RASSEGNA STAMPA – SELEZIONE NEWS DEL 21/01/2016

RASSEGNA STAMPA – SELEZIONE NEWS DEL 21/01/2016

Scommesse, Tribunale civile di Sassari: “Nessuna responsabilità per poliziotti che sequestrano agenzie senza concessione”

ROMA – Non c’è alcuna responsabilità civile per gli agenti delle forze dell’ordine incaricati di sequestrare i centri trasmissione dati scommesse collegati a bookmaker senza concessione. Lo ha stabilito la seconda sezione civile del Tribunale di Sassari, in due diverse sentenze, respingendo la domanda di Stanleybet, che aveva citato in giudizio sette militari autori delle azioni chiedendo allo stesso tempo per gli agenti la condanna ad un risarcimento per i danni, da stabilire in un altro giudizio. Secondo il bookmaker, andava accertata la responsabilità dei convenuti “per aver esercitato, in modo illegittimo e con colpa grave, un potere – quello di eseguire sequestri d’iniziativa – che l’ordinamento rimetteva alla loro piena discrezionalità”. Secondo i giudici civili, è obbligo della polizia giudiziaria “prendere notizia dei reati anche di propria iniziativa ed impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, e come per tale intervento non sia necessaria l’assoluta certezza dell’esistenza del reato. Inoltre, il titolare della ricevitoria nella quale è stato effettuato il sequestro era sprovvisto sia della concessione Aams sia della autorizzazione di pubblica sicurezza: i convenuti hanno agito in assoluta conformità ai loro doveri d’ufficio, con conseguente esclusione che nella loro attività potesse rinvenirsi un comportamento avente natura dolosa o colposa”. Non è poi fondato, sempre secondo il Tribunale di Sassari, l’appunto della Stanleybet in merito al fatto che i convenuti “abbiano violato i principi comunitari che consentivano la disapplicazione della normativa interna”. Il giudizio di disapplicazione di una norma interna in favore di una norma comunitaria “appartiene al Giudice e  pertanto l’attività interpretativa non può essere richiesta alle forze dell’ordine quando pongono in essere attività operative”, in particolare dopo una sentenza della Corte di Giustizia che – nel settembre 2013 – ha stabilito che un paese membro dell’UE possa subordinare al possesso di un’autorizzazione rilasciata dalle proprie autorità la possibilità, per un operatore, di “offrire servizi ai consumatori che si trovino nel suo territorio”.

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Scommesse, Whittaker (Ceo Stanleybet): “Chiari errori nella sentenza del Tribunale civile, ricorreremo in appello”

ROMA – “Il giudice autore della sentenza non ha letto le carte oppure era distratto. Infatti, scrive testualmente che Stanleybet è in possesso di un’autorizzazione rilasciata dallo Stato federale del Tirolo, in Austria. Dato che la Stanley non ha mai avuto niente a che vedere con l’Austria, tutti capiscono quanto ci sarà difficile prevalere in appello. Ritengo che chi ha fornito la sentenza alla stampa non capisca nulla del settore o non abbia letto con attenzione il provvedimento. Ricorreremo certamente in appello”. E’ quanto dichiara ad Agipronews John Whittaker, Ceo di Stanleybet, commentando le due decisioni, dal contenuto assai simile, del Tribunale civile di Sassari, che ha respinto la citazione in giudizio presentata contro sette poliziotti autori di sequestri ai danni delle agenzie collegate al bookmaker inglese. 

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Sanatoria scommesse: punti aderenti potranno trasferirsi dalla sede iniziale

ROMA – I punti scommesse non autorizzati che aderiranno alla prossima sanatoria scommesse, una volta completato il processo di regolarizzazione, potranno trasferire la propria sede di attività sul territorio nazionale. E’ quanto si legge nella serie di risposte fornite dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. I titolari di rete – dunque gli operatori che gestiscono più punti – che hanno aderito già alla sanatoria 2015, possono essere considerati come concessionari e dovranno sottoscrivere il nuovo “disciplinare” in caso di inclusione di nuovi punti. Il collegamento delle agenzie sanate al totalizzatore nazionale, si legge ancora, dovrà essere effettuato “entro i tempi tecnici strettamente necessari”.

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Scommesse, dissequestrati centri Stanleybet non condonati: “Aperti fino a scadenza concessioni”

