Agipronews: Scommesse, i Monopoli chiedono imposte ai Ctd esteri

Agipronews: Scommesse, i Monopoli chiedono imposte ai Ctd esteri

14/06/2012 Ore 16:31

I Monopoli di Stato chiedono di pagare le imposte anche alle agenzie prive di concessione, collegate a bookmaker esteri. Sarebbero circa un centinaio le lettere di richiesta informazioni già inviate – come si legge su Gioconews.it – in particolare in Campania, e molte altre sono pronte a partire. La richiesta, come hanno precisato i Monopoli in una circolare dello scorso 7 giugno, si basa sulla Legge di Stabilità 2011, che prevede che anche i titolari dei centri privi di concessione paghino l`imposta unica sulle scommesse, che ammonta a circa il 4% degli incassi, “anche per i periodi pregressi“ per “le violazioni a decorrere dal 1° gennaio 2011“.

Gli Uffici regionali dei Monopoli hanno chiesto, entro 30 giorni, “dati, notizie e documentazione“ da inviare per accertare la base imponibile.

In caso di mancata risposta alla comunicazione inviata ai CTD, AAMS “procederà a determinare induttivamente la base imponibile ai fini dell`imposta unica utilizzando la raccolta media della provincia ove è ubicato il punto di gioco“, ricavata dai dati registrati nel totalizzatore nazionale.

In sostanza o i Ced consegnano e comunicano tutti i documenti e i dati del fatturato su cui calcolare l`imposta da pagare, o la Finanza è pronta a effettuare accertamenti e indagini accurate sui flussi di denaro movimentati nei centri.

 

RED/Agipro 

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Agicoscommesse: AAMS, IMPOSTA UNICA ANCHE PER CTD

07-06-2012 ore 17:36 – cg

AAMS, IMPOSTA UNICA ANCHE PER CTD

Pubblicate disposizioni interpretative relative all'imposta unica su scommesse e concorsi pronostici ex art. 1 comma 66 della legge 13 dicembre 2010 n°220. Si precisa in particolare che le agenzie di scommesse collegate a bookmaker esteri, anche se prive di concessione Aams,  sono tenute a versare il prelievo fiscale: "Non pare esservi dubbio che nell'ipotesi di operatori esteri che agiscono in italia – in possesso o meno di regolare concessione amministrativa – tramite locali aperti al pubblico dove il giocatore effettua la puntata e riceve la ricevuta di gioco, le scommesse siano da considerare accettate nel territorio italiano, annulla rilevando, come afferma la legge, che la raccolta sia effettuata per conto proprio o di terzi anche ubicati all'estero". I soggetti privi di concessione "possono agevolmente autoliquidare l'imposta sulla base delle scommesse accettate ed effettuare il versamento analogamente ai soggetti concessionari mediante il modello F24 Accise". Secondo le stime, la rete parallela è composta da almeno mille agenzie che generano un volume d'affari tra gli 1 e i 2 miliardi di euro l'anno, mentre la raccolta dei concessionari scommesse nel 2011 è stata di 3,8 miliardi di euro.

 Il documento completo è consultabile a questo link

Agipronews: Giochi, Stanleybet replica ad Assosnai: «Noi parte del circuito legale»

Giochi, Stanleybet replica ad Assosnai: «Noi parte del circuito legale»



ROMA – “Stanleybet non può più essere considerata al di fuori del perimetro legale“, anche se costituisce “un`anomalia del settore in quanto operatore legale non inserito al momento nel sistema concessorio“: è quanto si legge in una nota del bookmaker che risponde alle dichiarazioni del presidente di Assosnai Francesco Ginestra, che aveva affermato che “le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro“, senza aver chiarito che “Stanleybet fa parte del perimetro legale“ ed è “perfettamente legittimata ad offrire i propri servizi in Italia“. 

`Tuttavia – si legge ancora nella nota dell`operatore – confidiamo che si tratti di un periodo limitato e che tutto possa trovare una soluzione più facile proprio dopo che le 700 concessioni storiche saranno scadute, e, volenti o nolenti, saranno state costrette a chiudere“.

