ha portato al proliferare di un sistema ‘autogestito’ che affianca da anni la rete Aams: da un lato, i concessionari che nel rispetto delle leggi nazionali sostengono gli elevati costi di concessione e di imposte sui giochi e si sottopongono a un sistema di rigidi controlli per il mantenimento di adeguati livelli di servizio; dall’altro alcune imprese che, seguendo unicamente procedure private e senza avere l’obbligo di contribuire alle entrate erariali, hanno la possibilità di offrire condizioni più vantaggiose alla clientela, praticando una concorrenza sleale nei confronti della rete Aams. Tutto ciò lascia il consumatore abbandonato a se stesso in prodotti di gioco dove, la salute pubblica deve essere tutelata e quindi controllata.

La causa della sofferenza della rete Aams è da dunque da imputare agli errori ed alla mancata tutela da parte dello Stato: i bandi di gara emanati dal 2000 in poi sono stati puntualmente censurati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e ciò ha creato ingenti danni principalmente alle società concessionarie italiane: a quelle del 2000, che si sono aggiudicate le gare pagando cospicue somme per acquistare una ‘esclusiva’ sui Giochi che in realtà lo Stato non possedeva; a quelle del 2006 che, in più, sono state limitate nell’attività d’impresa dovendo sottostare a contingentamenti, distanze, limiti territoriali che in seguito sono stati disapplicati dalle Sentenze della Corte Europea.

Secondo Assnosnai dunque il modello di accettazione scommesse in Italia deve essere dunque completamente ridisegnato, stabilendo un modello unico e valido per tutti, considerando che lo Stato Italiano non può vendere un diritto di esclusiva che non ha di fatto e che risulta non avere mai avuto neppure di diritto. Se ciò dovesse portare ad un regime autorizzativo, dovranno essere rimborsate le somme versate dalle imprese concessionarie per l’acquisto dei diritti e il pagamento dell’imposta unica, lasciando spazio all’iniziativa privata, prevedendo le regole mancanti nel nostro ordinamento a tutela dello scommettitore-consumatore.

È necessario che ciò avvenga prima dell’emanazione di una gara che porterà a nuovi contenziosi e inevitabili responsabilità dello Stato Italiano e dei dirigenti coinvolti.

Agicos: ASSOSNAI, RETE AAMS VITTIMA ERRORI STATO

ASSOSNAI, RETE AAMS VITTIMA ERRORI STATO

Assosnai parla della situazione della rete di agenzie in seguito alla sentenza della Cassazione e alla recente circolare dei Monopoli sul pagamento dell'Imposta Unica da parte dei CTD

"La recente circolare AAMS sul pagamento dell'Imposta Unica da parte dei CTD (Centri Trasmissione Dati collegati con operatori esteri), seguita dall'invio di formali richieste agli operatori privi di concessione, è un tentativo di ristabilire il corretto funzionamento del mercato delle scommesse, per il recupero di una situazione già da troppo tempo drammaticamente compromessa: finalmente saranno obbligati al pagamento dell'Imposta Unica e delle relative sanzioni anche i soggetti che esercitano la raccolta senza concessione AAMS. Al di la delle buone intenzioni però, riporta una nota Assosnai, adesso la norma deve essere applicata o, in caso contrario anche i concessionari AAMS devono smettere di versare l'Imposta Unica sui Giochi.

Perdura comunque una situazione di evidente confusione, confermata anche dalla recente sentenza della Cassazione che ha evidenziato gli errori compiuti dallo Stato italiano nella gestione del regime concessorio. Ciò ha portato al proliferare di un sistema "autogestito" che affianca da anni la rete AAMS: da un lato, i concessionari che nel rispetto delle leggi nazionali sostengono gli elevati costi di concessione e di imposte sui giochi e si sottopongono a un sistema di rigidi controlli per il mantenimento di adeguati livelli di servizio; dall'altro alcune imprese che, seguendo unicamente procedure private e senza avere l'obbligo di contribuire alle entrate erariali, hanno la possibilità di offrire condizioni più vantaggiose alla clientela, praticando una concorrenza sleale nei confronti della rete AAMS. Tutto ciò lascia il consumatore abbandonato a se stesso in prodotti di gioco dove, la salute pubblica deve essere tutelata e quindi controllata. 