ROMA – Un’agenzia estera non condonata può restare aperta, a patto che faccia parte della rete di un bookmaker senza concessione discriminato e che abbia adempiuto ad una parte degli obblighi indicati della legge di Stabilità 2015. Secondo alcune clamorose decisioni di tribunali italiani, soltanto la mancanza delle condizioni soggettive per il rilascio della licenza di PS al titolare del centro e l’omessa dichiarazione alla Questura – entro sette giorni dall’entrata in vigore della legge di Stabilità 2015 – di svolgere attività di scommesse possono determinare la chiusura di un’agenzia di scommesse collegata ad un bookmaker che ha subìto discriminazioni accertate dalla Corte di Giustizia UE. Se un centro Stanleybet, in altre parole, ha adempiuto alle prescrizioni previste per chi non ha aderito alla sanatoria e il titolare ha i requisiti previsti dall’articolo 88 del Tulps, non può essere chiuso, purché la società a cui fa riferimento sia considerata un soggetto discriminato dai bandi di gara. E’ quanto stabilito in due ordinanze – una del Tribunale del Riesame di Sassari e una del Tribunale del Riesame di Bergamo – nei confronti di centri Stanleybet, rappresentati dall’avvocato Daniela Agnello, sequestrati nei mesi scorsi dall’autorità giudiziaria. I giudici hanno ricordato come la società inglese, con la sentenza Costa-Cifone della Corte di Giustizia Europea, "è stata considerata un soggetto discriminato dai banda di gara indetti nel nostro paese". La stessa Corte, un anno fa, ha poi confermato la legittimità dell’ultima gara del 2012 (Bando Monti), ma in un successivo parere ha ribadito "che il giudice nazionale è tenuto a disapplicare la norma nazionale" nel caso in cui ritenga discriminatoria nei confronti di Stanleybet la clausola di cessione della rete prevista dal bando 2012 al termine della concessione. I titolari dei centri sequestrati avevano presentato l’autodenuncia della propria attività, come stabilisce il comma 644 della legge di Stabilità 2015: non c’è quindi, secondo i giudici di Bergamo, “alcun comportamento illecito che si traduca nella consumazione del reato”. Dunque, sottolinea il Tribunale di Sassari, è possibile operare "quantomeno fino alla scadenza delle concessioni vigenti per la raccolta delle scommesse".

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Scommesse, Agnello (avv. Stanleybet): “Centri esteri regolarizzati e discriminati possono continuare attività sino a nuove gare”

ROMA – Due centri Stanleybet  che hanno regolarizzato la propria posizione, aderendo alla sanatoria del 2015 attraverso il comma 644 della legge di Stabilità (che prevede la comunicazione alla Questura della propria attività e il rispetto di una serie di prescrizioni) e non utilizzando il comma 643 che prevedeva anche l’esborso delle tasse arretrate, sono stati dissequestrati dai Tribunali di Sassari e Bergamo. Decisioni inattese per gli addetti ai lavori, non per l’avvocato Agnello, che difende il bookmaker e i centri affiliati: “Innumerevoli tribunali italiani hanno escluso il reato di raccolta abusiva di scommesse sul presupposto che l’indagato aveva presentato la comunicazione, non vi erano elementi soggettivi squalificanti e, pertanto, la raccolta di scommesse era lecita e regolare sino alle nuove gare, così come disciplinato dal legislatore. Oltre al Tribunale di Bergamo e Sassari, vi sono significativi provvedimenti giudiziari resi, sul punto, dal Tribunale di Vercelli, dalla Procura di Taranto, dal Tribunale di Catania, di Avellino, di Grosseto, di Sassari, di Napoli e tanti altri che hanno consentito, nel corso dell’ultimo anno, l’immediata ripresa dell’attività per l’intervenuta regolarizzazione dei centri Stanleybet.‎ Così l’autorità giudiziaria ha immediatamente ripristinato la legalità”. E’ stata la legge stessa, pare di capire, a consentire la pubblicazione di ordinanze di questo tenore: “A seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015 – spiega il legale – i titolari dei centri Stanleybet hanno trasmesso alla Questura comunicazione di regolarizzazione ai sensi del comma 644 della legge di stabilità 2015. Mentre il comma 643 ha offerto la possibilità, per i soggetti che offrono le scommesse, di collegarsi al totalizzatore e regolarizzare la propria posizione in merito all’Imposta Unica arretrata, il comma 644 ha previsto una seconda modalità di regolarizzazione nei confronti di coloro che offrono scommesse pur non essendo titolari di concessione né collegati al totalizzatore nazionale”.  La posizione di Stanleybet è sempre stata esplicita, ribadisce la Agnello: “La regolarizzazione di cui al comma 643 è stata illegittimamente preclusa alla Stanleybet, con ulteriore grave discriminazione nei confronti dell’operatore già escluso dalle gare del 1999, dalle gare Bersani e dalle successive gare Monti. I titolari dei centri, quindi, sono stati costretti ad aderire alla regolarizzazione prevista dal comma 644 ottemperando alle indicazioni della novella legislativa e ai controlli di ordine pubblico ivi contemplati”. La norma aveva stabilito – anche per chi non aderisse alla sanatoria – misure dettate da esigenze di ordine pubblico e sicurezza, nonchè di tutela dei minori di età e delle fasce sociali più deboli una serie di obblighi e divieti. “I titolari dei centri Stanleybet hanno ottemperato a tutte le prescrizioni legislative e, pertanto, effettuano una raccolta e una trasmissione di dati inerenti prenotazione di giocate prevista e disciplinata dalla legge.  L’applicazione della sanzione penale trova giustificazione solo ed esclusivamente nel caso di sussistenza di requisiti soggettivi squalificanti o comprovati motivi di ordine pubblico”, conclude il legale.

