AGIPRONEWS – Scommesse non autorizzate, Magistro (Adm): Evasione da 500 milioni di euro l`anno. E con i Mondiali è boom

26/06/2014 Ore 12:39

Scommesse non autorizzate, Magistro (Adm): "Evasione da 500 milioni di euro l`anno. E con i Mondiali è boom"

ROMA – Un`evasione di mezzo miliardo l`anno, con oltre 5 mila agenzie che operano senza licenza del Questore e senza concessioni a fronte di un mercato regolare di 7.400. E` la denuncia del vicedirettore dell`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Luigi Magistro, raccontata nell`inchiesta-reportage su “l`Espresso“ in edicola domani. “L`investimento è esiguo, per cui noi li chiudiamo e loro ricominciano da capo. Sono tantissimi, una vera emergenza nazionale“, spiega Magistro riferendosi ai Cdt. Operando “come pubblici esercizi, tipicamente Internet point, i Ctd accettano scommesse collegandosi ad un bookmaker, spesso estero, il tutto in assenza di concessione ed autorizzazione italiana. – aggiunge Magistro – Ovviamente, così facendo, non applicano alle scommesse l`imposta prevista in Italia. Questo consente loro di offrire quote migliori rispetto a quelle praticate dai concessionari autorizzati. Rimanendo al di fuori del circuito controllato dallo Stato, per molti è anche facile evadere le imposte sui redditi“.

Per reprimere il fenomeno “c`è un solo modo: effettuare controlli capillari. È quello che stiamo facendo insieme alle forze di Polizia e, in particolare, alla Guardia di Finanza. – conclude Magistro – Nel 2013 sono stati effettuati circa 2 mila interventi. Purtroppo, trattandosi di attività che richiedono investimenti modesti, alla chiusura di un centro segue spesso la riapertura sotto altro nome di copertura. È già in programma una intensificazione dei controlli specifici, così come di quelli volti a contrastare l`evasione delle imposte sui redditi che, nel caso di specie, si può stimare intorno ai 500 milioni di euro all`anno“. RED/Agipro

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RASSEGNA STAMPA: AGIPRONEWS – Scommesse senza concessione: dichiarazioni di Maurizio Ughi (Snai Servizi)

26/06/2014 Ore 16:48

Scommesse senza concessione, Ughi (Amm. Snai Servizi): “Operatori tra regole incerte e concorrenza sleale: i tribunali faranno chiarezza“

ROMA – “Quale delle nostre istituzioni è in grado di garantire l`esclusiva nella raccolta delle scommesse a una società che intenda partecipare alle gare del 2016, nelle attuali condizioni del mercato? Per questo abbiamo iniziato un percorso nei confronti di ADM ma sono convinto che dovremo chiedere l`intervento dei tribunali amministrativi per ottenere una pronuncia definitiva. Ormai, di fatto, le strategie dei giochi e delle scommesse sono determinate non dal Regolatore preposto, ma dai tribunali amministrativi. Per raccogliere scommesse i bookmaker senza concessione – alcune delle società più note includono fra i loro soci persone fisiche italiane – collocano i server a Malta, dove per altro non è consentito sul quel territorio accettare scommesse, o in Austria“.

E` quanto dichiara ad Agipronews Maurizio Ughi, amministratore di Snai Servizi, sottolineando la necessità di ottenere dalle istituzioni una risposta certa sul futuro del mercato delle scommesse, anche dopo l`intervista rilasciata questa mattina dal vicedirettore dell`Agenzia delle Dogane, Luigi Magistro, che riferisce di almeno 5mila centri esteri non autorizzati e di 500 milioni di imposte non versate.

La richiesta presentata da Snai Servizi al Ministero dell`Economia di un`autorizzazione per la raccolta delle scommesse (in assenza di concessione) aveva già scatenato le reazioni degli operatori, in Italia e all`estero, e c`è anche chi aveva proposto (il ceo di Stanleybet, John Whittaker, in una dichiarazione a Agipronews qualche giorno fa, ndr) l`avvio di un tavolo di concertazione con concessionari, operatori esteri e istituzioni, da organizzare magari con l`attuazione della Delega Fiscale. “Voglio però sgomberare il campo da possibili fraintendimenti: noi non ci stiamo battendo per liberarci dal `palinsesto di Stato`, è un assunto poco convincente, noi puntiamo a sanare una discriminazione che colpisce in prima battuta gli operatori autorizzati. Vogliamo che si superi in maniera efficace e definitiva un `doppio regime` che non garantisce parità di trattamento per i concessionari di Stato, danneggiati da un`inerzia regolatoria che ha di fatto permesso la coesistenza con operatori privi di titoli nazionali“, dice ancora Ughi.

