Agipronews: Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): “L’illegalità non si combatte con lo stop ai campionati”

Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): "L'illegalità non si combatte con lo stop ai campionati"

31/05/2012 Ore 17:43

ROMA – Nessuno stop ai campionati o limitazioni alle scommesse in plainsesto, gli strumenti per contrastare il fenomeno del calcioscommesse sono già nelle mani dello Stato, che deve fare di più nel contrasto all`illegalità.

E` quanto crede Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, che commenta la provocazione lanciata dal Presidente del Consiglio Mario Monti (“Forse ci vorrebbe la sospensione del calcio per 2-3 anni“), a cui si sono aggiunte le dichiarazioni del portiere della Nazionale, Buffon, che ha chiesto di “intervenire sul palinsesto bloccando alcune giocate“.

“Capisco lo sfogo di Monti, ma credo che non sia questa la soluzione ai problemi“ dice Ginestra ad Agipronews, “Tutti siamo innamorati dello sport, e queste vicende infrangono un sogno. La stessa scommessa, che contribuisce ad arricchire la suspance della partita, adesso è sotto accusa perché ci sentiamo ingannati – ha spiegato Ginestra – In ogni caso la posizione di Monti non è condivisibile perché lui è un uomo di Governo. E in quanto Ministro dell`Economia dovrebbe essere il primo a muoversi per tutelare il sistema. Un atteggiamento simile mi lascia sgomento“.

In merito alla proposta di intervenire sui palinsesti Ginestra non è d`accordo.

“Non si tratta di intervenire sulle scommesse, ma sulla rete illegale – ha detto il presidente di Assosnai – Esiste una rete abusiva ed è proprio lì che avvenivano le giocate sulle partite di cui si parla. Per questo chiedo al Presidente Monti e ai vertici di Aams, di agire in questo senso. Sappiamo bene che il proibizionismo non serve – ha proseguito Ginestra –  Il 90% delle giocate in Italia è sul calcio, e questo sistema, ora, è stato aggredito. A prescindere dal tipo di scommessa più o meno appetibile, bisogna agire sul sistema e tutelarlo. Non si blocca un mondo che crea erario e posti di lavoro, ma si agisce per evitare che si verifichino di nuovo simili situazioni. Anche se i siti bloccati da Aams sono più di 4mila ce ne sono tanti altri ancora visibili, e sappiamo tutti che in rete esiste il modo di aggirare i blocchi. Questo è quello che si deve evitare. Per evitare le rapine in banca non si chiudono le banche ma si rafforza la vigilanza. Dunque va bene lo sfogo di Monti ma non vedo ancora qualcuno che si sia mosso per risolvere la situazione attuale“. SA/Agipro

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Il Giornale: Sandi (Presidente SNAI): «Le scommesse aiutano il pallone»

Il Giornale – 31 maggio 2012 – Pag. 8

Intervista Giorgio Sandi

«Le scommesse aiutano il pallone»

Il presidente Snai : «Il gioco ufficiale fa da contrasto ai fatti criminosi» "Leggi più severe e forti sanzioni pecuniarie Gli «illegali» Chi gioca sporco utilizza canali diversi.

«La scommessa viene dopo, prima c'è la manipolazione. Come si fa a negare che il marcio sia nel calcio e attorno al calcio?», afferma Giorgio Sandi, presidente di Snai, che prende posizione sui recenti eventi facendo una netta distinzione fra gioco legale e illegale. L'indagine pare senza fine… «Noi operatori qualificati, noi concessionari dello Stato, siamo colpiti dalla portata di questi episodi malavitosi che mettono a dura prova il mondo del pallone e di conseguenza il settore dei giochi. Per fortuna le procure stanno lavorando al meglio. E noi, come cittadini e sportivi, ci schieriamo incondizionatamente al loro fianco». 