Secondo l`operatore estero, si legge nella nota, non si può più “usare il solito ritornello della lotta alla rete illegale senza aver chiarito che Stanleybet fa parte del perimetro legale“, il rischio è di creare confusione e di perdere efficacia nel contrasto a “i veri operatori illegali“ che invece “sono stati rafforzati usando poi le vittorie Stanleybet per confondere i giudici di prima istanza. Ed oggi tutti noi operatori della rete legale (Stanleybet + Concessionari) abbiamo di fronte un fenomeno ben difficile da affrontare“, con lo sforzo aggiuntivo di chiarire le diverse posizioni. “Stanleybet ha iniziato questa attività di contrasto, sostenuta da vari concessionari, ma i risultati saranno lenti all`inizio e potrebbe essere veramente tutto vanificato“ si legge ancora, se si prosegue “a fare confusione“.

RED/Agipro

Agipronews: Calcioscommesse, SKS365: “Bookmaker italiani e internazionali: fronte comune contro le combine”

Calcioscommesse, SKS365: "Bookmaker italiani e internazionali: fronte comune contro le combine"

01/06/2012 Ore 10:42

Un`azione comune fra operatori italiani e internazionali per combattere il fenomeno del calcioscommesse: è quanto chiede in una nota il bookmaker SKS365. “E` arrivata l`ora di intervenire sul sistema punendo i silenzi – si legge nel comunicato – E arrivato il momento per gli operatori italiani di denunciare quanto già registrato dagli operatori internazionali. E` arrivato il momento di operare per il bene dello sport in modo collegiale azzerando la rete abusiva creata da personaggi ambigui e società prive di autorizzazioni comunitarie. E` arrivato il momento, per tutti, di spiegare i comportamenti dei propri quotisti in occasione di match caratterizzati da flussi anomali di gioco“.

SKS365 condivide l`analisi di Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, secondo cui per avere un contrasto efficace al fenomeno delle combine “non è necessario intervenire sulle scommesse“, ma ritiene che resti fondamentale per gli scommettitori, “come stabilito dalla Corte Europea, il diritto di scegliere la miglior offerta all`interno di regole comunitarie“.

FC/Agipro

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Agipronews: Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): “L’illegalità non si combatte con lo stop ai campionati”

Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): "L'illegalità non si combatte con lo stop ai campionati"

31/05/2012 Ore 17:43

ROMA – Nessuno stop ai campionati o limitazioni alle scommesse in plainsesto, gli strumenti per contrastare il fenomeno del calcioscommesse sono già nelle mani dello Stato, che deve fare di più nel contrasto all`illegalità.

E` quanto crede Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, che commenta la provocazione lanciata dal Presidente del Consiglio Mario Monti (“Forse ci vorrebbe la sospensione del calcio per 2-3 anni“), a cui si sono aggiunte le dichiarazioni del portiere della Nazionale, Buffon, che ha chiesto di “intervenire sul palinsesto bloccando alcune giocate“.

“Capisco lo sfogo di Monti, ma credo che non sia questa la soluzione ai problemi“ dice Ginestra ad Agipronews, “Tutti siamo innamorati dello sport, e queste vicende infrangono un sogno. La stessa scommessa, che contribuisce ad arricchire la suspance della partita, adesso è sotto accusa perché ci sentiamo ingannati – ha spiegato Ginestra – In ogni caso la posizione di Monti non è condivisibile perché lui è un uomo di Governo. E in quanto Ministro dell`Economia dovrebbe essere il primo a muoversi per tutelare il sistema. Un atteggiamento simile mi lascia sgomento“.

In merito alla proposta di intervenire sui palinsesti Ginestra non è d`accordo.