NT/Agipro

26/06/2014 Ore 16:51

Scommesse senza concessione, Ughi (Amm. Snai Servizi): “Non vogliamo pagare tasse ad un altro paese Ue, Stato tuteli la rete“

ROMA – “Snai Servizi potrebbe essere interessata alle prossime gare – prosegue Ughi – manca però un sistema regolatorio unico ed efficace. Ormai decidono tutto i tribunali, come conferma il caso della competenza esclusiva del Tar Lazio, dichiarata incostituzionale dalla Consulta. Ho proposto un quesito per essere in regola con il sistema: se sono stato discriminato, avrò l`autorizzazione di aprire come fanno i bookmaker stranieri. Non con i server a Malta, che è un paradiso fiscale, ma in Italia dove avviene l`accettazione delle scommesse. Non voglio pagare tasse a un altro paese. Aspetteremo la decisione dei tribunali e ci adegueremo di conseguenza. L`azione di Snai Servizi serve per creare un`attività stabile nel tempo e quindi produttiva dal punto di vista economico e finanziario. Così riusciremo a sapere se le concessioni esistono ancora o siamo di diritto passati al sistema di scommesse `private`. E` inconcepibile che sul territorio italiano esistano due sistemi di raccolta scommesse, quello pubblico e quello privato. Il sistema delle scommesse pubbliche è stato creato al fine di controllare il territorio, tutelare lo scommettitore ed evitare che cadesse nelle mani della malavita. La presenza, invece, di punti vendita che accettano scommesse private ha fatto perdere il controllo del territorio. E` arrivato il momento di fare chiarezza e per questo siamo determinatissimi ad affrontare tutti i giudizi fin ad arrivare alla Corte di Giustizia Europea. La mancata presa di posizione determinata da parte dello Stato Italiano fa pensare che sia più attento ai tutelare i ricavi che derivano da giochi come Lotto, Super Enalotto, Gratta e Vinci e Slot più che a trovare la soluzione per difendere il consumatore finale/scommettitore, che tiene in piedi tutto il sistema e quindi va rispettato e tutelato“. NT/Agipro

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RASSEGNA STAMPA: AGIPRONEWS: Scommesse senza concessione, reazioni alla richiesta di SNAI Servizi

Scommesse senza concessione, reazioni alla richiesta di SNAI Servizi

Passamonti (Sgi): “Solo una grande provocazione“

ROMA – La proposta di raccogliere scommesse senza la concessione statale, contenuta in una lettera che Snai Servizi ha inviato al Ministero dell`Economia, “é solo una grande provocazione“. E` il commento di Massimo Passamonti, presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia. “E` paradossale – dice ancora ad Agipronews – che il presidente di Snai Servizi debba ricorrere a questa provocazione per ribadire il principio della esclusività della concessione statale per la raccolta di gioco pubblico“. PG/Agipro

Marino (Mag): “Richiesta originale, ma comprensibile“

ROMA – La proposta di Snai Servizi, che chiede di raccogliere scommesse senza concessione é “molto originale e tende a creare movimento in un settore giá abbastanza complesso“. E` quanto dice Guido Marino consulente di Mag Associati, che commenta ad Agipronews la richiesta contenuta nella lettera inviata al Ministero dell`Economia. “Le ragioni che stanno dietro questa proposta sono comprensibili – dice ancora – i bookmaker italiani vivono una situazione di difficile concorrenza con i centri collegati a operatori senza concessione“. PG/Agipro

Castaldo (Microgame): “Grido d`allarme di un settore che cerca soluzioni concrete“