C'è chi vorrebbe porre un taglio alle scommesse o almeno a quelle su certe partite. «Ma il problema è un altro perché ci sarebbe sempre qualche bookmaker pronto ad accettare puntate di ogni tipo. Se si abolisse il gioco legale, ci sarebbe il trionfo dell'illegalità. E questo permetterebbe alla criminalità di fare soldi ed espandersi in altri settori, come quelli della droga e della prostituzione. Inoltre costringerebbe lo stato a spendere ulteriori risorse per combattere la malavita. Il gioco ufficiale, garantito, sicuro e sorvegliato, rappresenta uno degli elementi di contrasto alla delinquenza».

La scommessa non è diabolica, insomma… «Al contrario. Le scommesse legali sono il modo migliore per canalizzare la passione degli sportivi verso una tipologia di gioco che porta soldi all'erario e allo sport. Chi gioca sporco e si pone ben altri obiettivi utilizza canali diversi, soprattutto all'estero. Ci vorrebbero leggi più severe, direi soprattutto più facili da interpretare e da applicare.

Ma non è facile per l'eccessivo garantismo predicato e voluto da più parti». Cosa fare, allora? Cosa consiglia? «Ci sarà un freno solo se la giustizia ordinaria e quella sportiva interverranno con sanzioni severe e forti pene pecuniarie. Non ci deve essere pietà per chi manipola i risultati. È quanto vogliono i concessionari che combattono senza armi un nemico neanche tanto invisibile».

ANSA: UGHI: MANCA NORMATIVA GARANTE RISULTATI

UGHI: MANCA NORMATIVA GARANTE RISULTATI

29 maggio, 16:08

"Le ultime notizie relative allo scandalo calcio scommesse in Italia non fanno altro che confermare le mie idee di fondo su questo argomento: ad esistere infatti sono solo i risultati anomali e non le scommesse anomale" –  a parlare ad Agicos è Maurizio Ughi ex presidente di Snai – che commenta così gli ultimi avvenimenti relativi allo scandalo "Lastbet". "Ritengo che le scommesse possono essere di diverso tipo, possono avere un importo alto o meno e si basano sul risultato di un avvenimento e quindi ad essere falsato può essere solo il risultato di un match e non certo le scommesse – sottolinea Ughi – Il mondo del calcio si finanzia e si nutre del proprio spettacolo e quindi dei tifosi, degli abbonamenti allo stadio, della pay-tv e anche, e soprattutto, degli sponsor. Le scommesse, invece, finanziano solo in piccola parte il mondo dello sport ed in particolare il calcio – continua Ughi –  influendo quindi in minima parte nell'azienda calcio". Il "papà" delle scommesse in Italia si sofferma poi sulle vere vittime dello scaldalo calcio scommesse: "Ad esser il più colpito è il tifoso e per salvaguardare questa categoria è necessario l'intervento degli operatori legali di scommesse, gli unici capaci di lanciare l'allarme e segnalare giocate "troppo" rilevanti sul risultato finale di una determinata partita di calcio o qualsiasi altro evento sportivo. Il flusso di giocate oltre parametri razionali si può individuare abbastanza in fretta perché si hanno ormai dei parametri ben precisi si quanto possa raccogliere un determinato tipo di scommessa su certe partite. Insomma gli strumenti tecnici ci sono tutti per prevenire il gioco elevato contro ogni logica, ma purtroppo manca una procedura esecutiva. Nel senso – spiega Ughi – che non si è mai arrivati a sospendere preventivamente una partita nonostante ci fossero segnali concreti di gioco inusuale. Il problema sta nel fatto che i burocrati chiamati a gestire il settore, pensano prima a proteggersi che alle soluzioni anche perché non hanno strumenti normativi adeguati. Quello che è successo nel mondo delle newslot dovrebbe essere in tal senso un segnale allarmante. L'ex direttore generale dei Monopoli di Stato, Giorgio Tino e l'ex direttore per i giochi, Antonio Tagliaferri, trovarono la soluzione per debellare il fenomeno dei videopoker e costruire una rete di newslot controllata dallo Stato, con importanti benefici sia per il giocatore sia per l'Erario (5 i miliardi finiti nelle casse statali solo nell'ultimo anno grazie a questo segmento di mercato). Nonostante questo successo, i due dirigenti sono stati oggetto di una persecuzione giudiziaria per un presunto errore di natura tecnica. Insomma chi ha trovato soluzioni non è stato premiato, ma al contrario penalizzato e per questo i burocrati attuali si muovono con molta, troppa cautela. Il mio augurio – conclude Ughi – è che questi burocrati propongano soluzioni normative, pensino finalmente a delle efficaci azioni preventive, per far si che quella di ieri sia solo l'ultima tappa di uno fenomeno che, senza interventi radicali e mirati, rischia di ripetersi ancora nei prossimi anni".