“Non si tratta di intervenire sulle scommesse, ma sulla rete illegale – ha detto il presidente di Assosnai – Esiste una rete abusiva ed è proprio lì che avvenivano le giocate sulle partite di cui si parla. Per questo chiedo al Presidente Monti e ai vertici di Aams, di agire in questo senso. Sappiamo bene che il proibizionismo non serve – ha proseguito Ginestra –  Il 90% delle giocate in Italia è sul calcio, e questo sistema, ora, è stato aggredito. A prescindere dal tipo di scommessa più o meno appetibile, bisogna agire sul sistema e tutelarlo. Non si blocca un mondo che crea erario e posti di lavoro, ma si agisce per evitare che si verifichino di nuovo simili situazioni. Anche se i siti bloccati da Aams sono più di 4mila ce ne sono tanti altri ancora visibili, e sappiamo tutti che in rete esiste il modo di aggirare i blocchi. Questo è quello che si deve evitare. Per evitare le rapine in banca non si chiudono le banche ma si rafforza la vigilanza. Dunque va bene lo sfogo di Monti ma non vedo ancora qualcuno che si sia mosso per risolvere la situazione attuale“. SA/Agipro

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Il Giornale: Sandi (Presidente SNAI): «Le scommesse aiutano il pallone»

Il Giornale – 31 maggio 2012 – Pag. 8

Intervista Giorgio Sandi

«Le scommesse aiutano il pallone»

Il presidente Snai : «Il gioco ufficiale fa da contrasto ai fatti criminosi» "Leggi più severe e forti sanzioni pecuniarie Gli «illegali» Chi gioca sporco utilizza canali diversi.

«La scommessa viene dopo, prima c'è la manipolazione. Come si fa a negare che il marcio sia nel calcio e attorno al calcio?», afferma Giorgio Sandi, presidente di Snai, che prende posizione sui recenti eventi facendo una netta distinzione fra gioco legale e illegale. L'indagine pare senza fine… «Noi operatori qualificati, noi concessionari dello Stato, siamo colpiti dalla portata di questi episodi malavitosi che mettono a dura prova il mondo del pallone e di conseguenza il settore dei giochi. Per fortuna le procure stanno lavorando al meglio. E noi, come cittadini e sportivi, ci schieriamo incondizionatamente al loro fianco». 

C'è chi vorrebbe porre un taglio alle scommesse o almeno a quelle su certe partite. «Ma il problema è un altro perché ci sarebbe sempre qualche bookmaker pronto ad accettare puntate di ogni tipo. Se si abolisse il gioco legale, ci sarebbe il trionfo dell'illegalità. E questo permetterebbe alla criminalità di fare soldi ed espandersi in altri settori, come quelli della droga e della prostituzione. Inoltre costringerebbe lo stato a spendere ulteriori risorse per combattere la malavita. Il gioco ufficiale, garantito, sicuro e sorvegliato, rappresenta uno degli elementi di contrasto alla delinquenza».

La scommessa non è diabolica, insomma… «Al contrario. Le scommesse legali sono il modo migliore per canalizzare la passione degli sportivi verso una tipologia di gioco che porta soldi all'erario e allo sport. Chi gioca sporco e si pone ben altri obiettivi utilizza canali diversi, soprattutto all'estero. Ci vorrebbero leggi più severe, direi soprattutto più facili da interpretare e da applicare.

Ma non è facile per l'eccessivo garantismo predicato e voluto da più parti». Cosa fare, allora? Cosa consiglia? «Ci sarà un freno solo se la giustizia ordinaria e quella sportiva interverranno con sanzioni severe e forti pene pecuniarie. Non ci deve essere pietà per chi manipola i risultati. È quanto vogliono i concessionari che combattono senza armi un nemico neanche tanto invisibile».