ROMA – Quello di di Snai Servizi “è il grido di allarme di un settore che sta implodendo e che sta cercando di ottenere dallo Stato una soluzione concreta in tempi rapidi per evitare di assistere al fallimento delle aziende e all`azzeramento del percorso sin qui fatto a tutela della legalità, dell`utenza e dell`erario“. Lo ha spiegato ad Agipronews Marco Castaldo, General Manager di Microgame, commentando la proposta di raccogliere scommesse senza la concessione statale. “Le azioni attivate da Snai Servizi  – ha chiarito Castaldo – sono il risultato di un contesto in cui gli operatori legali continuano a perdere quote di mercato a vantaggio di chi opera fuori dalle regole. Purtroppo chi opera fuori dalle regole ha anche il vantaggio di prodotti e strumenti che agli operatori autorizzati sono negati, per esempio ad un concessionario del gioco a distanza è vietato avere punti a terra in cui sia possibile per il giocatore riscuotere le vincite, al contrario di quanto avviene nei CTD o nei locali degli operatori `.com`. A tutto questo – ha proseguito – si aggiungono le restrizioni operate dagli enti locali, l`attacco frontale al gioco legale da parte della politica e dei mass media, e un eventuale proliferazione di altre norme restrittive a nome del `gioco sicuro` – tutte iniziative che non fanno altro che rafforzare il mercato parallelo e minare la fiducia di chi vuole investire nel mercato regolamentato“. Per questo motivo – ha concluso Castaldo  – “vogliamo continuare ad operare all`interno del mercato regolamentato, e raccomandiamo questa strada a tutti i nostri clienti. Ci crediamo, ma certo che in questa situazione gestire le aziende è davvero complicato. Adesso intravediamo la luce in fondo al tunnel, con la recente iniziativa del`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con i produttori di casinò, ma bisogna allargare la mira e dare un affondo definitivo su tutti i fronti, anche i mezzi di pagamento. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma vogliamo gli strumenti operativi per riprendere quote di mercato al `.com“`. CR/Agipro

Ricci (Enjoybet): “Spunto per riflettere su situazione del mercato“

ROMA – “Ritengo che quella di Maurizio Ughi sia stata una provocazione intelligente e che abbia avuto il giusto successo mediatico. Non credo che Ughi abbia voglia di cambiare politica dopo aver sempre difeso e valorizzato i canali autorizzati“. Così Antonio Ricci, managing director di Enjoybet, commentando ad Agipronews la proposta di Snai Servizi di raccogliere scommesse senza la concessione statale. “Si tratta – ha aggiunto Ricci – di leggere tra le righe e riflettere sull`attuale situazione. Una riflessione che deve coinvolgere sia i `.com` che gli operatori autorizzati“.

Della stessa idea anche Giuseppe Simone, socio della “Fratelli Simone srl``. “E` una provocazione che può rilanciare il dibattito, utile a capire quale può essere il futuro delle concessioni di scommesse“, ha spiegato. FP/Agipro

Angelo Merola (Scommesse Italia): “Iniziativa di Snai Servizi rappresenta pensiero comune tra gli operatori“

ROMA – “Quella di Ughi è una provocazione giusta e azzeccata, che inquadra perfettamente l`attuale situazione del mercato delle scommesse. Si è fatto portavoce di un pensiero comune“. Questo il commento di Angelo Merola, Amministratore unico di Scommesse Italia, che ha spiegato ad Agipronews la sua posizione in merito alla proposta di Snai Servizi di raccogliere scommesse senza la concessione statale.

“Credo che Ughi abbia fatto una provocazione. – ha aggiunto Antonio Guitto, concessionario storico e membro del direttivo dell`Associazione Gestori Scommesse Campania.  – Ha fatto bene a sollevare il problema, che però già conosciamo bene. La situazione attuale è accettata da tutti, a tutti i livelli, ma la situazione va chiarita“. CR/Agipro

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AGIPRONEWS: Scommesse, Ughi (Amm. Snai Servizi): “Autorizzazione del Mef o ci rivolgiamo ai giudici”

Scommesse, Ughi (Amm. Snai Servizi): “Autorizzazione del Mef o ci rivolgiamo ai giudici“

ROMA – "Nessuno di noi vuole portare i server a Malta ma se l`Amministrazione non ci dà l`autorizzazione, ci considereremo discriminati e ci muoveremo di conseguenza. Il percorso è chiaro: se rispondono positivamente alla nostra richiesta, apriremo le agenzie. Se non ci dicono nulla o ci danno una risposta negativa, impugneremo il silenzio dell`amministrazione o la nota di rigetto dell`istanza. Deve emergere la contraddizione delle autorità italiane: è assurdo che Snai servizi non possa operare come un concessionario italiano o come un bookmaker estero". Lo afferma l`amministratore di Snai Servizi, Maurizio Ughi, illustrando ad Agipronews la strategia che sta dietro la richiesta di autorizzazione alla raccolta di scommesse presentata ieri al ministero dell`Economia.