La causa della sofferenza della rete AAMS – si legge ancora nella nota Assosnai – è da dunque da imputare agli errori ed alla mancata tutela da parte dello Stato: i bandi di gara emanati dal 2000 in poi sono stati puntualmente censurati dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea e ciò  ha creato ingenti danni principalmente alle società concessionarie italiane: a quelle del 2000, che si sono aggiudicate le gare pagando cospicue somme per acquistare una "esclusiva" sui Giochi che in realtà lo Stato non possedeva; a quelle del 2006 che, in più, sono state limitate nell'attività d'impresa dovendo sottostare a contingentamenti, distanze, limiti territoriali che in seguito sono stati disapplicati dalle Sentenze della Corte Europea.

Il modello di accettazione scommesse in Italia deve essere dunque completamente ridisegnato, stabilendo un modello unico e valido per tutti, considerando che lo Stato Italiano non può vendere un diritto di esclusiva che non ha di fatto e che risulta non avere mai avuto neppure di diritto.  Se ciò dovesse portare ad un regime autorizzativo, dovranno essere rimborsate le somme versate dalle imprese concessionarie per l'acquisto dei diritti e il pagamento dell'imposta unica, lasciando spazio all'iniziativa privata, prevedendo le regole mancanti nel nostro ordinamento a tutela dello scommettitore-consumatore. 

E' necessario che ciò avvenga prima dell'emanazione di una gara che porterà a nuovi contenziosi e inevitabili responsabilità dello Stato Italiano e dei dirigenti coinvolti".

Agipronews: Giochi, Assosnai: “La rete Aams prima vittima degli errori dello Stato”

Giochi, Assosnai: "La rete Aams prima vittima degli errori dello Stato"

15/06/2012 Ore 15:02

ROMA – Gli operatori italiani non sono stati tutelati dallo Stato e devono essere risarciti. E` quanto si legge in una nota di Assosnai dopo la circolare Aams sul pagamento dell`Imposta Unica da parte dei CTD. “Un giusto tentativo – si legge nel comunicato – di ristabilire il corretto funzionamento del mercato delle scommesse“. Nonostante questo, nella nota si ricorda la situazione complicata del mercato italiano, dove alla rete Aams si affianca la presenza di imprese che “senza avere l`obbligo di contribuire alle entrate erariali, hanno la possibilità di offrire condizioni più vantaggiose alla clientela, praticando una concorrenza sleale“. Il modello di accettazione scommesse in Italia deve, secondo Assosnai, essere completamente ridisegnato prima dell`emanazione di una gara, “stabilendo un modello unico e valido per tutti considerando che lo Stato Italiano non può vendere un diritto di esclusiva che non ha di fatto e che risulta non avere mai avuto neppure di diritto“. Se questo portasse ad un regime autorizzativo, “dovranno essere rimborsate le somme versate dalle imprese concessionarie per l`acquisto dei diritti e il pagamento dell`imposta unica, lasciando spazio all`iniziativa privata, prevedendo le regole mancanti nel nostro ordinamento a tutela dello scommettitore-consumatore“. 

“La causa della sofferenza della rete Aams – continua la nota – è da imputare agli errori ed alla mancata tutela da parte dello Stato: i bandi di gara emanati dal 2000 in poi sono stati puntualmente censurati dalla Corte di Giustizia dell`Unione Europea e ciò  ha creato ingenti danni principalmente alle società concessionarie italiane: a quelle del 2000, che si sono aggiudicate le gare pagando cospicue somme per acquistare una `esclusiva` sui Giochi che in realtà lo Stato non possedeva; a quelle del 2006 che, in più, sono state limitate nell`attività d`impresa dovendo sottostare a contingentamenti, distanze, limiti territoriali che in seguito sono stati disapplicati dalle Sentenze della Corte Europea“.

RED/Agipro

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Comunicato Stampa: ASSOSNAI, LA RETE AAMS PRIMA VITTIMA DEGLI ERRORI DELLO STATO

 

COMUNICATO STAMPA

ASSOSNAI, LA RETE AAMS PRIMA VITTIMA DEGLI ERRORI DELLO STATO

La richiesta di pagamento dell’imposta unica per i CTD è solo un primo passo per il raggiungimento di un modello valido per tutti. La mancata tutela della rete AAMS da parte dello Stato deve essere risarcita.