ANSA: UGHI: MANCA NORMATIVA GARANTE RISULTATI

UGHI: MANCA NORMATIVA GARANTE RISULTATI

29 maggio, 16:08

"Le ultime notizie relative allo scandalo calcio scommesse in Italia non fanno altro che confermare le mie idee di fondo su questo argomento: ad esistere infatti sono solo i risultati anomali e non le scommesse anomale" –  a parlare ad Agicos è Maurizio Ughi ex presidente di Snai – che commenta così gli ultimi avvenimenti relativi allo scandalo "Lastbet". "Ritengo che le scommesse possono essere di diverso tipo, possono avere un importo alto o meno e si basano sul risultato di un avvenimento e quindi ad essere falsato può essere solo il risultato di un match e non certo le scommesse – sottolinea Ughi – Il mondo del calcio si finanzia e si nutre del proprio spettacolo e quindi dei tifosi, degli abbonamenti allo stadio, della pay-tv e anche, e soprattutto, degli sponsor. Le scommesse, invece, finanziano solo in piccola parte il mondo dello sport ed in particolare il calcio – continua Ughi –  influendo quindi in minima parte nell'azienda calcio". Il "papà" delle scommesse in Italia si sofferma poi sulle vere vittime dello scaldalo calcio scommesse: "Ad esser il più colpito è il tifoso e per salvaguardare questa categoria è necessario l'intervento degli operatori legali di scommesse, gli unici capaci di lanciare l'allarme e segnalare giocate "troppo" rilevanti sul risultato finale di una determinata partita di calcio o qualsiasi altro evento sportivo. Il flusso di giocate oltre parametri razionali si può individuare abbastanza in fretta perché si hanno ormai dei parametri ben precisi si quanto possa raccogliere un determinato tipo di scommessa su certe partite. Insomma gli strumenti tecnici ci sono tutti per prevenire il gioco elevato contro ogni logica, ma purtroppo manca una procedura esecutiva. Nel senso – spiega Ughi – che non si è mai arrivati a sospendere preventivamente una partita nonostante ci fossero segnali concreti di gioco inusuale. Il problema sta nel fatto che i burocrati chiamati a gestire il settore, pensano prima a proteggersi che alle soluzioni anche perché non hanno strumenti normativi adeguati. Quello che è successo nel mondo delle newslot dovrebbe essere in tal senso un segnale allarmante. L'ex direttore generale dei Monopoli di Stato, Giorgio Tino e l'ex direttore per i giochi, Antonio Tagliaferri, trovarono la soluzione per debellare il fenomeno dei videopoker e costruire una rete di newslot controllata dallo Stato, con importanti benefici sia per il giocatore sia per l'Erario (5 i miliardi finiti nelle casse statali solo nell'ultimo anno grazie a questo segmento di mercato). Nonostante questo successo, i due dirigenti sono stati oggetto di una persecuzione giudiziaria per un presunto errore di natura tecnica. Insomma chi ha trovato soluzioni non è stato premiato, ma al contrario penalizzato e per questo i burocrati attuali si muovono con molta, troppa cautela. Il mio augurio – conclude Ughi – è che questi burocrati propongano soluzioni normative, pensino finalmente a delle efficaci azioni preventive, per far si che quella di ieri sia solo l'ultima tappa di uno fenomeno che, senza interventi radicali e mirati, rischia di ripetersi ancora nei prossimi anni".

Agipronews: Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: l’erario incassa l’11% in meno dalle puntate sul calcio

 

Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: l'erario incassa l'11% in meno dalle puntate sul calcio