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Gennaro (Cons. Comune Napoli) a Agimeg: "Blindando i centri storici, vogliamo proteggere la fascia più ampia della popolazione"

"Abbiamo ripreso molti punti del regolamento sul gioco adottato a Genova. Abbiamo però beneficiato delle pronunce dei tribunali amministrativi e della Corte Costituzionale in materia. Ma abbiamo anche aggiunto altre misure come gli orari di esercizio, e il divieto di istallare slot nei centri storici, non solo in quello di Napoli, ma anche in quelli delle altre municipalità che compongono il Comune". Così Gennaro Esposito, consigliere comunale di Napoli e primo firmatario del regolamento – approvato nei giorni scorsi – per limitare la diffusione del gioco illustra i contenuti del testo. "Siamo la prima grande città che adotta un provvedimento del genere" commenta a Agimeg. Questi tipi di normativa, tuttavia, possono finire con il relegare il gioco nei quartieri periferici, dove ci sono un minor numero di luoghi sensibili: "anche nelle periferie si applicano le stesse limitazioni sull'istallazione delle nuove sale da gioco" replica Gennaro, puntualizzando poi che "il regolamento non relega il gioco nelle periferie sic et simpliciter, anche perché i centri storici delle periferie vengono tutelati nello stesso modo". Inoltre, "Blindando i centri, abbiamo cercato di arginare con maggiore efficacia il problema, visto che sono le zone con la maggiore densità di popolazione. Certo, potrebbe avvenire che le periferie si affollino di sale da gioco, ma si tratta di quartieri meno densamente abitati. In questo modo, giocherà chi vuole veramente andare a giocare, non la signora che va a fare la spesa". Gennaro respinge inoltre l'idea che un simile provvedimento possa relegare il gioco nelle aree più disagiate: "Non è detto" ribatte. "In ogni caso bisogna considerare che il provvedimento amministrativo è vivo, e non morto. Vedremo qual è l'impatto sul tessuto sociale, e eventualmente interverremo".

gr/AGIMEG

Pucci (Astro): «La guerra al gioco legale fa aumentare la ludopatia»

ROMA – Le ordinanze locali che impongono distanze e orari limitati per il gioco legale non risolvono i problemi dei cittadini, ma rischiano di avere un effetto boomerang. E’ quanto ribadito da Massimiliano Pucci, presidente di Astro e vicepresidente di Confindustria-Sgi, intervistato dal quotidiano “L’Arena” di Verona. «Siamo abituati ad essere attaccati – spiega Pucci – non è un problema solo veronese. Eppure le regioni che hanno deciso di dichiarare guerra al gioco legale, stanno vedendo un incremento di malati di ludopatia». «La Lombardia, secondo i dati del Serd, ha visto un aumento del 42,1%, la Liguria, dati del Comune di Genova, del 197%, la Provincia di Bolzano, dove non esiste più gioco legale, del 120%». Il rischio è che, se viene meno la possibilità di giocare in modo legale e controllato, si finisca nella rete della criminalità. «I videopoker nel 2000 erano 800mila», prosegue Pucci, «oggi invece abbiamo 340mila new slot, con un indotto di oltre 4 miliardi che prima non c’era. Lo Stato deve decidere se dichiarare il gioco illegale, col rischio che tutto vada in mano alla criminalità, perché la domanda non cala, oppure regolamentare e investire con scelte programmatiche, magari destinando gli introiti del gioco al Sociale, come fanno in altri Paesi europei. Si tratta di scelte, ma chiediamo coerenza. Oggi siamo noi gestori che ci stiamo indebitando, perché ci vengono chiesti sempre nuovi investimenti e tasse più alte. E siamo noi stessi che da anni chiediamo una riduzione del numero delle sale slot».

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Sanatoria scommesse, Sogno di Tolosa presenta domanda di partecipazione

ROMA – E’ in arrivo una nuova domanda di partecipazione alla sanatoria per i centri scommessi privi di concessione prevista dalla legge di stabilità. La societa? Sogno di Tolosa Ltd, con il brand Betn1, ha comunicato in una nota che presenterà "per tutti i propri Sportelli Virtuali la domanda di partecipazione alla regolamentazione", sottolineando che "l’operativita? contabile, fiscale e amministrativa dei propri affiliati e? sempre stata conforme alle normative italiane". Sogno di Tolosa ha più volte ribadito la particolarità della sua situazione fiscale: pur essendo priva di concessione, la società dal 2011 paga l’imposta unica per i suoi 63 centri. "Rammentiamo che la societa? ed i suoi affiliati hanno sempre adempiuto al versamento dell’imposta unica sulle scommesse, nonostante questa non fosse dovuta". Inoltre, "quanto oggi richiesto dallo Stato italiano, Sogno di Tolosa Ltd lo aveva gia? previsto nel 2012 con l’invio ad AAMS, senza pero? ricevere alcuna risposta, della richiesta di collegamento a Sogei". Betn1, dunque, non si considera un evasore fiscale "e lo dimostrera? con la presentazione di tutti gli f24 effettuati da ogni singolo Sportello Virtuale".

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