Roma, 15 giugno 2012

La recente circolare AAMS sul pagamento dell’Imposta Unica da parte dei CTD (Centri Trasmissione Dati collegati con operatori esteri), seguita dall’invio di formali richieste agli operatori privi di concessione,  è  un tentativo di ristabilire il corretto funzionamento del mercato delle scommesse, per il recupero di una situazione già da troppo tempo drammaticamente compromessa: finalmente saranno obbligati al pagamento dell’Imposta Unica e delle relative sanzioni anche i soggetti che esercitano la raccolta senza concessione AAMS. Al di la delle buone intenzioni, però, adesso la norma deve essere applicata o, in caso contrario anche i concessionari AAMS devono smettere di versare l’Imposta Unica sui Giochi.

Perdura comunque una situazione di evidente confusione, confermata anche dalla recente sentenza della Cassazione che ha evidenziato gli errori compiuti dallo Stato italiano nella gestione del regime concessorio. Ciò ha portato al proliferare di un sistema “autogestito” che affianca da anni la rete AAMS: da un lato, i concessionari che nel rispetto delle leggi nazionali sostengono gli elevati costi di concessione e di imposte sui giochi e si sottopongono a un sistema di rigidi controlli per il mantenimento di adeguati livelli di servizio; dall’altro alcune imprese che, seguendo unicamente procedure private e senza avere l’obbligo di contribuire alle entrate erariali, hanno la possibilità di offrire condizioni più vantaggiose alla clientela, praticando una concorrenza sleale nei confronti della rete AAMS. Tutto ciò lascia il consumatore abbandonato a se stesso in prodotti di gioco dove, la salute pubblica deve essere tutelata e quindi controllata. 

La causa della sofferenza della rete AAMS è da dunque da imputare agli errori ed alla mancata tutela da parte dello Stato: i bandi di gara emanati dal 2000 in poi sono stati puntualmente censurati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e ciò  ha creato ingenti danni principalmente alle società concessionarie italiane: a quelle del 2000, che si sono aggiudicate le gare pagando cospicue somme per acquistare una “esclusiva” sui Giochi che in realtà lo Stato non possedeva; a quelle del 2006 che, in più, sono state limitate nell’attività d’impresa dovendo sottostare a contingentamenti, distanze, limiti territoriali che in seguito sono stati disapplicati dalle Sentenze della Corte Europea.

Il modello di accettazione scommesse in Italia deve essere dunque completamente ridisegnato, stabilendo un modello unico e valido per tutti, considerando che lo Stato Italiano non può vendere un diritto di esclusiva che non ha di fatto e che risulta non avere mai avuto neppure di diritto.  Se ciò dovesse portare ad un regime autorizzativo, dovranno essere rimborsate le somme versate dalle imprese concessionarie per l’acquisto dei diritti e il pagamento dell’imposta unica, lasciando spazio all’iniziativa privata, prevedendo le regole mancanti nel nostro ordinamento a tutela dello scommettitore-consumatore. 

E’ necessario che ciò avvenga prima dell’emanazione di una gara che porterà a nuovi contenziosi e inevitabili responsabilità dello Stato Italiano e dei dirigenti coinvolti.

Agipronews: Scommesse, i Monopoli chiedono imposte ai Ctd esteri

Agipronews: Scommesse, i Monopoli chiedono imposte ai Ctd esteri

14/06/2012 Ore 16:31

I Monopoli di Stato chiedono di pagare le imposte anche alle agenzie prive di concessione, collegate a bookmaker esteri. Sarebbero circa un centinaio le lettere di richiesta informazioni già inviate – come si legge su Gioconews.it – in particolare in Campania, e molte altre sono pronte a partire. La richiesta, come hanno precisato i Monopoli in una circolare dello scorso 7 giugno, si basa sulla Legge di Stabilità 2011, che prevede che anche i titolari dei centri privi di concessione paghino l`imposta unica sulle scommesse, che ammonta a circa il 4% degli incassi, “anche per i periodi pregressi“ per “le violazioni a decorrere dal 1° gennaio 2011“.