31/05/2012 Ore 12:27

ROMA – La bufera del calcioscommesse potrebbe farsi sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting. È quanto ha sostenuto l`onorevole del Pdl Rocco Girlanda, che ieri ha chiesto al Ministro dell`Economia e delle Finanze in un`interrogazione parlamentare, di quantificare il danno erariale dello scandalo, in previsione di una disaffezione degli scommettitori nei confronti del prodotto scommessa. Per conoscere l`impatto delle ultime vicende (cominciate a dire il vero un anno fa), non bisogna attendere la risposta di Mario Monti. Nei primi quattro mesi del 2012 sul circuito legale italiano delle scommesse, il calcio ha raccolto puntate per 1.279 milioni di euro, in calo dell`11% rispetto allo stesso periodo del 2011, quando la raccolta è stata di 1.438 milioni di euro. Il calo delle entrate erariali, scese da 73,3 a 65,2 milioni di euro, è stato analogo in termini percentuali (-11%). Una flessione superiore a quella dell`intero settore: nel primo quadrimestre le scommesse made in Italy hanno raccolto 1.433 milioni di euro, -9,42% rispetto ai 1.583 milioni di un anno fa. Nei primi quattro mesi del 2012 la quota di mercato del calcio – pari al 92,29% del totale nel 2010 e al 90,85% nel 2011 – è scesa all`89,15%. Un crollo sul quale hanno inciso anche le notizie relative alle inchieste sui match truccati della scorsa stagione, con il coinvolgimento diretto e indiretto di ex giocatori e atleti di Serie A e Serie B. Ma non solo: il 70% delle scommesse sportive in Italia passa ancora attraverso bookmaker non regolamentati o non registrati: se il circuito legale genera un volume d`affari intorno ai 4 miliardi di euro l`anno, il movimento complessivo di gioco è di circa 12 miliardi di euro. Il dato arriva dalla Fifa e il movimento sul circuito parallelo è ritenuto un`altra delle cause della flessione per le scommesse sul calcio: nel 2011 le scommesse autorizzate hanno registrato il primo calo, dopo anni di costante crescita e consolidamento.AG/Agipro

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Agicoscommesse: ASSOSNAI, RETE PARALLELA SOTTRAE RISORSE

30-05-2012 ore 17:34 – mr

ASSOSNAI, RETE PARALLELA SOTTRAE RISORSE

Mercato legale subisce un'ulteriore batosta da "Scommessopoli", nonostante le giocate incriminate non siano passate sui circuiti autorizzati

"La mancata tutela da parte del Parlamento e di AAMS nei confronti della rete di Stato di raccolta scommesse sta portando i disastrosi effetti che temevamo. Il mercato legale del betting adesso subisce un'ulteriore batosta da "Scommessopoli", le cui numerose puntate "sporche" però – si legge in una nota di Assosnai – sono transitate quasi totalmente su siti web di bookmaker esteri non autorizzati in Italia e che, pertanto, sfuggono ai controlli di noi operatori sul territorio e a quello di Sogei/AAMS". Questa è la principale preoccupazione di Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, associazione rappresentativa degli interessi di centinaia di concessionari e gestori di locali scommesse. Da quando le scommesse sono legali in Italia questa è la prima volta che viene sospettata una così fitta rete di combine e di coinvolgimento di sportivi e dirigenti delle società di calcio: una con-causa è il dilagare di centri non autorizzati da AAMS per la raccolta delle scommesse, che operano senza concessione, sfuggono ad ogni controllo ed offrono quote più allettanti rispetto alla rete AAMS, poiché non devono sottostare all'elevata imposizione fiscale italiana sul gioco raccolto che grava sulle imprese. Questi soggetti, in virtù del diritto comunitario, scavalcano la normativa nazionale e operano in Italia sottraendo risorse alle nostre imprese ed all'erario, senza fornire le stesse garanzie che offre lo Stato allo scommettitore. "I numeri lo dimostrano. Il settore delle scommesse legali, che muove un mercato da circa 4 miliardi di euro l'anno – prosegue Ginestra – sta inesorabilmente collassando: le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro". E ancora, prosegue la nota, "Scommessopoli è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si sta facendo sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting: nei primi quattro mesi del 2012 la rete AAMS ha avuto un crollo del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se poi a ciò aggiungiamo quanto riportato in questi giorni da numerosi organi di informazione, ovvero che solo il 30% delle scommesse sportive viene raccolto nei nostri locali, allora i presunti ulteriori 8 miliardi di movimento di gioco navigano sul circuito parallelo, portando allo sbando le nostre imprese e la tutela dello Stato. Tutto ciò non fa che alimentare uno scenario ben poco confortante che deve portare lo Stato a prendere una decisione, perché rimanere in costante bilico tra normativa nazionale ed europea crea solo confusione e spalanca le porte a chi opera senza seguire le nostre stesse regole, imposte dallo Stato; se la strada è quella di doversi adeguare alla normativa europea, come ormai ciclicamente ci viene quasi "imposto" dalla Corte di Giustizia UE, allora che ci si adegui, ma in tutto e per tutto. Se non si rivede l'intero modello di gestione del comparto, ristabilendo gli equilibri tra autorizzati e non – conclude Ginestra – c'è poca speranza di salvare il settore dal completo sfacelo e lo Stato perderà più volte: dalle mancate entrate erariali, al dilagare della ludopatia con i conseguenti costi sociali, alle richieste di danni degli operatori costretti a fallire per la mancata tutela del settore".