"Siamo circondati da operatori transfrontalieri che accettano gioco come i concessionari. Il punto – aggiunge Ughi – è che i tribunali rinviano gli atti dei procedimenti di sequestro per i centri esteri alla corte Ue, esprimendo dubbi su un monopolio come quello italiano che si basa anche su interessi fiscali dello Stato, un argomento che non ha superato l`esame delle corti comunitarie. Snai Servizi è nella stessa situazione di un operatore estero: nel 1999, non ha potuto partecipare al bando Coni, mentre le concessioni rilasciate attraverso il bando Monti sono considerate dai giudici oggettivamente brevi. Anche noi ora vogliamo aprire punti ma con un`autorizzazione dello stato". Secondo Ughi, non si tratta di stabilire se è meglio in termini generali una concessione o un`autorizzazione: "Il mercato è unico – conclude – e il regime deve essere uno solo, possibilmente equo con tutti. Purtroppo ormai sono i giudici amministrativi a dire cosa si fa e cosa no: sarà così anche in questo caso". NT/Agipro  

AGIMEG: Scommesse, SNAI Servizi chiede di operare senza concessione. Ginestra: discriminati rispetto a bookmaker esteri

Scommesse, SNAI Servizi chiede di operare senza concessione. Ginestra: discriminati rispetto a bookmaker esteri

Snai Servizi ha inviato una lettera a Monopoli e Ministero dell’Economia chiedendo di poter raccogliere gioco senza concessione. L’obiettivo ”è di costituire una rete simile a quella dei ctd per sopravvivere alla concorrenza di bookmaker esteri” spiega Francesco Ginestra, presidente del sindacato Agisco.

“Chiediamo di poter lavorare nelle stesse condizioni degli operatori comunitari, di essere legittimati a agire come fanno loro, visto che l’Italia fa parte dell’Europa” spiega ancora Ginestra a Agimeg, sottolineando come chi abbia ottenuto una concessione – a causa della tassazione e degli altri oneri cui è soggetto – non sia in grado di reggere alla concorrenza degli operatori stranieri. La mossa dei Snai Servizi potrebbe assestare l’ultimo colpo al sistema concessorio, uno scenario su cui però Ginestra non vuole soffermarsi: “Non mi interessa se l’Amministrazione abbandonerà questo modello o meno, io amministro un’azienda, e l’unica cosa che chiedo è di avere il mio mercato”. Se Snai Servizi ottenesse – direttamente o per via giudiziale – questo diritto, altri operatori potrebbero seguirne l’esempio: “L’Amministrazione ha indetto delle gare, ha venduto migliaia di concessioni chiedendo alle compagnie di rispettare  una serie di adempimenti. Tuttavia, chi ha comprato queste concessioni adesso si ritrova con un contenitore vuoto”. E sul termine assegnato ai Monopoli per rispondere: “Ci aspettiamo una replica in tempi brevissimi, due mesi sono anche troppi”. gr/AGIMEG

AGIPRONEWS: Scommesse, Snai Servizi chiede a Dogane e Mef autorizzazione per raccolta senza concessione: “Discriminati come i bookmaker esteri”

Scommesse, Snai Servizi chiede a Dogane e Mef autorizzazione per raccolta senza concessione: "Discriminati come i bookmaker esteri"

ROMA – Snai Servizi ha chiesto ai Monopoli di Stato l`autorizzazione alla raccolta di scommesse, anche se la società non dispone di una concessione dello Stato. In una lettera inviata ieri ai vertici dell`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – al Direttore generale Peleggi e a Magistro, Fanelli e Volpe – e al ministro dell`Economia, Pier Carlo Padoan, l`amministratore unico Maurizio Ughi scrive che la società – marchio storico del settore, attivo dall`inizio degli anni `90 prima come fornitore di servizi alle agenzie e poi come “cassaforte“ della maggioranza delle azioni Snai spa prima della cessione a Global Games – “chiede il rilascio di un`apposita autorizzazione, in conformità alle medesime condizioni organizzative, economiche e fiscali imposte – nell`applicazione della libertà di stabilimento Ue – anche ai soggetti privi di concessione ma che dispongono di una licenza estera“.