Gli Uffici regionali dei Monopoli hanno chiesto, entro 30 giorni, “dati, notizie e documentazione“ da inviare per accertare la base imponibile.

In caso di mancata risposta alla comunicazione inviata ai CTD, AAMS “procederà a determinare induttivamente la base imponibile ai fini dell`imposta unica utilizzando la raccolta media della provincia ove è ubicato il punto di gioco“, ricavata dai dati registrati nel totalizzatore nazionale.

In sostanza o i Ced consegnano e comunicano tutti i documenti e i dati del fatturato su cui calcolare l`imposta da pagare, o la Finanza è pronta a effettuare accertamenti e indagini accurate sui flussi di denaro movimentati nei centri.

 

RED/Agipro 

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Agicoscommesse: AAMS, IMPOSTA UNICA ANCHE PER CTD

07-06-2012 ore 17:36 – cg

AAMS, IMPOSTA UNICA ANCHE PER CTD

Pubblicate disposizioni interpretative relative all'imposta unica su scommesse e concorsi pronostici ex art. 1 comma 66 della legge 13 dicembre 2010 n°220. Si precisa in particolare che le agenzie di scommesse collegate a bookmaker esteri, anche se prive di concessione Aams,  sono tenute a versare il prelievo fiscale: "Non pare esservi dubbio che nell'ipotesi di operatori esteri che agiscono in italia – in possesso o meno di regolare concessione amministrativa – tramite locali aperti al pubblico dove il giocatore effettua la puntata e riceve la ricevuta di gioco, le scommesse siano da considerare accettate nel territorio italiano, annulla rilevando, come afferma la legge, che la raccolta sia effettuata per conto proprio o di terzi anche ubicati all'estero". I soggetti privi di concessione "possono agevolmente autoliquidare l'imposta sulla base delle scommesse accettate ed effettuare il versamento analogamente ai soggetti concessionari mediante il modello F24 Accise". Secondo le stime, la rete parallela è composta da almeno mille agenzie che generano un volume d'affari tra gli 1 e i 2 miliardi di euro l'anno, mentre la raccolta dei concessionari scommesse nel 2011 è stata di 3,8 miliardi di euro.

 Il documento completo è consultabile a questo link

Agipronews: Giochi, Stanleybet replica ad Assosnai: «Noi parte del circuito legale»

Giochi, Stanleybet replica ad Assosnai: «Noi parte del circuito legale»



ROMA – “Stanleybet non può più essere considerata al di fuori del perimetro legale“, anche se costituisce “un`anomalia del settore in quanto operatore legale non inserito al momento nel sistema concessorio“: è quanto si legge in una nota del bookmaker che risponde alle dichiarazioni del presidente di Assosnai Francesco Ginestra, che aveva affermato che “le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro“, senza aver chiarito che “Stanleybet fa parte del perimetro legale“ ed è “perfettamente legittimata ad offrire i propri servizi in Italia“. 

`Tuttavia – si legge ancora nella nota dell`operatore – confidiamo che si tratti di un periodo limitato e che tutto possa trovare una soluzione più facile proprio dopo che le 700 concessioni storiche saranno scadute, e, volenti o nolenti, saranno state costrette a chiudere“.

Secondo l`operatore estero, si legge nella nota, non si può più “usare il solito ritornello della lotta alla rete illegale senza aver chiarito che Stanleybet fa parte del perimetro legale“, il rischio è di creare confusione e di perdere efficacia nel contrasto a “i veri operatori illegali“ che invece “sono stati rafforzati usando poi le vittorie Stanleybet per confondere i giudici di prima istanza. Ed oggi tutti noi operatori della rete legale (Stanleybet + Concessionari) abbiamo di fronte un fenomeno ben difficile da affrontare“, con lo sforzo aggiuntivo di chiarire le diverse posizioni. “Stanleybet ha iniziato questa attività di contrasto, sostenuta da vari concessionari, ma i risultati saranno lenti all`inizio e potrebbe essere veramente tutto vanificato“ si legge ancora, se si prosegue “a fare confusione“.

RED/Agipro

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