GiocoNews: Ginestra (Assosnai): “Rete di gioco non autorizzata sottrae risorse al mercato legale e non tutela scommettitore”

Ginestra (Assosnai): "Rete di gioco non autorizzata sottrae risorse al mercato legale e non tutela scommettitore"

Scritto da Sm

“La mancata tutela da parte del Parlamento e di Aams nei confronti della rete di Stato di raccolta scommesse sta portando i disastrosi effetti che temevamo. Il mercato legale del betting adesso subisce un’ulteriore batosta da “Scommessopoli”, le cui numerose puntate “sporche” però sono transitate quasi totalmente su siti web di bookmaker esteri non autorizzati in Italia e che, pertanto, sfuggono ai controlli di noi operatori sul territorio e a quello di Sogei/Aams”. Questa è la principale preoccupazione di Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, associazione rappresentativa degli interessi di centinaia di concessionari e gestori di locali scommesse.

Da quando le scommesse sono legali in Italia questa è la prima volta che viene sospettata una così fitta rete di combine e di coinvolgimento di sportivi e dirigenti delle società di calcio: una concausa è il dilagare di centri non autorizzati da Aams per la raccolta delle scommesse, che operano senza concessione, sfuggono ad ogni controllo ed offrono quote più allettanti rispetto alla rete Aams, poiché non devono sottostare all’elevata imposizione fiscale italiana sul gioco raccolto che grava sulle imprese. Questi soggetti, in virtù del diritto comunitario, scavalcano la normativa nazionale e operano in Italia sottraendo risorse alle nostre imprese ed all’erario, senza fornire le stesse garanzie che offre lo Stato allo scommettitore.

“I numeri lo dimostrano. Il settore delle scommesse legali, che muove un mercato da circa 4 miliardi di euro l’anno – prosegue Ginestra – sta inesorabilmente collassando: le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro”. “Scommessopoli è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si sta facendo sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting: nei primi quattro mesi del 2012 la rete Aams ha avuto un crollo del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se poi a ciò aggiungiamo quanto riportato in questi giorni da numerosi organi di informazione, ovvero che solo il 30% delle scommesse sportive viene raccolto nei nostri locali, allora i presunti ulteriori 8 miliardi di movimento di gioco navigano sul circuito parallelo, portando allo sbando le nostre imprese e la tutela dello Stato. 

Tutto ciò non fa che alimentare uno scenario ben poco confortante che deve portare lo Stato a prendere una decisione, perché rimanere in costante bilico tra normativa nazionale ed europea crea solo confusione e spalanca le porte a chi opera senza seguire le nostre stesse regole, imposte dallo Stato; se la strada è quella di doversi adeguare alla normativa europea, come ormai ciclicamente ci viene quasi “imposto” dalla Corte di Giustizia UE, allora che ci si adegui, ma in tutto e per tutto. Se non si rivede l’intero modello di gestione del comparto, ristabilendo gli equilibri tra autorizzati e non – conclude Ginestra – c’è poca speranza di salvare il settore dal completo sfacelo e lo Stato perderà più volte: dalle mancate entrate erariali, al dilagare della ludopatia con i conseguenti costi sociali, alle richieste di danni degli operatori costretti a fallire per la mancata tutela del settore”