In caso di mancata risposta o di riscontro negativo, la società avvierà un`azione legale davanti ai giudici amministrativi. Snai Servizi è nella medesima posizione degli operatori esteri, sottolinea la missiva, per non aver potuto partecipare nel 1999 alle procedure del Coni e dell`ex Unire (l`affidamento delle concessioni era precluso a società al cui capitale partecipavano persone giuridiche) e nel 2012 alla gara “Monti“ del Mef per 2000 agenzie, quest`ultima ormai ritenuta dai giudici oggettivamente discriminatoria per l`eccessiva brevità delle concessioni rilasciate. L`autorizzazione richiesta al ministero dell`Economia, secondo Snai servizi, non trova infine ostacolo nella legge italiana, che prevede un numero di concessioni limitato, dal momento che quest`ultima andrebbe integralmente disapplicata: “In caso contrario  – è scritto ancora – avverrebbe un effetto discriminatorio rovesciato che penalizzerebbe l`operatore nazionale, che non godrebbe delle libertà di stabilimento garantite in modo diffuso e generalizzato agli operatori transnazionali“. NT/Agipro  

AGICOPS: AGìSCO: Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato

http://www.agicops.com/blog/2014/05/20/agisco-nuovo-rinvio-del-bando-alla-corte-di-giustizia-un-lasciapassare-che-puo-dare-il-colpo-di-grazia-alla-rete-di-stato/

AGìSCO: Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato

By   /  20 maggio 2014  /  Commenti disabilitati

Desta forte preoccupazione apprendere che la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti.

Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.

La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati) o CED (Centri Elaborazione Dati) con le esigenze primarie poste a fondamento dell’art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.

Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .

E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.

La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori
.

 

GIOCONEWS: Bando scommesse alla Cjeu, Agisco: “Incertezza di cui approfitta chi opera senza titoli”

http://www.gioconews.it/scommesse-2/66-generale/40359-bando-scommesse-alla-cjeu-agisco-incertezza-di-cui-approfitta-chi-opera-senza-titoli

 

Bando scommesse alla Cjeu, Agisco: “Incertezza di cui approfitta chi opera senza titoli”

Se parte degli operatori plaude al rinvio alla Corte di giustizia europea della mai risolta diatriba tricolore sul bando scommesse, Agisco, ossia l’Associazione giochi e scommesse, è fortemente preoccupata dall’aver appreso che “la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti. Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.

 

UN LASCIAPASSARE A CHI SI SOTTRAE ALLE REGOLE – La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio ‘lasciapassare’ per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Ctd (Centri Trasmissione Dati) o Ced (Centri Elaborazione Dati)  con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del Tulps, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative”.

 

L’AZIONE DELL’ADM – Agisco constata inoltre “ancora una volta, l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia. È l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui giochi – a partire da Adm che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad Agisco, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure. La Legge Delega in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori”.

AGIPRONEWS: Scommesse, Agisco: rinvio bando alla Corte Europea è ennesimo colpo alla rete autorizzata

http://www.agipronews.it/notizia-20_05_2014-Scommesse-Scommesse%2C+Agisco%3A+rinvio+bando+alla+Corte+Europea+%E8+ennesimo+colpo+alla+rete+autorizzata-110556.html

Scommesse, Agisco: rinvio bando alla Corte Europea è ennesimo colpo alla rete autorizzata

news

ROMA – Con i continui rinvii della Corte di Cassazione alla Corte di Giustizia Europea in merito ai casi di centri collegati ad altri operatori esteri, "la magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio 'lasciapassare' per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia". E' quanto evidenzia Agisco (Associazione giochi e scommesse), in merito alle ultime decisioni della Cassazione che ha chiesto alla Corte europea di stabilire se le condizioni imposte dal bando per 200 nuovi punti – in particolare quelle relative alla durata limitata delle nuove concessioni – siano o meno discriminatorie verso gli operatori che vogliono regolarizzare esteri con licenza in un altro Stato membro. "Sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Centri Trasmissione Dati o Centri Elaborazione Dati con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative", sottolinea l'associazione in una nota.


"Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo – evidenziano da Agisco – al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie". In questo caso, invece, "ancora una volta va constatata l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente".


E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sul settore, si legge ancora in una nota dell'associazione, "ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni. La rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure".


In questo contesto Agisco auspica che la legge delega, che "prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore" sia "l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali. Se anche questa occasione dovesse essere sprecata, – concludono – i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori".
RED/Agipro

AGIMEG: Agisco: “Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato”

Agisco: “Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato”

Agisco: “Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato”

In: In EvidenzaScommesse Sportive

20 maggio 2014 – 11:25

 

Agisco

Desta forte preoccupazione apprendere che la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti.
Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.
La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati)  o CED (Centri Elaborazione Dati)  con le esigenze primarie poste a fondamento dell’art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.
Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .
E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.
La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori.  cz/AGIMEG