Agipronews: Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: in Italia crollano le puntate sul calcio

 

Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: in Italia crollano le puntate sul calcio

28/05/2012 Ore 14:35

ROMA – La bufera del calcioscommesse si fa sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting. Nei primi quattro mesi del 2012 sul circuito legale sono stati scommessi 1.279 milioni di euro, in calo dell`11% rispetto allo stesso periodo del 2011, quando la raccolta è stata di 1.438 milioni di euro. Una flessione superiore a quella dell`intero settore: nel primo quadrimestre le scommesse made in Italy hanno raccolto 1.433 milioni di euro, -9,42% rispetto ai 1.583 milioni di un anno fa.

Nei primi quattro mesi del 2012 la quota di mercato del calcio – pari al 92,29% del totale nel 2010 e al 90,85% nel 2011 – è scesa all`89,15%. Un crollo sul quale hanno inciso anche le notizie relative alle inchieste sui match truccati della scorsa stagione, con il coinvolgimento diretto e indiretto di ex giocatori e atleti di Serie A e Serie B.

Ma non solo: il 70% delle scommesse sportive in Italia passa ancora attraverso bookmaker non regolamentati o non registrati: se il circuito legale genera un volume d`affari intorno ai 4 miliardi di euro l`anno, il movimento complessivo di gioco è di circa 12 miliardi di euro. Il dato arriva dalla Fifa e il movimento sul circuito parallelo è ritenuto un`altra delle cause della flessione per le scommesse sul calcio: nel 2011 le scommesse autorizzate hanno registrato il primo calo, dopo anni di costante crescita e consolidamento.

PG/Agipro

Agipronews: Scommesse sportive sul calcio, Ginestra (Assosnai): “Credibilità in calo, ora punizioni esemplari e maggiori controlli”

Scommesse sportive sul calcio, Ginestra (Assosnai): "Credibilità in calo, ora punizioni esemplari e maggiori controlli"

23/02/2012 Ore 18:31

“La fiducia degli scommettitori italiani sul calcio è in calo, ma non è una novità: l`allarme era già partito dalle agenzie, la `prima linea` di difesa del sistema“. E` quanto commenta ad Agipronews Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, secondo cui è necessario “dare un`energica ripulita e applicare punizioni esemplari“. Ma non basta. Secondo Ginestra è anche il momento per dare una stabilizzazione all`intero comparto giochi. “Non è pensabile che lo Stato punti a un`espansione crescente, in particolare su giochi che potrebbero esaltare la compulsività. Anche un elastico alla fine si spezza. Come si può pensare di allargare ulteriormente il portafoglio giochi e contemporaneamente espandere ancora di più la rete? In futuro sono previsti bandi per mille sale da poker e 7 mila nuovi punti scommesse. Un`espansione dell`offerta che paradossalmente porterebbe alla sua distruzione. Lo Stato potrebbe fare gli stessi incassi puntando invece sulla stabilizzazione e sul maggiore controllo del gioco“. Il presidente di Assosnai ritiene che “nessuno sarebbe disposto a investire in un`attività che trova una concorrenza diretta a qualche decina di metri. E parliamo solo delle nuove concessioni rilasciate dallo Stato, senza mettere in conto il danno inquantificabile che comporta la rete di accettazione non autorizzata. In questo modo si rendono le aziende sempre più deboli e più facilmente attaccabili dalla criminalità“.

PG/Agipro

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